JUL 1 - TSUNAMI IN CONSIGLIO - Parte terza: Scene di ordinaria maranesità

JUL  1   -   TSUNAMI IN CONSIGLIO - Parte terza: Scene di ordinaria maranesità

Concludiamo la trilogia sul Consiglio Comunale del 25 giugno 2015 raccontando a chi non ha avuto la ventura di viverlo in diretta alcuni momenti che ci sono sembrati i più significativi fra i tanti che si sono dipanati nel corso di un’assise che segnerà senza dubbio un punto di svolta nella vita politica e amministrativa di Marano

L’opposizione sparpagliata

Era invalsa ormai da molto tempo fra i partiti di opposizione  l’abitudine di vedersi a cadenza settimanale per fare il punto della situazione politica e amministrativa e dare vita  ad iniziative unitarie; una sinergia che stava dando buoni risultati e che ha funzionato bene nel rispetto delle reciproche diversità fin quando si è trattato di politica, ma quando con il Giardino dei Ciliegi sono entrati in campo gli interessi, quelli palazzinari in particolare, le cose sono cambiate, gli ordini diramati per alcuni partiti erano perentori e non lasciavano spazio a discussioni e per ben tre settimane c’è chi ha cercato di evitare il confronto semplicemente spostando sempre più avanti la data delle riunioni fin quando non esce un comunicato congiunto PD-UdC con il quale, senza averne fatto mai parola con gli altri gruppi, si prende una netta e categorica posizione per un voto contrario senza possibilità di replica

Fra persone quanto meno educate la differenza di opinioni non inibisce un corretto scambio di idee ma la mancanza di correttezza frantuma i rapporti per cui  il già irrituale connubio si scioglie e ognuno procederà per la propria strada fatto salvo un eventuale e non improbabile polo PD-UdC. Una vera manna per Liccardo che ora deve vedersela solo con i suoi

Pupi e pupari

La cosa che non può aver mancato di incuriosire chi ha assistito al Consiglio Comunale del 25 giugno è stato lo strano, frenetico e incessante via vai fra i consiglieri che sedevano nei banchi della maggioranza e di una parte dell’opposizione e qualcuno che, seduto fra il pubblico, costituiva senza alcun dubbio un irresistibile punto di attrazione. La cosa ovviamente ha incuriosito anche noi e ci siamo attrezzati per capirla e seguirla per cui siamo in grado di svelare l’arcano anche a chi ci legge.

Da una parte, circondato dal solito scodinzolante gruppetto di estasiati lacché, irrigidito e impettito stile ultimo padrino, sedeva Tonino di Guida e da lui si recavano in una processione ininterrotta devoti e ansimanti i consiglieri di maggioranza, dall’altra invece i punti di riferimento per  consiglieri del PD  c’erano, anche loro investiti di un ruolo di consigliori e controllori Eduardo Simioli e Matteo Morra. Galoppini doubleface tenevano i collegamenti fra i due punti in una trasversalità ormai conclamata

Come i nostri lettori hanno certo intuito gli interessi in gioco erano tanto importanti che, per evitare che qualcuno svicolasse e per supportare i disorientati consiglieri chiamati a votare una cosa di cui capivano poco e che ancor meno capivano perché dovessero votare in una certa maniera rischiando in proprio, si era strutturata una vera e propria cabina di regia

Se qualcuno avesse ancora dubbi in merito a quale fosse l’effettivo tema in discussione dovrebbe essere sufficiente ricordare che il deus ex machina è il palazzinaro per antonomasia Tonino di Guida e i supporters sono due accaniti sostenitori delle lottizzazioni e della cementificazione

Le lepri in Consiglio

Il sentimento che ha largamente dominato il Consiglio Comunale e in particolare quelli che avevano l’ordine di votare per il “no” è stata la paura di dover pagare i danni e non sono bastate a tutti le garanzie offerte dalla regia tanto che a un certo punto si è visto chiaramente un fuggi fuggi generale con le lepri che sono schizzate via poco prima del voto facendo perdere le loro tracce.

Particolarmente veloci nell’eclissarsi sono state proprio quelle che avevano anticipato nella forma ufficiale di un comunicato pubblicato il giorno prima il loro voto contrario e cioè i consiglieri Passariello e Abbatiello dell’Udc, Coppola, Paragliola e Sorrentino per il PD mentre ha resistito fino all’ultimo minuto il consigliere Sansone che pure aveva affermato di votare contro ma che non ce l’ha fatta a vincere la paura

I capovolgimenti

In questo clima da tragenda è capitato anche che qualcuno che aveva fatto una dichiarazione di votare in una certa maniera si è poi inaspettatamente ricreduto cambiando radicalmente la sua posizione, è capitato al Consigliere Ricciardiello che aveva dichiarato di votare contro il provvedimento ma che, scombussolato dai numeri snocciolati da Marra e da Bertini, ha pensato bene optare per una meno rischiosa astensione, è molto più gravemente successo a Palladino il quale dopo aver fatto la dichiarazione di voto per l’astensione torna sui suoi passi e dichiara di votare contro accampando quattro motivazioni raffazzonate

Che è successo all’impavido Palladino che abitualmente sembra avere le idee chiare? È successo che a un cenno molto contenuto di Di Guida l’ex candidato sindaco attraversa di corsa la sala consiliare e va a chinarsi per sentire cosa aveva da dirgli l’uomo della regia; ritorna poi al suo posto per chiarire proco dopo che aveva cambiato idea

 

Fuori tutti

Quando dalla improvvida regia è partito l’ordine di uscire tutti fuori per far mancare il numero legale è successo il finimondo con  gente che scappava perché voleva evitare il voto e gente che usciva per far andare deserta la seduta che però è rimasta in piedi grazie alla presenza convinta dei consiglieri Bertini e Garofalo de L’Altra Marano. Intanto però si era materializzato un fatto nuovo e importante, con la fuga delle lepri e con l’uscita tattica di altri era radicalmente cambiato il rapporto di forze; i consiglieri che avevano dichiarato di votare a favore del provvedimento era più i quelli del “no”

 

Le lepri di ritorno

Immediatamente la regia dirama l’ordine di recuperare alcune lepri e vengono riportati dentro Paragliola, Sorrentino e Palladino che riprendono posto fra i banchi e partecipano al voto dichiarando uno stentato “no” che però non è bastato per bocciare il provvedimento che è stato approvato con 9 voti a favore e 7 contrari

Un po’ patetico il tentativo postumo di Palladino di cercare di giustificare con argomentazioni senza costrutto il suo voto contrario nella illusoria speranza fosse passato inosservato il suo inchino a Di Guida che invece era stato immortalato senza ombra di dubbio sancendo uno smacco senza pari.

 

Noi ci fermiamo qui scusandoci della prolissità alla quale abbiamo ceduto; per i nostri lettori, probabilmente sbigottiti da quanto abbiamo raccontato, il suggerimento per una riflessione profonda: c’è politica e politica, questa è la politica fatta alla maranese maniera, ma c’è un’altra Marano che si è evoluta e può esprimere una politica di tutt’altro segno, basta che si decida a scendere in campo perché è ampiamente maggioritaria