Jan 23 - COME TI SMANTELLO SISTEMATICAMENTE IL COMUNE Praticamente azzerato l’Ufficio Tecnico

Jan 23  -  COME TI SMANTELLO SISTEMATICAMENTE IL COMUNE Praticamente azzerato l’Ufficio Tecnico

Danni gravi e permanenti

Aveva promesso in maniera a dir poco temeraria di risollevare le sorti della città già sull’orlo del baratro ma con quello che sta facendo e soprattutto con tutto quello che NON sta facendo sta definitivamente scavando la fossa e mettendo una pietra tombale su ogni possibilità di riscatto e di rinascita

La cosa si sta rivelando ogni giorno più pericolosa, i segnali di una debacle storica ci sono tutti ma sembra che nessuno li stia valutando nella loro reale portata distruttiva; non se ne rende conto la città, non se ne rende conto il Sindaco o, se se ne rendesse conto, e insisterebbe dimostrerebbe un’incoscienza paranoica, non se ne rendono ovviamente conto i desaparecidos della sua maggioranza proprio per difetto di capacità cognitive. Probabilmente non se ne rendono conto per intero nemmeno tutti i Consiglieri di opposizione che avendo la possibilità di tentare di fermare la frana proponendo ricorso al TAR contro il piano decennale di risanamento hanno preferito defilarsi e consentire a mani basse la prosecuzione dello sfascio.

 

I due pilastri

I due pilastri sui quali si fonda ogni possibile progetto di governo della città sono una finanza gestibile e un apparato efficiente. Per quanto attiene la situazione finanziaria abbiamo ripetutamente fatto rilevare a chi ci segue che invece di tentare il recupero conservandone alla Amministrazione locale la gestione, il Sindaco ha dichiarato da subito forfait affidando la città alle regole, le leggi e le prescrizioni che impongono la dichiarazione del disavanzo, il piano decennale di riequilibrio e alle indicazioni del Ministero che deciderà anche se comparare o meno i fogli per le stampanti. Per 10 anni Marano non avrà alcuna autonomia nella gestione della finanza. Il primo dei due pilastri è saltato.

Dalla efficienza degli uffici comunali dipende la qualità dei servizi e la possibilità che le cose accadano e su questo versante l’azione di smantellamento che Liccardo sta portando avanti ormai da 20 mesi ha già prodotto effetti devastanti sui quali non si potrà nemmeno porre rimedio a causa dei lacci e lacciuoli nei quali si è aggrovigliato.

Perché chi ci legge recepisca la gravità di quello che sta avvenendo, cominciamo con oggi a parlare dello stato in cui si trovano alcuni uffici che sono essenziali per la vita della città.

 

L’Ufficio Tecnico Comunale

È lo snodo attraverso il quale passa il 90% delle cose che un Comune ha intenzione o la necessità di fare; in parte abbiamo affrontato l’argomento nell’articolo apparso sul blog il 9 gennaio sotto il titolo “Il grande vuoto” (clicca qui), oggi andiamo a vedere in che condizioni si trova tracciandone una brevissima storia.

Il minimo storico - Nel 1993 (Marano aveva già 60.000 abitanti) quando uno sconosciuto Bertini si trovò a essere eletto Sindaco di Marano tutto l’Ufficio Tecnico del Comune era composto dal Geom. Franco Taglialatela con funzioni di “ingegnere capo”, il Geom. Tommaso Galluccio e il Geom. Giovanni Silvestri coadiuvati da quattro amministrativi, loro tre dovevano curare i lavori pubblici e l’urbanistica, istruire le licenze edilizia e riparare le buche delle strade… il Comune era stato dichiarato dissestato dai Commissari chiamati alla gestione dell’ente che nel frattempo era stato sciolto per infiltrazioni camorristiche ( e oggi non è che le condizioni siano molto diverse da allora) per cui era proibita ogni assunzione.

Il massimo storico - Nel 2006 Bertini consegnò al subentrante Perrotta un ufficio tecnico che contava 22 fra Ingegneri, Architetti e Geometri oltre 12 amministrativi.

Il ritorno al minimo - Oggi, 23.1.2015, l’Area Tecnica, che è gestita dal Segretario Generale perché manca il dirigente, conta in tutto sui seguenti tecnici: Arch. Paola Cerotto, Ing. Vito Casamassima, Arch. Gianluca Buonocore, Geom. Massimo Squarzoni, Geom. Tommaso Gallucci , Geom. Giovanni Silvestri, Ing. Giovanni Napoli.

Sapendo contare fino a 10 vediamo che siamo oggi a un organico tecnico di 7 persone. Considerando però che l’Ing. Casamassima sta partecipando a un concorso (nel quale ha già superato la prova scritta) per avvicinarsi a casa e che Buonocore è in graduatoria presso il Comune di Napoli per cui entro giugno lascerà Marano abbiamo completato in maniera perfetta il ritorno all’antico: una città di 60.000 abitanti dispone nuovamente di uno staff tecnico di soli 5 elementi. Saranno in gamba quanto volete ma non potranno fare miracoli

 

La grande fuga

Come si spiega la straordinaria diaspora che vede la fuga di ben 17 tecnici? Molti si sono avvicinati a casa e non sono stati rimpiazzati, altri hanno trovato di meglio, la maggior parte si sono, a giusta ragione, preoccupati per la totale assenza di indirizzo politico per cui, visti i problemi tipici della zona, considerate le responsabilità civili, penali e patrimoniali che ognuno si assume, considerato che non hanno alle spalle una Amministrazione che sa quello che vuole e non è in grado di offrire alcuna garanzia hanno pensato bene di alzare la vela verso altri porti.

Non è certamente secondario il fatto che l’assoluta ingessatura delle risorse non consente a chi lavora da tecnico a Marano remunerazioni e incentivi che in altri comuni invece si possono permettere e ognuno vede dove può trovare una pagnotta meglio farcita da portare a casa.

 

Siamo alla frutta

Ci avevamo messo 13 anni per costruire un team all’altezza di una città che poteva essere grande, siamo precipitati di nuovo nel pantano da cui speravamo di essere usciti e, visto il mai abbastanza vituperato piano di risanamento decennale, non sarà certamente più possibile recuperare efficienza, qualità e voglia di lavorare nel comparto più importante dell’apparato comunale.

 

Pensavate che un soggetto così piccolo potesse fare danni così grandi?