Quella che raccontiamo oggi ai nostri amabili lettori è l’incredibile storia di uno che, dimenticando di avere somme ingenti da mettere all’incasso, si piazza sul rosso fisso in banca dove preleva fino a 9 milioni allo scoperto pagando fior di interessi, accende mutui per 19 milioni presso la Cassa Depositi e Prestiti e per pagare i debiti si indebita ancora di più E’ la storia paradossale che torna di tempestiva attualità con la delibera di Giunta n° 159 del 29 gennaio 2015 con la quale, scoprendo che c’è da incassare la modica somma di circa 13 milioni di euro per gli oneri derivanti dai condoni edilizi, decide di assegnare la definizione delle 6.321 pratiche ancora giacenti all’Ufficio Tecnico Comunale con un progetto-obbiettivo di cui curerà la predisposizione il Dirigente che ancora non c’è.
La storia degli oneri da condono
E’ una storia che risale alla notte dei tempi tanto che le leggi di riferimento sono la n°47 del 1985, la n° 724 del 1994 e la n° 326 del 2003. Nell’anno 2006, alla scadenza del mandato dell’amministrazione Bertini, le pratiche ancora giacenti erano 8.952 per un importo complessivo presunto di circa 18 milioni di euro. Allo scopo di lasciare alla amministrazione subentrante la possibilità di incassare il considerevole gruzzolo in tempi rapidi e poter così far fronte agevolmente alle partite debitorie, il disbrigo delle pratiche era stato affidato, a seguito di regolare bando di gara, a una ditta esterna che aveva sottoscritto un contratto che la impegnava a completare l’evasione di tutte le richieste in due anni.
Per uno dei tanti misteri che hanno contraddistinto l’amministrazione Perrotta il contratto venne rescisso, il disbrigo delle pratiche venne reinternalizzato e assegnato all’Ufficio Urbanistica con un progetto-obbiettivo, le stanze che all’uopo erano state cablate vennero messe a disposizione dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Cavallo non ebbe nemmeno il tempo di completare il giro delle stanze che rassegnò le dimissioni da Sindaco a 9 mesi dalle elezioni, l’Amministrazione Liccardo si è resa conto di poter disporre di un tesoro imponente, liquido ed esigibile solo dopo 21 mesi di governo passato a rincorrere le farfalle; fatto sta che dal 2006 a oggi sono state definiti solo 2.611 condoni (circa 290 all’anno - 24 al mese) e ne restano ancora da evadere 6.321 quando ormai mancano solo 10 mesi al termine ultimo stabilito dalle leggi regionali per il disbrigo delle pratiche.
Venti milioni dimenticati
Si sapeva che la città avrebbe dovuto scontare qualche giorno di apprendistato di un bambinone acqua e sapone improvvidamente diventato sindaco ma nemmeno il più pessimista fra i non estimatori di Liccardo poteva immaginare che gli ci volesse tanto tempo per cominciare a capire come stavano i fatti (ammesso che l’abbia capito), anche perché nessuno aveva avuto modo di conoscerne i limiti, e il fatto che abbia passato quasi due anni a caccia dei debiti senza preoccuparsi di incassare i crediti l’ha portato a fare errori colossali indotto a ciò anche dalla presenza dominante e carismatica di un assessore tecnico abituato a ragionare più sui numeri che sulle cose.
Un minimo di buon senso avrebbe suggerito al più sprovveduto fra i sindaci di cercare di mettere da subito in moto, ogni possibile opportunità per incassare soldi propri mentre si dedicava al non facile esercizio di mettere a fuoco una situazione finanziaria decisamente disastrata, ma, a onta di ogni buon senso, i nostri hanno trovato più facile continuare a prendere soldi allo scoperto dal tesoriere e fare mutui per 19 milioni dimenticando di emettere le bollette dell’acqua per due annualità e quindi di incassare circa 7 milioni e di organizzare la definizione delle pratiche di condono che potevano portare nelle casse del Comune altri 13 milioni. Ecco i 20 milioni “dimenticati”.
E’ tutto sbagliato
La soluzione che i nostri geni incompresi hanno individuato con la delibera 159/15, oltre che tardiva, è tutta sbagliata e mentre declamano che “si rende particolarmente urgente pervenire alla definizione delle pratiche di condono e pertanto occorre dare immediato avvio all’attività amministrativa” cosa ti combinano? Pensano di “dare mandato al Dirigente dell’Area Tecnica di dare avvio immediato alla predisposizione di tutti gli atti propedeutici all’avvio del progetto condono…” ; praticamente chiedono al Dirigente, che al momento non c’è, di predisporre un progetto-obbiettivo in forza del quale i tecnici dell’UTC, compensati con parte dei proventi derivati dal condono, dovranno sbrigare TUTTE le pratiche operando fuori orario di lavoro.
Se la matematica continua a non essere un’opinione facciamo due conti con chi ci legge: supponiamo che il dirigente ad interim trovi il tempo per preparare e varare il progetto entro un mese, restano a disposizione per concludere il tutto non più di 9 mesi per 6.321 pratiche; considerato che tutto l’organico tecnico del Comune di Marano consta di 7 unità, che presto diventeranno 5, dovrebbe succedere che, lavorando fuori orario, questi dovrebbero sbrigare 702 pratiche al mese pari a 140 a testa e restano fuori dal computo i tempi occorrenti per tutti i condoni in zone soggette a vincoli ambientali o archeologici per i quali servono i pareri di altri organi.
E’ chiaramente una missione impossibile che, oltre a non produrre i risultati previsti, naturalmente sconvolgerà anche il lavoro ordinario degli uffici per cui tutto diventerà più precario.
Chissà se attivandosi due anni fa oggi il rosso fisso in banca non sarebbe scomparso o non si sarebbe almeno sostanziosamente ridotto e molti debiti non sarebbero stati pagati?
Ecco un altro esempio di quello che intendiamo quando parliamo di danni gravi e permanenti che la disavventura Liccardo sta procurando alla città.