Settembre 9 - PIP: LA CITTA’ DEVE SAPERE L’eutanasia di una speranza
Sei mai andato a Scannapapere?
Forse non tutti sanno che a Marano c’è un’area industriale che spunta quasi per miracolo alla fine di Via Canonico Migliaccio (località Scannapapere) e che dà a chi ci arriva per la prima volta l’impressione quasi surreale di essere finito per uno scherzo del destino nel bel mezzo di una di quelle aree industriali che costellano il paesaggio del nord est dell’Italia, Marano sembra lontana anni luci e invece ti rendi conto che sei ancora a Marano quando, addentrandoti fra i grandi viali che dividono file di capannoni ordinatissimi, capisci che c’è qualcosa che non va e provi la sensazione struggente di essere capitato in una città morta: i capannoni ci sono e sono anche belli a vedersi ma sono vuoti, tutto è fermo, immobile, come se una mano invisibile ne comprimesse il respiro
Il PIP
Il Piano per gli Insediamenti Produttivi è un progetto caparbiamente e tenacemente voluto dall’Amministrazione Bertini nella speranza ostinata di trasformare una città dormitorio in una città dove si lavora, dove si produce ricchezza, dove si costruisce il futuro per le nuove generazioni, dove con i 600 posti di lavoro inizialmente previsti si sarebbe potuto puntare a creare una prospettiva per quei 70 ragazzi su 100 che non hanno un lavoro e che per averne uno, magari precario, devono mettere in programma l’idea di andarsene lontano da casa. L’impianto progettuale però è passato per la realizzazione dalle mani delle amministrazioni che si sono succedute a Bertini e la faccenda ha finito con l’ingarbugliarsi di brutto fino al punto che non si sa se potrà mai effettivamente decollare
L’investimento che ha fatto la città
Marano ha investito moltissimo nel progetto PIP:
o ha investito 4,5 milioni di euro messi nell’operazione per abbassare i prezzi e renderli più appetibili per gli imprenditori
o ha impegnato 167.000 mq. del suo territorio più fertile
o ha assoggettato all’ esproprio un’area che sul libero mercato poteva rendere ai proprietari almeno il triplo di quello che hanno incassato
o ha pagato in termini occupazionali togliendo il lavoro ad alcune famiglie che vivevano coltivando quella terra
o ha rinunciato a incamerare almeno 2 milioni di euro esentando le costruzioni dagli oneri concessori su 42.500 mq o 500.000 mc
Si tratta di investimenti assolutamente importanti che per nessuna ragione possono andare perduti e la città esige non solo di sapere come stanno effettivamente le cose ma che si mettano in campo tutte le iniziative per recuperare al più presto e nel più completo dei modi un progetto ineludibile per il suo sviluppo: è per questo che abbiamo investito del problema il Consiglio Comunale nella seduta del 5 settembre
Tocca al Sindaco

I problemi del Sindaco di Marano e il conflitto di interessi
Si tratta di un’operazione certamente complessa per la quale il Sindaco Liccardo ha il vantaggio di non essere in nessuna maniera coinvolto nelle beghe e nelle trastole che hanno fatto arenare il tutto per cui può mettere a nudo la verità senza timore che si scoprano scheletri nell’armadio che possano ricondurre a lui, ma nel contempo ha la grossa difficoltà di dover far tutto da solo visto che l’Assessore ai Lavori Pubblici è proprio lui e che non può fare affidamento sulla collaborazione dell’Assessore all’Urbanistica che nella vicenda ha un evidente conflitto di interessi avendo svolto la sua attività professionale nell’ambito di imprese e soggetti riconducibili al Concessionario; a complicare il tutto c’è inoltre il fatto non di secondaria importanza che nella maggioranza che lo sostiene ha un ruolo e un peso determinante il Consigliere Provinciale Antonio di Guida che del Concessionario del PIP è socio in mille attività edilizie. Siamo proprio sicuri che potrà lavorare liberamente? Comunque il Sindaco è lui e a lui oggi spetta dipanare la matassa.
La nostra disponibilità
Sapendo quanto sia complicata la vicenda che si snoda in un arco temporale lunghissimo abbiamo offerto al Sindaco la nostra piena collaborazione nell’ottica del “bene comune innanzitutto” e se ci verrà chiesta faremo tutta la nostra parte in lealtà e coerenza nell’interesse della città.
Nel prossimo post: una per una le cose che dovranno essere chiarite.