Settembre 29 - Punto di vista COME TI INCENERISCO IL FUTURO DI UN TERRITORIO L’inceneritore no!

Settembre 29 - Punto di vista  COME TI INCENERISCO IL FUTURO DI UN TERRITORIO  L’inceneritore no!

La notizia relativa alla costruzione di un inceneritore nel comune di Giugliano sta risollevando l’atavico problema inerente allo smaltimento dei rifiuti e a tutte le problematiche connesse alla questione ambientale in Campania. L’impianto in questione dovrebbe avere come unico scopo quello di bruciare le circa 6 milioni di tonnellate di ecoballe ammassate in varie parti della Regione. La storia legata alle finte ecoballe campane è notevolmente controversa e per comprenderla è necessario capire come funzioni un simile impianto;sostanzialmente l’inceneritore brucerebbe tutto ciò che eccede da una corretta raccolta differenziata e per il quale non è previsto un riciclo effettivo,il cosidetto CDR,ossia materiale adatto alla combustione col fine di produrre energia.Le ecoballe di Giugliano sono un insieme di rifiuti di ogni sorta,ammassati in enormi balle che di eco non hanno nulla. Risalgono ai periodi più bui dell’eterna emergenza rifiuti in Campania e furono create come soluzione provvisoria all’emergenza,ma in questi enormi blocchi di immondizia è stato accumulato di tutto:semplici rifiuti solidi urbani e rifiuti classificati come speciali,con il probabile inserimento di rifiuti tossici di dubbia provenienza. Ritenere indispensabile bruciarle in un inceneritore costruito ad hoc è quanto di più criminale si possa prospettare in quanto gli impianti di CDR campani hanno,negli anni,prodotto un CDR che risulterebbe incompatibile con gli impianti di incenerimento. Attualmente queste balle non risultano essere più nocive per ambiente e salute umana essendo oramai entrate in un processo di mummificazione spontanea ed avendo in tal modo esaurito il loro potenziale altamente inquinante,che con ogni probabilità è già penetrato nei terreni circostanti. Già questa motivazione basterebbe per evitare un simile progetto,ma a questo si aggiunge la drammatica situazione ambientale del territorio giuglianese che risulta essere tra i più inquinati della Campania avendo il triste primato di ospitare ben oltre 45 discariche,legali e non,e tornato agli onori della cronaca per le dichiarazioni plateali del pentito Carmine Schiavone, che nel lontano 1997 aveva già parlato dei numerosi sversamenti illegali di rifiuti tossici e termonucleari interrati nelle zone che si estendono dal litorale domizio fino alle aree flegree del napoletano,attualmente al vaglio degli inquirenti. Giugliano risulta essere uno dei territori campani maggiormente avvelenati dal business dello smaltimento illegale dei rifiuti tossici gestito dalla camorra con la connivenza della politica corrotta e delle lobbies industriali e finanziarie;un territorio sul quale sorgono coltivazioni ed allevamenti a distribuzione nazionale. I gruppi di potere interessati alla realizzazione di questi impianti cercano,col supporto di mezzi d’informazione pilotati e asserviti,di generare nell’opinione pubblica la percezione che gli inceneritori fungano da panacea per l’annosa questione dello smaltimento dei rifiuti in Campania,quasi che questi siano necessari per chiudere definitivamente la vergognosa emergenza che ormai da troppi anni travaglia questa regione. Secondo il rapporto stilato dall'Associazione Medici per l'Ambiente,fra tutte le tecnologie relative al trattamento dei rifiuti,l'incenerimento è dannoso tanto per l'ambiente quanto per la salute poichè la combustione trasforma anche i rifiuti relativamente innocui in composti tossici e pericolosi,generando emissioni gassose e nano polveri che risultano essere fortemente inquinanti per l’ambiente circostante,e ceneri che per essere a loro volta smaltite necessitano di discariche allestite per accogliere rifiuti pericolosi. Lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha svolto nel 2004 uno studio attraverso il quale ha evidenziato come l’incidenza tumorale e le malformazioni neonatali aumentino per quella parte di popolazione costretta a vivere nel raggio di azione di questi impianti,che si svilupperebbe per vari kmq. Eppure in Italia,a differenza degli altri paesi,ci si ostina a non avviare un piano alternativo per lo smaltimento dei rifiuti ed ancora si fa affidamento su metodi obsoleti che nonostante tutto beneficiano di incentivi statali. La storia degli inceneritori è,infatti,indissolubilmente legata al paradosso dei famigerati CIP6,in base ai quali il nostro paese è l’unico che considera l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani una fonte rinnovabile al pari dell’energia eolica o solare ed elargendo,su questa base,una serie di incentivi a chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili,con diritto di rivenderla ad un prezzo maggiorato. Alla luce di quanto illustrato appare chiaro come l’inceneritore giuglianese vada ben oltre il nobile intento di smaltire quelle tonnellate di ecoballe e sia invece maggiormente legato ad interessi di carattere economico-finanziario a discapito di eventuali,rapide e definitive risoluzioni quali potrebbero essere impianti di ultima generazione poco inquinanti,poco costosi e di scarso appetito per le lobbies che,al contrario,fanno affari con i nostri rifiuti.

Eleonora Giordano