SEP 29 - LICCARDO IL CONTASTORIE… “RIDURREMO L’IRPEF” - Sui circa 8092 comuni d’Italia Marano è fra i 267 che pagano di più

SEP 29  -  LICCARDO IL CONTASTORIE… “RIDURREMO L’IRPEF” - Sui circa 8092 comuni d’Italia Marano è fra i 267 che pagano di più

 

Il cantastorie e il contastorie

Il cantastorie, figura ormai in via di estinzione, è quel simpatico menestrello, amato da tutti meno che dai potenti, che gira fra i villaggi e le contrade cantando storie epiche di intrepidi eroi e di gentili donzelle adattandone spesso le gesta agli umori degli astanti; il contastorie, invece, è tutta un’altra cosa, è un parente stretto del contafrottole, razza in via di espansione, specializzato nell’inventare palle da ammannire ai gonzi soprattutto quando i gonzi potrebbero tornare utili come ai tempi in cui in giro ci sono le elezioni

Per chiarire meglio la questione facciamo un esempio pratico: a Marano la figura emblematica del contastorie (o contapalle) è quella di Angelo Liccardo il quale è riuscito nella straordinaria impresa di realizzare uno strike forse unico nella storia: da quando è diventato sindaco è stato capace di far cadere nel nulla, come tanti birilli instabili, il cento per cento delle cose che aveva giurato che avrebbe fatto; può sembrare una esagerazione di chi scrive, abitualmente non tenero verso il bambinone acqua e sapone, ma invece è la pura e semplice verità che troverà l’ennesima conferma questa sera nel Consiglio Comunale convocato per le 17,00 quando con la approvazione dell’aliquota dell’addizionale IRPEF cadrà anche l’ultimo birillo, quello della riduzione dell’addizionale Irpef

 

La strana storia della tassa che doveva essere ridotta

Fra gli impegni solenni presi durante la campagna elettorale quello che veniva scandito dal “nostro” a ogni piè sospinto era la promessa di ridurre l’Irpef, poi diventò Sindaco e “si accorse” che lo stato delle finanze del Comune era piuttosto malmesso, poi fece finta di praticare una riduzione pro forma e dall’8 per mille decretato dal Commissario passò a 7,75 per mille, però successe che sbagliò le procedure e il TAR su sollecitazione del Ministero riportò la tassa alla aliquota originaria e lì rimase

Tutto questo succedeva nel 2013 mentre per il 2014 non si azzarda nemmeno a fare la mossa e spara subito la botta dell’ 8 per mille spiegando però con un profluvio di parole che non gli è consentito fare diversamente perché laddove credeva di trovare tutto grasso che colava ha invece trovato solo macerie e perché la dichiarazione del disavanzo fatta dal Consiglio Comunale nella seduta del 20 giugno non gli concede spazi di manovra…

 

Una palla tira l’altra

Non è facile nemmeno per un contastorie professionale come Liccardo evitare di incartarsi fra una fesseria e l’altra, infatti si è dimenticato, il tapino, che aveva scelto lui, in piena coscienza e con deliberato consenso, di candidarsi come Sindaco di Marano di Napoli e non di Marano Lagunare e si è dimenticato pure che la dichiarazione del disavanzo l’ha voluta lui su istigazione di Longoni quando aveva tutte le possibilità di evitarla e quando l’opposizione lo supplicava di non farlo

 

Dovuta o voluta?

Che poi si tratti di una scelta obbligata è un’altra boutade perché nell’istruttoria allegata alla delibera per l’adesione al piano di riequilibrio decennale  (sempre in programma per questa sera) c’è una frase galeotta che sbugiarda ulteriormente Angelocchio (Angelo-Pinocchio) sia in riferimento alle ragioni per le quali ha voluto caparbiamente dichiarare il disavanzo sia in riferimento alla presunta necessità di portare le tasse ai massimi livelli: dice infatti il funzionario  “il piano di riequilibrio decennale… dà la possibilità al Comune di deliberare aliquote o tariffe dei tributi locali nella misura massima consentita anche in deroga a eventuali limitazioni disposte dalla legislazione vigente” in pratica dichiarando il disavanzo il Sindaco si è procurata  la possibilità, e non l’obbligo, di elevare i tributi alla misura massima consentita

 

Il poker delle fesserie

Con questa decisione Liccardo, l’uomo che aveva assicurato che avrebbe abbassato le tasse, perfeziona un poker che sbancherà le esangui casse delle famiglie di Marano

-          IMU: aveva giurato che l’avrebbe abolita e invece l’ha fissata al 10,60 per mille

-          TASI: a Marano invece dell’ 1 per mille si pagherà il 2,30 per mille

-          IRPEF: Marano entra nella elite privilegiata dei 267 comuni sugli 8092 che ci sono i Italia che pagheranno l’ 8 per mille

-          TARI (ex TARSU): a Marano una famiglia media composta da 4 persone che abitano in un appartamento di 90 mq. invece dei 2,90 euro/mq. che pagava nel 2013 pagherà 4,33 euro/mq. con un aumento di 1,23 euro/mq.

 

Perché non si dimette?

Visto che dei punti programmatici che aveva messo alla base del suo progetto di governo, per un motivo o per l’altro, non è riuscito a salvarne nemmeno uno sorge spontanea la domanda: ha sbagliato quando ha fatto il programma o è un incapace?

Lasciamo ovviamente a chi legge l’ardua sentenza, per noi è solo un incapace che non ha saputo fare un programma di governo adatto alla città di Marano e a questo punto sgorga accorata una preghiera che rivolgiamo direttamente al primo cittadino:

 

visto che non puoi mettere in pratica niente di tutto quello che ti eri proposto, perché non chiudi la libretta e te ne vai?