SEP 26 - CADE A PEZZI LA GIUNTA LICCARDO - Alla resa dei conti

SEP 26 -  CADE A PEZZI LA GIUNTA LICCARDO - Alla resa dei conti

 

Sembra che la saliva con la quale si è tenuta fino a oggi in piedi la Giunta Comunale di Marano abbia perso anche quel minimo potere adesivo che abitualmente si riconosce allo sputo e uno dopo l’altro si stanno staccando le figurine sbiadite di soggetti inconcludenti impropriamente e inopportunamente chiamati a governare la città nell’improbabile ruolo di assessore

 

Se ne è andata la Pannino

Marano, fino a pochi giorni, aveva un assessore, della cui esistenza nessuno si era accorto, che corrispondeva al nome di Giuseppina Pannino arrivata da quel di Qualiano perché  fortemente voluta dall’accoppiata mefitica Di Guida-Cesaro con l’esplicita funzione di farsi curare gli interessi palazzinari nella redazione di un piano regolatore che, a pena di commissariamento, dovrebbe essere approvato e varato entro l’anno 2014. Inutile dire che anche il piano regolatore è rimasto nel cassetto delle intenzioni inutili per cui l’assessore ignoto è rimasto parcheggiato fin quando i suoi mentori non si sono ricordati che esisteva e hanno pensato bene di utilizzarlo in funzione politica nella guerra all’ultimo sangue ingaggiata con Liccardo

Lo scontro, durissimo, vede i due contendenti divergere fondamentalmente su un punto: mentre il Sindaco vorrebbe parlare di rimpasto subito dopo l’approvazione del bilancio quando i suoi antagonisti non avrebbero più nemmeno una cartuccia a salve da sparare, Di Guida, che scemo non è, vuole costringerlo a mettere le carte sul tavolo prima di perdere totalmente potere contrattuale. Per accelerare il processo ecco che la povera Pannino così come senza fiatare era stata messa adesso senza fiatare viene tolta e il Sindaco si trova la giunta zoppa.

Sappiamo che ai nostri lettori piacerebbe di più vederli discutere su come risolvere i problemi della città, ma è meglio che si rassegnino all’evidenza dei fatti: questo è quello che passa il convento.

 

Orlando se ne va sbattendo la porta

Nessuno più di Gaetano Orlando è stato fatto oggetto da parte dell’opposizione e da tanta parte di città di ripetuti inviti ad andarsene, vuoi per motivi di incompatibilità vuoi per motivi di incapacità; ma l’anima paesana ha sempre fatto quadrato intorno al più paesano degli assessori ritenendo che il diritto di far fuori un nativo l’avessero solo i nativi. Pare che il momento per farlo fuori sia arrivato quando il Sindaco ha cominciato ad avere bisogno di spazi per accontentare altri indigeni in vista del rimpasto e allora tutta la solidarietà di facciata, che nel mondo dei parvenus non si nega a nessuno, è miseramente venuta meno e sembra che nell’ultima infuocata riunione alla quale ha partecipato il Dott. Orlando abbia capito che lo si voleva impallinare facendone un capro espiatorio e con un rigurgito di orgoglio se ne è andato sbattendo violentemente la porta e dichiarando poi amareggiato alla stampa locale di aver notato un evidente clima di sfiducia nei suoi confronti. Fuori due.

 

Sceneggiata o scemeggiata?

Chi ha avuto occasione di assistere alla seduta di Consiglio Comunale di ieri e lo ha fatto con un minimo di senso critico non può non aver rilevato una incredibile serie di incongruenze che però non sconvolgono più nessuno visto che l’incongruenza è il segno distintivo di questa tornata amministrativa.

-        All’ordine del giorno, fra i pochi argomenti discussi, dopo che alcuni sono stati ritirati perché gli atti non erano completi, c’era l’approvazione del piano finanziario della gestione dei rifiuti. L’argomento era strettamente di pertinenza dell’Assessore Orlando ma proprio in questa circostanza Orlando ha dato forfait: la cosa avrà un significato?

-        La presentazione del piano finanziario è stata fatta da un funzionario e non da un amministratore: sarà perché Sindaco e assessori non avrebbero nemmeno saputo spiegare di cosa si trattava?

-        L’ipocrisia di un sindaco con la faccia come il culo è arrivata al punto che ha preso la parola per ringraziare l’ex assessore per il “proficuo lavoro svolto” lodandone la competenza, la capacità, l’abnegazione e portando a merito del suo lavoro i risultati strabilianti raggiunti da Marano nel campo della raccolta dei rifiuti: perché allora avendo il Mandrake della monnezza se lo sono fatto scappare?

-        Il non plus ultra della stupidità è arrivato quando hanno preso la parola il re delle cose futili e delle parole inutili, il consigliere Marra, delegato ufficialmente a millantare il nulla, e il suo vice, il consigliere Sansone che ha il compito fisso di rispiegare il nulla illustrato da Marra: dalla differenziata al 65% alle condizioni di lindore di una città che i turisti visitano per raccontarlo in giro, all’isola ecologica che ancora non c’è ma già produce risultati… una quantità di palle megalattiche che hanno indotto molti a chiedersi “ma se questo paradiso del candore lo ha prodotto l’assessore Orlando perché lo avete messo in condizione di andarsene?”

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Stabilizzato D’Ambra

Erano in molti che mettevano l’assessore D’Ambra fra i partenti, all’ultimo momento invece pare che la cosa sia  rientrata e sembra che nessuno sia più inamovibile dell’assessore a mille cose… che si siano riscoperte in zona Cesarini quelle virtù, quelle abilità e quelle capacità che fino a oggi erano state tenute accuratamente nascoste?

Noi  sappiamo che non si può tirare il sangue da una rapa e sappiamo quindi che le ragioni di una indiscutibile riconferma non sono da cercarsi nei risultati che fra l’altro non ci sono;  le voci che girano a Marano sono tante e non sempre sono attendibili ma stando alle voci pare che i motivi per i quali il Sindaco è stato costretto a ricredersi non abbiano niente a che vedere né con la politica né con le valutazioni di merito…misteri maranesi!

 

 

E intanto la città langue…..