SEP 18 - SEDUTI SU UNA BOMBA A SCOPPIO RITARDATO - Felici, contenti e incoscienti verso lo scioglimento?

SEP 18  - SEDUTI SU UNA BOMBA A SCOPPIO RITARDATO - Felici, contenti e incoscienti verso lo scioglimento?

 

I dolori del giovane Liccardo

Con il Consiglio Comunale declassato al rango di trasposizione istituzionale delle riunioni di maggioranza l’amministrazione Liccardo si sta avviando fra mille titubanze, incertezze e affanni verso l’approvazione del bilancio previsionale per l’anno 2014 In questi 12 giorni che mancano al fatidico appuntamento che potrebbe segnare la fine di una esperienza fallimentare sono molte le cose che turbano il sonno del Sindaco che, provato l’orgasmo del potere, è sempre più deciso, costi quello che costi, a rimanere in sella

Non è certamente di poco conto il fatto di dover portare il bilancio e una quantità di atti prodromici all’approvazione di un Consiglio miseramente dimezzato dopo l’abbandono delle opposizioni; è fortissimo il ritardo perché devono essere ancora approvate le tariffe della TARI (fra convocazione e seduta occorrono almeno 6 giorni) e perché solo dopo l’approvazione delle tariffe la Giunta potrà approvare lo schema di bilancio che dovrebbe essere consegnato ai Consiglieri Comunali venti giorni prima della data prevista per la riunione del Consiglio.

Ma fra tanti motivi di angustia certamente quello che maggiormente lo turba e lo tiene impegnato è il terrore del fuoco amico perché, mentre lui cerca di spostare a dopo il bilancio le previste operazioni di rimpasto per spuntare le armi a quelli della sua maggioranza che stanno alzando le pretese, loro vogliono battere il ferro nel momento che è caldo e spingono la guerra ai limiti delle conseguenze più estreme. Frastornato oltre il suo imbambolamento abituale in queste mille beghe non sa, il tapino, che c’è un rischio ben più grave per la sua permanenza nella stanza dei bottoni, una vera e propria bomba a scoppio ritardato e vi spieghiamo qual è.

 

La bomba a scoppio ritardato

E che he potrebbe esplodere coinvolgendo tutto e tutti si chiama “piano di risanamento” e, siccome la cosa ha un contenuto tecnico che potrebbe risultare un po’ ostico ai più, ci vediamo costretti a procedere per gradi cercando di tediare il meno possibile i nostri affezionati lettori
 

La dichiarazione del disavanzo. Con la delibera n° 57 del 19 giugno 2014 il Consiglio Comunale, con i voti unanimi della maggioranza, approva il rendiconto di gestione preparato dall’Assessore Longoni esponendo un disavanzo, risultato da una capziosa forzatura dei numeri, pari a € 16.225.000 (per saperne di più clicca qui: la frittata è fatta) e al punto 9 dell’atto decide di “riservarsi l’adozione dei conseguenti provvedimenti ai fini del ripiano del disavanzo”.
 

L’ignoranza colpevole degli incoscienti. Convinti che l’aver detto in Consiglio di voler procedere al ripianamento decennale ai sensi del DL 174 costituisse di per sé il completamento dell’atto, il Sindaco, l’Assessore, il Dirigente dell’area finanziaria non si sono preoccupati nemmeno un po’ di procedere a quei conseguenti provvedimenti citati nella delibera; non hanno, cioè, provveduto a portare in Consiglio la proposta di adesione al piano decennale né tanto meno di predisporre il piano di rientro che, dopo essere stato approvato dal Consiglio e trasmesso al Ministro, ha bisogno di 60 giorni per essere approvato o rinviato al mittente. Ad oggi, e siamo al 18 settembre, il Consiglio Comunale di Marano non ha ancora deciso con un atto specifico di procedere al ripianamento decennale  né ha approvato il piano da trasmettere al Ministero.
 

In bilancio i numeri al lotto. Gli uffici stanno dando gli ultimi ritocchi alla proposta di bilancio e siccome fra le poste passive va messa anche la quota parte, per il 2014, del piano di rientro si è pensato tranquillamente di inserire un numero che corrisponde a un decimo del disavanzo ma allo stato è un numero assolutamente privo di consistenza perché non approvato dal Consiglio né tanto meno approvato dagli organi superiori; è un numero tirato dal bussolotto della tombola che non serve se non per riempire la casella.

Come può arrivare lo scioglimento del Consiglio? Prima o poi il Consiglio Comunale di Marano dovrà procedere sia alla decisione di aderire al ripianamento decennale sia ad approvare il piano di risanamento il quale dovrà essere a sua volta approvato dagli organi sovraimposti: oltre alla concreta ipotesi che si possa rilevare il profilo del “falso” perché il numero esposto non ha alcun valore accertato (e già il bilancio potrebbe essere caducato per questo) esiste concretamente l’ipotesi che il piano tardivamente approvato dal Consiglio non venga approvato dagli organi superiori per cui crolla l’impianto del bilancio con la nefasta conseguenza del dissolvimento del Consiglio Comunale.
 

Conseguenze drammatiche. Una conclusione di questo tipo sarebbe decisamente drammatica per le sorti della città perché il disavanzo conclamato resta tutto in piedi, l’amministrazione non è più in carica, il piano di risanamento non c’è e si va a rotta di collo verso il dissesto. A questo potrebbe condurci questa amministrazione di sconsiderati nella sua folle e tutta sbagliata fissazione di risanare la situazione finanziaria dell’ente.
 

Cosa avrebbero fatto degli amministratori intelligenti? A parte il fatto che un’amministrazione saggia avrebbe dovuto evitare di esporre il disavanzo per tenere la gestione dell’ente fuori dalle pastoie che il regime del disavanzo impone, certamente una amministrazione dotata di intelligenza media, sapendo che si andava verso l’approvazione del bilancio, contestualmente alla dichiarazione del disavanzo avrebbe presentato al Consiglio Comunale la delibera di adesione al ripianamento decennale e quella per l’approvazione del piano: partire solo con la esposizione del disavanzo rimandando sine die gli adempimenti conseguenti è un atto di incoscienza che rasenta la follia.

 

Sarebbe stato pretendere troppo? Con Liccardo & soci certamente si.