Salvati in calcio d’angolo dal reprobo Bertini
Grazie all’imbeccata fornita all’ultimo momento dal reprobo Bertini che ha ricordato al Segretario generale il fatto che la delibera di giugno con la quale si dichiarava il disavanzo non bastava per poter inserire nel bilancio un numero valido come quota 2014 del ripiano decennale ma che occorrevano altri atti deliberativi, Liccardo e i suoi sono stati scossi dal loro sonno beato e si sono affrettati a portare in Consiglio Comunale (ancora dimezzato per l’assenza di tutti i consiglieri di opposizione) la delibera con la quale si decide di voler aderire al piano di riequilibrio decennale salvandosi per il momento, e per il rotto della cuffia, da una sonora bocciatura del bilancio e dal conseguente scioglimento del Consiglio Comunale
La partita è solo rimandata
Saltato il primo fosso nel quale i nostri eroi stavano cadendo per mera stupidità e insipienza non è per niente detto che il rischio sia scongiurato, in realtà la partita è semplicemente rimandata al 29 dicembre quando tutti i nodi verranno al pettine e si concretizzeranno le conclusioni del percorso scellerato avviato dalla nefasta accoppiata Longoni-Liccardo con la deliberazione del disavanzo che ha infilato Marano in uno strettissimo culo di sacco dal quale non se ne potrà venire fuori se non con conseguenze disastrose per la città
Lo scenario che si sta delineando è fra i più cupi e proviamo a raccontarlo senza procurare incubi a nessuno
Buco profondo
La voragine dei conti è stata solo sfiorata e dalla relazione del Collegio dei Revisori viene fuori un quadro di questo tipo: fra il Commissario e Liccardo sono stati accesi mutui per immissione di liquidità per un importo di 19.691.000 euro e ciò nonostante in banca siamo ancora a rosso e stiamo continuando a pagare interessi; ci sono fondi vincolati utilizzati “in via provvisoria” ma mai compensati; sono stati per il momento rilevati debiti fuori bilancio per 2.714.000 euro e altri devono ancora essere definiti; i pignoramenti presso il tesoriere ammontano a 951.022 euro e infine, grazie alla disgraziata decisione di tagliare di un sol colpo 32 milioni di crediti di “dubbia esigibilità” (e non di “certa inesigibilità”), c’è da ripianare un disavanzo di 16.225.000 euro: questi i numeri del disastro
Lo scenario immediato
Dalla delibera appena adottata discendono conseguenze immediate e molto probabili disastri a breve termine. Nell’immediato succede che:
- Fino alla approvazione da parte del Ministero del piano decennale sono sospesi gli atti esecutivi nei confronti del Comune
- Possibilità per il Comune di deliberare i tributi locali nella misura massima consentita anche in deroga a eventuali limitazioni previste dalle leggi nazionali
- Copertura al 100% dei costi dei servizi a carico dei cittadini
- Obbligo alla puntuale ricognizione dei debiti fuori bilancio
- Obbligo al controllo ministeriale in materia di assunzioni
- Obbligo di rivisitazione dei residui attivi e obbligo a stralciare quelli di dubbia esigibilità
- Obbligo di riduzione di tutti i costi sostenuti dall’ente
- Possibilità di assumere mutui per far fronte ai debiti fuori bilancio
La bomba a termine
Dalla data della delibera di adesione al piano pluriennale decorrono 90 giorni perentori entro i quali gli uffici devono predisporre un minuzioso e documentato programma di rientro che varrà sottoposto alla approvazione del Consiglio Comunale e successivamente alla approvazione del Ministero; se alla fine dei 90 giorni non sarà stato presentato o nel caso il piano non venga approvato succede che:
- Il numero messo in bilancio come quota parte del ripianamento decennale del disavanzo risulta non veritiero, il bilancio non quadra più per cui viene caducato e con il bilancio che decade arriva lo scioglimento del Consiglio Comunale
- Essendo ormai conclamato il disavanzo e quindi ufficializzata l’esistenza di un disequilibrio, in assenza di un qualunque programma di riequilibrio vengono concessi 20 giorni al Consiglio Comunale per dichiarare il dissesto
Ce la faranno i nostri eroi?
Il padre di questa sconsiderata avventura è l’Assessore Longoni che viene dato per sicuro partente nel rimpasto che il Sindaco si accinge a fare e lascerà il cerino fumigante in mano a un inutile Liccardo circondato da quel paio di commercialisti dei quali uno “dorme nel letto della sapienza” ma fondamentalmente dorme (Vincenzo Marra) e l’altro gli canta la ninna nanna (Giorgio Sansone): mancano del tutto le competenze per la redazione nei tempi previsti, e soprattutto con la credibilità necessaria, del piano di riequilibrio; c’è tutta una storia di questa amministrazione che autorizza a pensare che si arriverà fuori tempo massimo e c’è un tale livello di incompetenza e raffazzanomanto che sarà impossibile che i quattro brocchi che si sono autodefiniti giunta comunale riescano a mettere insieme qualcosa di decente da presentare al Ministero
Il peggio del peggio
Se le cose dovessero andare come è logico pensare che vadano Marano piomberebbe in un baratro dal quale non si solleverà mai più perché il 30 dicembre 2014 potrebbe ritrovarsi senza amministrazione comunale e con la dichiarazione del dissesto.
Questo è il culo di sacco nel quale improvvidamente Liccardo ha infilato la città.
Se cose dovessero andare a finire così non ci sarà da nessuna parte un fosso abbastanza grande nel quale dovrebbero andarsi a seppellire il Sindaco Liccardo, la Giunta e tutta la sua maggioranza.