Il pellegrinaggio della speranza
Capita spesso che qualcuno, dopo che i medici hanno desolatamente rassegnato le armi, affidi le sue ultime chances al pellegrinaggio della speranza e si imbarchi in viaggi estenuanti per raggiungere santuari rinomati contando in un miracolo che puntualmente non arriva; è questo quello che ci sembra abbia in qualche modo cercato di fare Angelo Liccardo, Sindaco di Marano, il quale non riuscendo più a trovare il bandolo della matassa in una situazione che si sta ingarbugliando sempre di più, rendendosi conto che i guai che combina si fanno ogni giorno più pesanti e angoscianti e, soprattutto, vedendo ormai arrivata al capolinea una avventura nella quale si era buttato senza discernimento ha pensato di rovesciare le sorti miserande della sua esperienza amministrativa con quello che aveva ritenuto potesse essere un autentico “coup de theatre”: un pellegrinaggio nel santuario della finanza europea nella speranza di tornare a Marano carico di tanti di quei soldi da strabiliare una città che avrebbe gridato al miracolo e avrebbe poi preteso che fosse fatto santo subito
Le pive nel sacco
Dopo aver sapientemente fatto trapelare alla stampa la notizia, aver creato quel tanto di attenzione che doveva bastare, senza strafare, a creare l’opportuno clima di attesa il nostro pellegrino si è imbarcato verso Bruxelles con dei valigioni pieni di speranze e sogni; pare che ad attenderlo ci fosse il suo mentore di sempre, quel Martuscello che gli aveva fatto prendere la luna nel pozzo e che lo avrebbe accompagnato a parlare con il vice scambio del sottoaiuto della segretaria del segretario di non si sa bene quale alto funzionario che li avrebbe accolti con tanta disponibilità e un enorme accondiscendenza facendo però capire loro che l’alto funzionario era provvisoriamente impegnato ma che lasciassero i loro recapiti perché sarebbero stati sicuramente contattati.
Forte di un risultato che magari non era proprio il massimo ma costituiva pur sempre un primo importante passo per un Sindaco paesanotto che non avrebbe mai pensato di arrivare a tanto, il callido Liccardo raccoglie i valigioni che sono più vuoti di prima perché adesso non ci sono più nemmeno i sogni e le speranze a riempirli, telefona al suo personale portavoce per raccontargli l’esito dell’incontro e il portavoce, per quanto assunto a spese del Comune per dare sostanza al nulla, decide di soprassedere a pubblicare il peana che aveva preparato pieno di numeri e cifre da capogiro e telefona a quelli della banda musicale che erano stati allertati per accoglierne il ritorno per disdire l’appuntamento per la marcia trionfale preparata dai commercianti di Corso Europa.
E così, un po’ come tutti i pellegrinaggi della speranza, anche questo si conclude con un triste nulla di fatto e con le pive nel sacco; il Sindaco Liccardo ritorna mesto a Marano da dove era partito con baldanzosa sicurezza.
Alla guerra senza gli effetti speciali
Adesso, senza poter contare sugli effetti speciali con i quali pensava di strabiliare la città e sbaragliare gli avversari, il primo cittadino si appresta ad affrontare il Consiglio Comunale del 20 ottobre dove pare che non troverà la banda musicale a cantarne la gloria ma una banda di musicanti che pare stiano da un po’ di tempo addestrandosi a suonare la marcia funebre.