OCT 16 - DIFFIDATI - Arrivano tardi anche sul bilancio e il Prefetto li diffida

OCT  16   -   DIFFIDATI - Arrivano tardi anche sul bilancio e il Prefetto li diffida

Ritardati o ritardatari?

La legge assegnava il 30 settembre come termine ultimo per l’approvazione del bilancio di previsione dell’anno 2014 ma, come era ampiamente prevedibile e nel pieno rispetto di un’abitudine consolidata, l’armata Brancaleone che si ostina a chiamarsi Giunta Municipale di Marano, non si è nemmeno accorta che aveva sforato anche l’ultimo giorno utile costringendo il Prefetto, che invece se ne era accorto, a mandare a Sindaco & C. una severa reprimenda con la quale stigmatizza il ritardo e li diffida a approvare l’atto contabile entro 20 giorni avvisandoli che, qualora anche questo ultimo termine non venga rispettato, provvederà alla nomina di un Commissario ad acta e procederà allo scioglimento del Consiglio Comunale

 

Le ragioni del ritardo

Un’occhiata anche superficiale ai capitoli e ai numeri del bilancio, piatto e inespressivo come l’encefalogramma dei nostri amministratori da tempo ridotto allo stato vegetale, fa aggrottare le sopracciglia a chi vorrebbe trovare nella genialità delle intuizioni programmatiche espresse nel  documento contabile le ragioni di un ritardo così coriaceo e che invece deve accontentarsi di prendere atto che si tratta di un mero agglomerato di cifre che anche un ragioniere di primo pelo, munito di un buon programma per il suo PC, avrebbe saputo mettere in fila.

In realtà la spiegazione dello sforamento dei tempi di legge non sta nel tentativo di rabberciare uno straccio di progetto per il governo della città perché il governo della città è l’ultimo dei problemi per i guitti che mimano le funzioni di pubblici amministratori a Marano ma è da cercarsi esclusivamente nell’ estenuante braccio di ferro impegnato fra il Sindaco e la sua maggioranza  già dal giorno successivo a quello dell’insediamento e che raggiunge i massimi livelli di attrito ogni volta che arriva in Consiglio un provvedimento per il quale è indispensabile il voto di tutti perché è a quel punto che il più insignificante fra i Consiglieri Comunali (e non è facile individuare qualcuno da citare ad esempio nel generale squallore) sente di essere indispensabile e alza la posta cercando di vendere al maggior prezzo possibile quel voto che poi tornerà a contare molto meno del due di briscola.

Il momento topico per lo scontro all’ultimo sangue è quello del bilancio perché all’approvazione nei tempi perentori del documento programmatorio è legata la prosecuzione dell’attività amministrativa di questo scalcinato scherzo di natura che è l’attuale governo di Marano e ognuno spara tutti i colpi che ha a disposizione tirando la corda fino all’ultimo ma facendo bene attenzione a che non si spezzi perché questo vorrebbe dire che se ne tornano tutti a casa e, a soli 18 mesi dall’ultima campagna elettorale, nessuno ha voglia di rimettersi in gioco.

E’ in questo scazzo massacrante che passano il loro tempo il Sindaco e la sua maggioranza senza risparmiarsi colpi bassi, offese irripetibili e minacce nemmeno tanto velate di far intervenire “quelli che contano”; è così che Liccardo spende i suoi giorni con i risultati che si leggono a occhio nudo vedendo le condizioni in cui è ridotta la città

 

La resa dei conti il 20 ottobre?

Con venti giorni di ritardo è stato finalmente convocato il Consiglio Comunale che dovrà approvare il bilancio di previsione 2014, dopodiché o dentro o fuori; c’è chi dà per assodato il fatto che si sia trovata la quadra e che il Sindaco si sia abbassato le mutande fino al disotto dei ginocchi, c’è chi giura che i giochi non sono ancora fatti, c’è chi si aspetta come ultimo avvertimento l’ennesima seduta deserta per l’assenza di quei consiglieri che quando si tratta di appuntamenti di questo tipo regolarmente perdono l’ultimo tram, c’è la stragrande maggioranza dei cittadini che non se ne fotte proprio angosciata com’è dai mille problemi veri di un quotidiano sempre più nero e ormai definitivamente avvilita dalla miserevole sceneggiata offerta dalla politica locale ma soprattutto c’è la certezza che l’ampiamente previsto voto favorevole espresso alla unanimità dalla maggioranza non significherà assolutamente che pace è fatta e che finalmente si comincerà a pensare ai bisogni di Marano; significherà soltanto che si sono trovati tutti d’accordo sull’idea di non andarsene a casa e che, non appena girata la boa del bilancio, nello stagnetto nauseabondo di acqua bassa nel quale nuotano strisciando sul fondo, i piccoli piranas arrapati riprenderanno a sbranarsi senza ritegno e senza un minimo di pietà per una città ridotta allo stremo

 

L’opposizione rimane sull’Aventino

Per non essere nemmeno sfiorata dagli schizzi di fango prodotti dall’ossessivo dimenarsi dei piranas arrapati e per non offrire allo spettacolo indecoroso di una maggioranza indecente la copertura della dignità di cui sono portatori, i consiglieri di opposizione non parteciperanno ai lavori del Consiglio ma vi assisteranno da semplici spettatori seduti insieme alla gente a significare anche in maniera visibile da che parte amano stare.

D’altra parte la non partecipazione dell’opposizione alle sedute del Consiglio, decisa nel tentativo di recuperare la corretta gestione democratica del civico consesso e che si protrae ormai da mesi registra da parte del Sindaco e dei suoi la più salomonica indifferenza segnando, caso mai ce ne fosse bisogno, quanto basso sia il livello dell’ìdea di democrazia partecipata alla quale si attengono i nostri amministratori i quali, in perfetta sintonia con un passato duro a morire e del quale sono i naturali eredi, erano e restano convinti che a Marano comanda chi ha più forza non chi ha più ragione.

 

Altrimenti come avrebbe fatto la camorra ad avere tutto il potere che ha avuto?