NOV 3 - IL PORTAVOCE DEVE CANTARE E PORTARE LA CROCE - La difficile vita di un portavoce alla corte di Liccardo

NOV  3   -   IL PORTAVOCE DEVE CANTARE E PORTARE LA CROCE - La difficile vita di un portavoce alla corte di Liccardo

Guadagnarsi la pagnotta facendo il portavoce di un sindaco-ombra come Liccardo non può che essere impresa ardua per un onesto cronista che, in tempo di crisi e in un mondo avaro di opportunità come quello del giornalismo, ha pensato di sbarcare il lunario accettando di fare il “portavoce” del primo cittadino di Marano, disposto a venire a compromesso con la sua professionalità quel tanto che serve per far diventare atti eroici i gesti banali di un quotidiano asfittico, per preparare quattro parole da mettere in bocca a chi ha serie difficoltà a spiccicare verbo, per ammantare di un’aura epica anche gli sbadigli di un sindaco amorfo

In realtà tutto poteva immaginarsi l’incauta giornalista meno il fatto che il compito che si intendeva affidarle, con l’incarico e lo stipendio, non era quello di stupire i maranesi con gli effetti speciali che dovevano far sembrare aquila un moscerino ma era quello di inventarsi quotidianamente di sana pianta qualcosa da trasformare in comunicato da ammannire alla stampa e alla città per dare l’impressione e la sensazione che a Marano ci fosse un Sindaco, cosa che la gente non ha nessuna opportunità di notare e di apprezzare vista la  totale assenza di segnali tangibili dell’esistenza di una amministrazione

Normale che, per quanto dotata di buona volontà e fantasia, ad un certo punto la portavoce si sia trovata a corto di argomenti perché un conto è far sembrare importante una cosa insignificante che il Sindaco ha fatto, tutt’altra storia invece è inventarsi proprio il Sindaco; il fiume di comunicati che inizialmente sgorgava dalla penna del portavoce è progressivamente diventato un rigagnolo e piano piano ha finito con l’arenarsi quasi del tutto, cosa che a Angelo Liccardo, che aveva sempre pensato e continua a pensare che la storia non si costruisce con i fatti ma la si disegna a colpi di comunicazione, non poteva certamente andare a genio e, invece di pensare a fare qualcosa che offrisse  alla malcapitata giornalista l’opportunità per costruire un comunicato, ha pensato bene di dismettere i panni del bravo ragazzo educato e di modi cortesi e indossare quelli a lui più congeniali di un’arroganza ereditata con il DNA  che lo porta a non guardare in faccia a nessuno e senza troppi peli sulla lingua sembra abbia imputato alla incolpevole portavoce tutte le colpe di una nullità della quale è unico responsabile

C’è chi spiega così le improvvise dimissioni presentate senza alcun segnale premonitore dalla giornalista e da lei motivate, per una questione di stile, da ragioni di carattere personale.

Sembra che la cosa abbia preso di contropiede il Sindaco inducendolo a più miti consigli e nel giro di poche ore le motivazioni urgenti di carattere personale sono scomparse e le dimissioni sono state ritirate.

 

Pare proprio che la paranoia di questo Sindaco non risparmi niente e nessuno al Comune di Marano.