Il 24 novembre il Consiglio Comunale si è riunito in seduta straordinaria e urgente per approvare, ancora una volta in zona Cesarini perché il termine ultimo era fissato per le ore 23,59 del 26 novembre, la rinegoziazione dei mutui; un’operazione che consente alle casse comunali di tirare un po’ il fiato perché riduce di 887.000 euro la rata annuale di rimborso dei mutui
Cos’è la rinegoziazione
Forse non tutti quelli che ci leggono hanno un mutuo da pagare e il termine per qualcuno potrebbe risultare una novità, lo spieghiamo in poche parole: normalmente i mutui concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti agli enti pubblici vengono rimborsati, con tassi fissi di interesse che variano di volta in volta sulla base dell’andamento dei mercati finanziari al momento della erogazione, nell’arco massimo di 25 anni e nei 25 anni vengono spalmate le rate semestrali di rientro, un allungamento dei tempi di rientro comporta in automatico un abbassamento della rata di rimborso perché se devo pagare 1.000 euro in 10 mesi devo rimborsare tutti i mesi 100 euro se invece devo pagarli in 20 mesi l’importo mensile si abbassa a 50 euro, naturalmente un’operazione di questo tipo viene proposta dal debitore in difficoltà al creditore che deve essere disposto a aderire. Questo si chiama rinegoziare un debito.
I numeri di Marano
Attualmente il Comune di Marano si trova a rimborsare circa 60 mutui diversi contratti a vario titolo negli ultimi 25 anni; alcuni stanno per essere estinti a breve, altri devono essere pagati ancora per 25 anni (tipo i 3 milioni per la Caserma della Compagnia dei Carabinieri e i 900.000 euro per il Tribunale); tutti insieme comportano un rateo annuale di rimborso di € 3.410.000, somma ancora ampiamente inferiore alla capacità di indebitamento valutata sui parametri di legge ma assolutamente proibitiva per un Comune che ha dilapidato la maggior parte delle proprie risorse; la proposta della Cassa Depositi e Prestiti consente un allungamento di tutti i mutui fino al 2044 con un considerevole aumento del peso degli interessi (offerti comunque a un tasso molto favorevole) ma con l’ effetto molto positivo per le casse asfittiche dell’ente di ridurre di 887.000 la rata annuale.
In pratica non c’è nessun risparmio ma c’è un significativo abbassamento della tensione finanziaria
Non l’ha fatto apposta
Se un’operazione di questo tipo fosse stata prodotta dall’intelligenza gestionale del Sindaco potremmo segnare finalmente il primo punto a suo favore, purtroppo però i fatti non stanno così; ribaltando la logica e la prassi non è stato il debitore in difficoltà (Comune di Marano) ad andare a proporre la rinegoziazione ma è stato il creditore (Cassa Depositi e Prestiti) che l’ha suggerito così come l’ha suggerito a tanti altri enti locali in crisi; la Dirigente dell’Area Economica e Finanziaria l’ha proposto al Sindaco il quale non ha fatto altro che portare la delibera in Consiglio Comunale dove, dimostrando ancora una volta di non aver capito come stavano le cose, si è attribuito il merito di “un risparmio” di 800.000 euro all’anno
Un ritardo imperdonabile
Era un’operazione che Liccardo avrebbe dovuto mettere in campo già 18 mesi fa e oggi se ne vedrebbero già gli effetti, in realtà l’idea gli era stata anche suggerita dal solito guastafeste di Bertini quando con lui stava all’opposizione della giunta Cavallo, ma la cosa probabilmente risultò poco comprensibile all’esperto commercialista che ha dovuto aspettare la proposta della CDP per sapere che esisteva questa possibilità
Allo sbaraglio
Una cosa comunque è certa: Liccardo e i suoi sodali quando si sono proposti di andare al governo di Marano non avevano lo straccio di un’idea di come stessero le cose e ancor meno avevano un’idea di quello che si sarebbe dovuto fare per rimettere in linea di galleggiamento la barca che stava e sta per affondare: hanno vinto e ora improvvisano
Non è tutto oro quello che luccica
C’è poi un risvolto della medaglia che pare non sia stato recepito da nessuno: il respiro che le casse comunali potranno tirare sarà un respiro corto perché il rateo annuale provvisoriamente abbassato con questa operazione tornerà bruscamente a impennarsi non appena andrà in ammortamento il mutuo di 18 milioni di euro contratto dalla coppia Longoni-Liccardo e quei mutui che il piano decennale prevederà per far fronte ai debiti fuori bilancio, a spanne è lecito pensare che, una volta a regime i nuovi mutui, il Comune dovrà far fronte a una rata annuale di circa 4.300.000 euro che si mangia tutto il cosiddetto risparmio con una aggiunta di altri 800.000 euro. E’ chiaro che senza la rinegoziazione la cosa sarebbe stata molto più dura, ma è anche chiaro che non è che con questa operazione si è aperta un’autostrada nel percorso di sopravvivenza del Comune di Marano
La proposta de L’Altra Marano
Sapendo bene quali fossero le condizioni finanziarie dell’ente L’Altra Marano un progetto l’aveva predisposto quando ha presentato il suo programma elettorale e si basava su due punti fondamentali:
- Uscire dal rosso fisso in banca che fino a oggi è costato di interessi circa 700.000 euro (oggi nonostante il mutuo di 18 milioni per cassa siamo ancora a debito con la banca di circa 7 milioni) e per fare questo rinegoziare i mutui allungando i tempi per abbassare il rateo e chiedendo la moratoria per sospendere i pagamenti per almeno due anni recuperando risorse per annullare lo scoperto bancario (cosa che Liccardo non ha pensato di fare e che ormai non sarà più possibile fare)
- Mettere in vendita parte del patrimonio immobiliare non residenziale di cui dispone il Comune incassando nel breve un importo di circa 12 milioni di euro che avrebbero consentito di governare i debiti senza uccidere la città.
Marano però ha voluto credere al bambinone acqua e sapone, tutto chiacchiere e fascia tricolore, e ore ne paga e ne pagherà a lungo le pere cotte.