Nov 11 - LIBERI TUTTI - Avevano impedito l’accesso al Comune ai Commissari Prefettizi: tutti assolti

Nov 11 -  LIBERI TUTTI - Avevano impedito l’accesso al Comune ai Commissari Prefettizi: tutti assolti

La notizia
E’ di questi giorni la notizia che sono stati tutti assolti i trentacinque imputati che, insieme a Mauro Bertini, erano finiti sotto processo per aver, nell’ormai lontano 2004, impedito l’accesso al Comune al vice capo della polizia Gaetano Piccolella e agli altri due commissari mandati a governare Marano dopo il proditorio e assolutamente immotivato scioglimento del Consiglio Comunale per una presunta e pretestuosa infiltrazione camorristica e lo avevano fatto incatenandosi ai cancelli e occupando i porticati della casa municipale in un interminabile sit in al quale avevano partecipato, in un infuocato inizio agosto, più di duecento cittadini accorsi a difendere la loro amministrazione e l’onorabilità della loro città
In verità non è tanto l’importanza della notizia che ci induce a occuparci del fatto, perché un’assoluzione per intervenuta prescrizione non è poi una notizia così eclatante, quanto l’occasione che ci viene offerta per rivivere, insieme a chi ha la pazienza di leggerci, una pagina della storia di una Marano che sembra lontana mille anni luce da quella città che oggi vive nella più precaria e mortificante delle maniere il suo quotidiano, una pagina di storia  che temiamo finisca con l’essere irripetibile
Uno scioglimento tutto politico
Che l’anomalia Marano, dove da ormai dieci anni governava un sindaco comunista e dove non venivano fatti sconti e riservati trattamenti privilegiati a nessuno, dovesse essere rimossa lo si sapeva da tempo e da tempo si stavano muovendo forze politiche e poteri forti per interrompere un’esperienza che in una realtà come la nostra era decisamente atipica, il pentito di camorra con le sue rivelazioni pilotate aveva provocato un’artificiosa imputazione per associazione di stampo mafioso (il famigerato 416/bis) dalla quale il sindaco Bertini fu prosciolto in istruttoria, una attenzione tutta particolare riservata al personaggio scomodo da parte di un PM zelante come pochi portò a un’imputazione per corruzione aggravata che si concluse con un’assoluzione con formula piena nel primo e nel secondo grado di giudizio voluto pervicacemente da un procuratore della Repubblica particolarmente insofferente nei confronti di idee innovative e socialmente troppo ardite, alla fine si trovò la formula che consentiva di chiudere la storia del riscatto di Marano senza aver bisogno di prove che reggessero al confronto in un’aula di tribunale e i senatori Novi di Forza Italia e Florino di Alleanza Nazionale, spalleggiati dal prefetto di Napoli  Profili perfettamente addomesticabile dalla politica di stampo fascistoide, si inventarono l’unico percorso che, basandosi su un generico “fumus”, poteva consentire di mandare tutti i casa, fu inviata la Commissione di Accesso e il 28 luglio 2004 il Presidente della Repubblica, nonostante avesse ricevuto quasi tremila fax di cittadini di Marano che gli chiedevano di non firmare, siglò il decreto di scioglimento
La reazione della città e la solidarietà dei sindaci
Colpita al cuore, Marano che finalmente aveva assaporato il gusto nuovo della libertà e della dignità, non accettò che si ricomponesse artatamente l’equazione Marano=camorra, e per quanto si fosse in pieno periodo ferragostano si strinse intorno al suo sindaco e agli amministratori, si susseguirono manifestazioni a getto continuo e fra queste la più clamorosa quella del 30 luglio quando fu impedito l’ingresso al Comune alla terna dei commissari. Fu grandiosa la solidarietà che venne portata a Marano da una cinquantina di amministrazioni comunali fra le quali quella di Napoli e di Salerno che parteciparono, gonfaloni in testa, a una manifestazione che attraversò le strade della città e si concluse rioccupando la sala consiliare. Una stima, un affetto e una solidarietà dei quali per la prima  volta nella sua storia Marano faceva la conoscenza, una simbiosi fra la città e l’amministrazione che dopo non ci è più capitato di vedere e non sappiamo se si avrà più l’occasione di sperimentare
La sentenza del TAR
Tre mesi dopo Bertini riprendeva il ruolo di Sindaco, gli assessori ritornavano a fare gli assessori e i consiglieri comunali recuperavano la loro funzione istituzionale grazie alla sentenza n° 16778 del 27 ottobre 2004 con la quale il Tribunale Amministrativo della Campania accoglieva il ricorso dell’amministrazione e annullava il decreto dl Presidente della Repubblica, sentenza confermata poi dal Consiglio di Stato al quale il Prefetto di Napoli, deciso a non mollare, aveva fatto ricorso
Il fatto che il Sindaco sia stato restituito alla sua funzione costituisce già di per sé un evento straordinariamente insolito, ma a noi preme maggiormente proporre alla attenzione dei nostri lettori le motivazioni della sentenza della quale riportiamo integralmente qualche piccolo ma significativo stralcio:
-              lo scioglimento induce “un esito potenzialmente paradossale di vanificazione di una scelta politica dei cittadini che, come si evince dagli stessi atti dell’istruttoria, avevano premiato il candidato alternativo a quello sostenuto dalla locale malavita organizzata…”
-              “non può non avere un peso importante la circostanza per cui la maggioranza che regge l’amministrazione fatta oggetto di scioglimento non è quella appoggiata alle elezioni dalla camorra ma quella che ne ha subito l’avversione e l’inimicizia. Di fatto il provvedimento finisce per sancire una sorta di blocco della democrazia poiché significa che l’esito delle elezioni, benché contrario al candidato della camorra (Giuseppe Spinosa) è nella sostanza irrilevante.”  
Il segno dei tempi
Abbiamo ripercorso in una sintesi estrema un tratto della storia maranese che riteniamo particolarmente interessante sia a beneficio della memoria di chi l’ha vissuto e il cui ricordo forse si sta appannando sia a beneficio di chi non ne ha mai avuta notizia anche perché non è detto che, esorcizzato una volta, il rischio dello scioglimento non debba più riproporsi e non è nemmeno detto che un eventuale ripetersi dell’infausta esperienza possa concludersi con un identico esito visto che i tempi e le situazioni sono radicalmente mutati, i riflettori illuminano in maniera impietosa uno spaccato cittadino che l’ordinanza che ha accompagnato i recenti arresti rivela come intimamente permeato da un intreccio camorra-politica oggi più vivo che mai e l’ipotesi madre alla quale ogni commissione d’accesso dedica la massima attenzione e che è quella di individuare parentele e frequentazioni inquietanti oggi troverebbe ampi riscontri sia nel consiglio comunale che, e soprattutto, nella giunta comunale
Non è detto che succeda
…… e tutti facciamo voti perché non accada perché sarebbe una irrimediabile iattura per la città, ma bisognerebbe che anche chi oggi ha la responsabilità del governo della città desse una mano al destino riducendo al minimo i rischi o almeno evitando di aggravare la situazione come ci sembra sia successo di recente con delle scelte di carattere politico come quella del coordinatore di Fratelli d’Italia, che, almeno a livello di opportunità, sono sicuramente discutibili.
 

Quello che crediamo di poter senz’altro pronosticare è che, nella malaugurata ipotesi che la cosa dovesse riproporsi,sarà un po’ difficile vedere una città che si ribella.