May 25 - D’AMBRA STA ALLA LEGALITA’ COME BETTINA STA ALLA CASTITA’ - Ma il Sindaco da che parte sta?
Ci eravamo impegnati a ritornare sul fatto assolutamente singolare dell’Assessore D’Ambra che, dopo aver ricevuto dal Sindaco Liccardo la delega alla legalità, si è fatto prendere con le mani in pasta mentre compiva un abuso urbanistico beccandosi una denuncia e venendo per questo rinviato a processo e così riprendiamo il discorso a commento della mozione pubblicata nel precedente post
Senza entrare nemmeno di striscio nel merito del reato contestato e senza voler minimante anticipare le conclusioni che i giudici vorranno tirare, vogliamo soltanto prendere in considerazione il fatto del tutto singolare di chi, incaricato dal Sindaco di difendere, promuovere e far apprezzare il concetto di legalità, nel suo privato viola le leggi e strapazza i principi morali con assoluta nonchalance e la più totale disinvoltura e ci scuseranno i nostri amabili lettori se per esprimere al meglio il concetto andiamo a scomodare per un momento Bettina
Bettina ‘e sotto ‘e tre ponti
Non è proprio uno dei personaggi celebri che hanno reso grande Napoli nel mondo, ma dalle nostre parti sembra che siano veramente pochi quelli che non hanno mai sentito parlare di Bettina ‘e sotto ‘e tre ponti, la prostituta più longeva della storia, diventata famosa per aver praticato l’arte più antica del mondo ben oltre i limiti dell’età canonica con la passione di una missionaria e con encomiabile professionalità e noi la andiamo a tirare in ballo non per aprire un dibattito sull’utilità… sociale del mestiere più bistrattato ma anche più praticato al mondo ma semplicemente per porci una domanda assolutamente capziosa: “quanto sarebbe credibile l’immarcescibile Bettina se a mò di catarsi finale o dopo aver bevuto qualche bicchiere fuori ordinanza si mettesse in testa l’idea di fare l’elogio della castità?” La risposta che ci immaginiamo sorga spontanea dopo il preambolo non può essere che questa “esattamente come l’Assessore Domenico D’Ambra quando parla di legalità”. E’ chiaro che se il confronto Bettina-D’Ambra risulta proponibile sul piano della mera dialettica, non è invece assolutamente sostenibile sul piano delle conseguenze che dalle due incongruenze possono derivare perché se della castità non ce ne può fregare di meno (anche perché siamo fra quelli che sanno che la castità è quella virtù che i preti si tramandano di padre in figlio) se invece ti sputtanano la legalità la cosa assume tutta un’altra gravità perché demoliscono un pilastro portante del vivere civile in un territorio dove è già abbastanza vilipeso
L’omertà e la recidiva
Siamo convinti che i nostri lettori condividono con noi il disagio che una situazione di questo tipo provoca e ci spiace doverlo ancora aggravare rendendo noto il fatto che la vicenda non nasce in questi giorni ma si trascina ormai da svariati mesi nel silenzio complice del Sindaco e nell’omertà generale e che già molto tempo fa avevamo preannunciato questo nostro intervento (la mozione e la pubblicizzazione) se non fossero stati presi provvedimenti.
I provvedimenti non sono stati presi e ci sembra evidente a questo punto che il problema reale non sta nella gravità del reato in quanto tale né solo nel fatto che a perpetrarlo sia stato chi doveva per missione propugnare la legalità ma nelle mentalità condivisa con la quale ci si approccia al concetto di governo della città, alla responsabilità dei ruoli che si ricoprono, al significato di valori fondanti che a parole si affermano ma nei fatti si calpestano con disinvoltura.
Le colpe del Sindaco
Assolutamente impensabile l’idea che l’Assessore, colto in flagrante, potesse avere una resipiscenza e chiamarsi dignitosamente fuori; la statura del personaggio non consente slanci di tanta nobiltà, ma è invece gravissima la responsabilità del Sindaco, quel Sindaco tutto chiacchiere e fascia tricolore che recita legalità come un mantra ma che nei fatti produce, consente e permette ogni forma di illegalità. Angelo Liccardo, profondo conoscitore degli uomini e delle cose di Marano, non poteva non sapere quali e quante fossero le controindicazioni che sconsigliavano di assegnare ruoli di governo al Dottore D’Ambra, sapeva anche che proprio quella delega non poteva essergli conferita e in tutti questi mesi, in perfetta coscienza e con deliberato consenso, ha tenuto un piedi l’incongruenza stridente di una assessore illegale alla legalità. In altri Comuni e con altri soggetti sul proscenio come minimo il Sindaco avrebbe avocato a sé la delega e un Sindaco DOC avrebbe rimosso tout court l’assessore; ma questa nostra martoriata città è da un po’ di tempo che non ha la fortuna di avere un Sindaco DOC.
P R O S S I M A M E N T E
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