May 2 - IL SILENZIO DEGLI…INCOSCIENTI: A corto di argomenti si affidano alla forza bruta - Spigolature da un Consiglio Comunale

May 2 - IL SILENZIO DEGLI…INCOSCIENTI: A corto di argomenti si affidano alla forza bruta - Spigolature da un Consiglio Comunale

 
Quell’insanabile senso di inferiorità
Il Consiglio Comunale del 13 aprile, come purtroppo tanti altri Consigli Comunali,  non ha risolto nessuno dei problemi che affliggono Marano ma ha fornito più che validi argomenti a chi cercava una risposta alla domanda che ponevamo ai nostri lettori con l’articolo del 4 aprile quando ci domandavamo come mai l’amministrazione Liccardo rifuggisse dai Consigli Comunali con lo stesso terrore con il quale si cerca di scansare la peste bubbonica: chi ha partecipato ha capito che in realtà quello che convince il Sindaco e i suoi a rimandare il più a lungo possibile la convocazione del pubblico consesso è grosso modo la stessa cosa che convinceva il Sindaco Cavallo a disertare puntualmente l’assise cittadina ed è quell’insanabile senso di inferiorità che nasce da una strutturale povertà di idee, da una conclamata incapacità discorsiva, dal livello rasoterra di un modo di ragionare che emergono in ogni occasione di confronto con l’opposizione e che per loro trasformano ogni Consiglio in una mortificante esibizione di pochezza
 
La pochezza degli argomenti
Mentre l’opposizione metteva all’attenzione del Consiglio Comunale i tanti ritardi del Sindaco con una argomentatissima mozione di censura, il problema delle frazioni abbandonate al degrado e all’abbandono, il dramma delle famiglie colpite da ordini di sfratto, da parte dell’Amministrazione arrivavano tre “cazzatelle” proposte da altrettante controfigure di assessori i quali, dopo tre mesi che non si convocava la massima assise cittadina, non trovano di meglio che impegnarla a modificare il regolamento per i cosiddetti “ispettori ambientali”, un altro regolamento per l’assaggio dei cibo distribuito con la refezione scolastica e un terzo regolamento per l’utilizzo dello stemma del Comune
E’ evidente la distanza abissale fra le cose alle quali si dedica quotidianamente l’accrocco amministrativo che gravita attorno a Liccardo e i problemi reali di una città che langue e non sa a che santo votarsi così come balza agli occhi il diverso livello di impegno fra un’opposizione che cerca di inchiodare la Giunta e il Consiglio sulle emergenze vitali di Marano e che va puntualmente a scontrarsi con la miopia strabica di una maggioranza che non vede aldilà della punta del proprio naso e non riesce a distogliere lo sguardo dalle beghe politiche tutte interne e dai piccoli e grandi intrallazzi ai quali dedica tutte le energie
 
La forza bruta dei numeri

A corto di argomenti con i quali contrastare le proposte dell’opposizione e assolutamente incapaci di proporre idee che siano migliori, il Sindaco e i suoi si rifugiano in un esercizio che è a loro più congeniale e affidano alla forza bruta dei numeri il compito di affossare le idee, un comportamento che non si discosta molto da quello di chi da tempi immemori mortifica Marano ricorrendo alla forza senza curarsi di avere ragione o avere torto, un modo di agire che nel linguaggio tecnico delle inchieste giudiziarie viene spesso indicato con termini come “con l’aggravante del metodo mafioso”, e che, mutatis mutandis, è il metodo di chi alle idee e alla ragione contrappone la forza bruta. E, facendo più affidamento sulla forza dei numeri che non su quella dell’intelligenza e delle idee, il Sindaco ha cercato di resistere all’attacco di Tonino Di Guida rastrellando fra le file della minoranza altra manovalanza fino al punto di averne oggi a disposizione una quantità superiore al necessario e con questo tipo di apporto riuscirà ogni volta a bocciare tutte le  proposte dell’opposizione, anche quando incrociano esigenze essenziali per la città, ma difficilmente riuscirà ad avere ragione, lui questo lo sa, per cui cerca di andare in Consiglio ogni morte di papa perché la città, e sa anche questo, riesce ancora a distinguere la lana dalla seta.
 
Il silenzio degli incoscienti e la fuga degli ignavi
Ci scuserà Thomas Harris se parafrasiamo il titolo del suo romanzo, ma è il comportamento tenuto dalla maggioranza nell’ultimo consiglio Comunale ad avercelo suggerito quando sugli argomenti proposti dalla opposizione ha osservato un rigoroso e totale silenzio durato un paio di ore lasciando solo al Sindaco il compito di farfugliare qualcosa (i risultati del corso accelerato di logopedia non si vedono ancora) e ostentando il piglio di chi sa di non poter avanzare ragioni per controbattere cose inappuntabili ma aspetta che gli altri si sfiacchiscano alla grande per gridare le ragioni di una città allo spasimo per concludere alla fine che tutto va bene con una semplice e coreografica alzata di mano che boccia tutte le proposte ed esaurisce tutta la loro capacità dialettica. E’ chiaro che se i protagonisti del romanzo erano “innocenti” quelli della pantomima che stiamo narrando innocenti non sono ma sono degli incoscienti totali che non esitano a sacrificare alle loro schermaglie “politiche” i bisogni primari della città.
Visto che siamo in tema andiamo a scomodare anche Dante Alighieri al quale chiediamo di riservare nel girone degli ignavi un posto per il Consigliere Luigi Di Marino il quale, non potendo votare contro la mozione che chiedeva la presenza del Comune a Torre Caracciolo, per non inimicarsi la gente del luogo dove abita e non potendo votare a favore per motivi politici, ha trovato la soluzione in una vergognosa fuga che è balzata agli occhi di tutti quando si è proceduto alla votazione per chiamata nominale e di Di Marino non si è trovata traccia.
 
 

Ma fra gli incoscienti e gli ignavi come potrà cavarsela la città?