May 12 - TUTTA UN’ALTRA STORIA… - I tredici anni che avevano cambiato Marano

May 12 - TUTTA UN’ALTRA STORIA… - I tredici anni che avevano cambiato Marano

Premessa
La storia di Marano non è solo storia di malavita ma anche storia di vita, storia di un riscatto avviato, storia di una città che ha avuto l’occasione di mettere in campo potenzialità insospettate, è riuscita a recuperare ritardi abissali, a portarsi all’altezza dei tempi e proiettarsi verso un futuro di eccellenza
E’ storia vera, trascorsa in un quotidiano che, nel suo scorrere normale, non ha consentito a chi l’ha vissuta di percepirne la portata ma che prende forma e si delinea in tutta la sua concretezza se si ripercorre a distanza di tempo e, partendo da quello che eravamo, si riscopre quello che eravamo stati capaci di diventare e si riesce anche a capire quello che abbiamo perduto da quando questo percorso si è interrotto con il ritorno a quella “paesanità” che è la madre di tutti i mali [clicca qui se vuoi saperne di più sul termine “paesanità”]
Continuiamo a raccontare la storia di quell’ altra Marano riproponendo in varie puntate il resoconto alla città fatto alla fine dei tredici anni di amministrazione Bertini e consegnato a tutte le famiglie in un libretto denso di cose; per recuperare gli articoli precedenti cliccare qui: [] - [] - [] - [] - [] - [] - [] - []
Due importanti precisazioni:
La storia fotografa lo stato dei fatti a marzo 2006 e ovviamente non tiene in conto del fatto che dopo sono passati Perrotta, Cavallo e qualche commissario. Per facilitarne la lettura in termini storici alcuni capitoli sono divisi in due parti, una intitolata “Come era” che viene scritta in corsivo, l’altra che si intitola
“Come è oggi” e racconta come stavano le cose attualizzate a marzo 2006.
 
I SERVIZI ESSENZIALI
Acqua – fogne – illuminazione pubblica
1.    L’acqua
 
COME ERA
Gli approvvigionamenti idrici nel 1993 non superavano gli 8.000 mc. al giorno con un deficit nei confronti del quantitativa d’acqua occorrente per una città di 60.000 abitanti di circa 4.000 mc. al giorno. Per questo motivo e per l’insufficienza della rete acqua per tutti non ce n’era. Si cercava di sopperire con le “manovre” che davano l’acqua a una zona togliendola a un’altra e con le autobotti che facevano la spola notte e giorno. Particolarmente critica la situazione della zona di Torre Caracciolo e Contrada Romano dove l’unico modo per far arrivare l’acqua era costituito dalle autobotti dei Vigili del Fuoco mandate dalla Prefettura che quotidianamente si inerpicavano sulla montagna scortate dalla Polizia Municipale per evitare gli atti di prepotenza di chi reclamava tutto per sé fregandosene degli altri. I serbatoi di accumulo si trovavano (e in parte si trovano ancora )a una quota talmente bassa che la pressione non riusciva a spingere l’acqua oltre il primo piano e per tutti si poneva come necessario ricorrere alla installazione di serbatoi propri muniti di un autoclave per far salire l’acqua negli appartamenti. Nella zona di San Rocco e Castelbelvedere l’acqua che veniva fornita alle famiglie non era potabile, si diramava tramite tubazioni private e un’ordinanza sindacale ne vietava l’uso alimentare.
 
COME E’
Oggi le fonti di approvvigionamento si sono diversificate (ci sono anche tre pozzi scavati direttamente dal Comune) e la città di Marano è in grado di attingere fino a 20.000 mc. di acqua al giorno. L’acqua arriva tutti i giorni al 100% delle case, è ovunque perfettamente potabile ed è distribuita tramite una rete esclusivamente pubblica. I rari momenti di crisi sono dovuti a sporadici episodi di guasti e a cicli manutentivi. Grazie a tutta una serie di anelli e allacciamenti oltre il 50% delle case sono collegate con le vasche della Recca che si trovano a un’altezza tale da evitare serbatoi e autoclavi, c’è anzi il problema contrario e qualche volta occorre un riduttore di pressione; ci sono però anche molte case che hanno ancora bisogno di serbatoio e autoclave.
L’acqua oggi a Marano c’è per tutti e non è più un problema
 
2.    Le fogne
COME ERA
Nel 93 la città di Marano disponeva in tutto di un’unica fogna che attraversava la città e recapitava regolarmente nello sfioratore di Calvizzano in fregio all’Alveo dei Camaldoli; tutto il resto della città, dalla collina a San Marco, a San Rocco, sversava ignominiosamente a cielo aperto nell’Alveo Camaldoli, nel Defrido e nel Vallone Carmine andando direttamente a mare nella zona di Varcaturo; chi non si immetteva negli alvei rimediava con dei pozzi neri (pochi dei quali autorizzati) o addirittura si permetteva la scelleratezza criminale di scavare pozzi artesiani per sversare i reflui in falda inquinando seriamente le acque.
 
COME E’
Con un forte finanziamento CIPE è stato completato l’anello fognario cittadino: praticamente tutta la città, da Poggio Vallesana a Via Castelbelvedere, dispone di recapiti fognari; la fogna per le acque meteoriche di Via Antica Consolare Campana (già Via del Pesce) è stata trasformata in fogna mista e nessuno sversamento parte da Marano per finire a mare.
Nel nuovo collettore fognario lungo la Via San Rocco-Castelbelvedere vanno a recapitare tutti gli affluenti da Via Galeota, a Via Torre Dentice, a Via B.Croce, a Via Pio La Torre. Con finanziamenti comunali  sono stati realizzati alcuni importanti allacciamenti interni quali Via Iorace, Cupa Dormiglione e altri. La grande fogna lungo la Via Marano Pianura si era fermata all’altezza di Castello Scilla lasciando sprovvisto di recapito tutto il resto della strada  fino alla rotonda di Città Giardino; anche questo problema è risolto perché mentre scriviamo (marzo 2006) sono in esecuzione i lavori appaltati dalla Provincia di Napoli per la realizzazione di un grosso collettore di acque meteoriche che verrà poi trasformato in fogna mista. La parte più difficile da avviare a soluzione era la Collina, ma anche questo problema che da anni ogni tanto sembrava risolto per tornare poi in alto mare, è stato radicalmente sistemato con un finanziamento di circa 13 milioni di euro ottenuto dal Commissariato per l’emergenza idrogeologica che ha fatto il progetto, messo a gara i lavori e aperto il cantiere. Nel progetto delle fogne della Collina è inclusa la radicale ristrutturazione di Via del Mare.
Anche le fogne di Marano non sono più un problema.
3.    La pubblica illuminazione
COME ERA
Il 30% della città e tutta la periferia erano praticamente prive di pubblica illuminazione
 
COME E’
Oggi tutte le strade pubbliche sono dotate di illuminazione. Anche le strade periferiche hanno un impianto di pubblica illuminazione e fra queste
-        Via Ruocco
-        Via Cinque Cercole
-        Via Iummella e Via A.Moro
-        Via Iorace
-        Via Faragnano
-        Via Silvano
-        Via Nuova Silvano
-        Via Antica Consolare Campana
-        Via Corree di Sotto
-        Via Danimarca
-        Via San Rocco – Castelmonteleone
L’intero impianto è stato revisionato e messo a norma; l’installazione dei regolatori di flusso permette un importante risparmio energetico.


La pubblica illuminazione a Marano ora c’è.