May 10 - RISCHIAMO DI CADERE DALLA PADELLA NELLA BRACE - Il piano Longoni-Liccardo potrebbe essere la pietra tombale su Marano
Il momento delle scelte importanti
Dopo un anno passato a cercare di capire come stavano le cose e a trastullarsi in mille cazzatelle è arrivato il momento in cui, volente o nolente, il Sindaco Liccardo dovrà necessariamente compiere delle scelte serie che non possono essere ulteriormente procrastinate; è il momento cruciale delle decisioni che possono stendere una pietra tombale sul futuro prossimo e remoto di Marano o possono riavviare un recupero difficile ma possibile.
A stringere i tempi concorre l’imminenza del bilancio di previsione del 2014 e a rendere così determinante ogni tipo di decisione è l’incombenza del disavanzo colossale dichiarato dalla Giunta con la delibera 58/2014 che espone numeri da far accapponare le pelle e stabilisce in 16.225.904 euro lo stato di passività dell’ente
Ci vorrebbe un Sindaco
E’ chiaramente il momento in cui chi governa deve sapersi assumere responsabilità dirette con la consapevolezza che è in gioco il destino della città e che nessun possibile alibi potrà essere accampato; se azzecchi la mossa giusta sei uno buono se la sbagli non puoi imputarne la colpa all’assessore che ti ha indotto in errore, a una giunta di soggetti unicamente decorativi, a una maggioranza che attacca solo il ciuccio dove dice il padrone o a chi ha governato prima di te: è il momento in cui quello che ci vuole è un Sindaco vero, uno che decide in proprio facendo anche tesoro della “cultura tecnica” dell’assessore ma sapendo che non serve a niente far tornare i conti del Comune se poi vanno in dissesto quelli delle famiglie.
Sarà all’altezza del compito il giovane Liccardo o si farà condurre per mano “a cacciuttiello” da uno scafato Longoni al quale di quello che succederà alla città non potrebbe importar di meno? Dalle cose che stanno succedendo pare stia prevalendo la seconda ipotesi; andiamo a cercare insieme di capirci di più sperando di non eccedere in tecnicismi
I numeri

Dopo aver cancellato con un micidiale colpo di spugna alcune decine di milioni di euro di residui attivi perché considerati “afferenti crediti di dubbia esigibilità”, viene fuori un disavanzo di 16.225.000 euro di cui 8.221.378 euro sono somme aggiunte per “garantire” un mutuo fatto dal Commissario Tramonti (forse il più grave fra i disastri combinati dal prefetto di ferro) ai sensi del DL 135/2013 con l’intenzione, non andata a buon esito, di immettere liquidità nelle casse del Comune
Qual è il piano-Longoni?
Con una situazione di disavanzo come quella appena riportata si aprono due prospettive si aprono due (non necessariamente uniche) prospettive: o si va al dissesto conclamato o si ricorre al cosiddetto “decreto salva Roma” andando a un riequilibrio decennale utilizzando un mutuo straordinario da rimborsare (con i dovuti interessi) in una trentina d’anni. In ognuno dei casi il futuro della città sarebbe gravemente compromesso con le conseguenze che abbiamo descritto con l’articolo apparso sul blog il 22 aprile con il titolo “tanto tuonò che piovve” (per rileggerlo clicca qui) e bisognerebbe a tutti i costi cercare di evitare sia l’una che l’altra delle conclusioni

La nostra impressione però è che si stia procedendo, invece, a rotta di colla verso il ripianamento decennale e, magari allo scopo di recuperare con il mutuo trentennale quella liquidità che manca da ormai 8 anni, si stia calcando la mano per attingere la somma più alta possibile e non mancano le ragioni che sostengono questa nostra impressione
- Non c’era nessun bisogno di vincolare più di otto milioni di euro per garantire il mutuo contratto dal Commissario perché in questa maniera la posta passiva grava due volte
- Il taglio pesantissimo dei residui attivi sembra fatto apposta per aggravare la situazione oltre lo stretto necessario perché parte di quei crediti che vengono definiti “di dubbia esigibilità” (e non “inesigibili”) potrebbero, in maniera altrettanto reale, essere anche considerati di “dubbia inesigibilità” e forse non era strettamente necessario andare giù con l’accetta in una maniera tanto grossolana e tutto in sol colpo
Dalla padella nella brace
Se è vero che le amministrazioni paesane degli ultimi 8 anni hanno massacrato Marano, Liccardo con questa idea rischia di scavarci la fossa perché il mutuo che si andrebbe a contrarre, sommato a quello giù attinto dal Commissario, porterebbe l’esposizione da rimborsare a una sorte capitale di circa 24 milioni cui dovrebbero aggiungersene altrettanti per gli interessi e tutto questo, aldilà della risibile ipotesi della dismissione del patrimonio abitativo comunale, dovrà uscire dalle maglie di bilanci già asfittici azzerando di fatto i servizi alla città per almeno dieci anni. Visto che non è possibile tirare il sangue da una rapa, come potranno venir fuori dai bilanci del Comune tutti questi soldi? Solo dissanguando le famiglie, ma di questo Longoni non deve preoccuparsi perché a Marano lui è di passaggio… dovrebbe preoccuparsene il Sindaco che dovrebbe cercare a tutti i costi una soluzione alternativa
La proposta de L’Altra Marano

Siamo convinti che una soluzione alternativa c’è e potrebbe essere questa:
- Il disavanzo va ricondotto alla sua vera dimensione di circa 8 milioni di euro
- Questi otto milioni vanno recuperati nei tempi brevi con la dismissione di parte del patrimonio non indispensabile del Comune (che esiste ed è possibile) e non le case di tipo economico e popolare che nessuno vuole e che vedrebbero, se acquistate, i primi soldi nell’arco di 2-3 anni..
- Annullato il disavanzo con la dismissione si può recuperare liquidità da una seria ricontrattazione dei mutui
- Il riequilibrio dovrebbe così rimanere nelle mani dell’amministrazione che dovrà saperlo temperare con le esigenze dei cittadini negli anni a venire
La nostra disponibilità
Facciamo a pieno titolo parte di questa città, ci appartiene nell’intimo e il suo futuro ci sta a cuore più di quanti declamano amore mentre la scarnificano e siamo disponibili a fare per intero la nostra parte per cui, se su questo problema il Sindaco vorrà aprire un tavolo di confronto serio, garantiamo il nostro apporto incondizionato
Si può fare di più?