Mar 8 - LICCARDO METTE K.O. TONINO DI GUIDA - Il Consigliere provinciale fa la fine dei pifferi di montagna

Mar 8 - LICCARDO METTE K.O. TONINO DI GUIDA - Il Consigliere provinciale fa la fine dei pifferi di montagna

I pifferi di montagna
Narra la storia che i pifferi di montagna andarono per suonare e se ne tornarono suonati e questa ci pare la storia di Tonino Di Guida che, partito lancia in resta e con uno sparuto manipolo di arditi per soggiogare il fellon Liccardo, se ne è tornato a casa mogio mogio e con la coda fra le gambe rintanandosi nel suo guscio a leccarsi le ferite e pare che vi rimarrà parecchio tempo perché non sono pochi né lievi i colpi che ha ricevuto
 
La pretese di partenza
Noi sappiamo benissimo che le ragioni vere dello scazzo erano molto diverse da quelle proclamate e l’abbiamo ampiamente raccontato nell’articolo del primo febbraio [che può essere recuperato cliccando qui] ma per il momento facciamo finta di credere alla versione ufficiale Le condizioni che venivano imposte al Sindaco di Marano per continuare a sostenerlo erano sostanzialmente due: una maggiore collegialità nelle scelte decisionali (ovverosia la creazione di un sistema decisionale che prevedesse il nulla osta del capo della fronda)  e l’azzeramento della giunta
 
Quello che si è portato a casa
Dopo un mese e mezzo di schermaglie senza esclusione di colpi la faccenda è finita sul tavolo dei pezzi grossi di Forza Italia, dove pare che nemmeno siano tutte rose e fiori e dove dopo varie riunioni, che ci immaginiamo particolarmente infuocate, alla fine si è deciso che la richiesta di una maggiore collegialità non va oltre un generico impegno da parte di Liccardo, dell’azzeramento della Giunta non se ne parla nemmeno, non si ventila neanche un piccolo rimpastino tanto per degnare e la massima concessione che il Sindaco si sente di fare è togliere all’assessore Giaccio la delega alle politiche sociali (gliene restano ancora una trentina) che il Capo dell’Amministrazione avoca a sé con la promessa di condividerla, prima o poi, con un consigliere della fronda al quale conferirà l’inutile figura di “consigliere delegato”
Praticamente, partito per conquistare i mari e i monti il buon Di Guida se ne torna a casa con in mano poco più di un lecca-lecca e rientra a Marano come l’aretino Pietro con una mano davanti e una mano di dietro
 
Il gigante di Rodi
Sembrava grande il gigante di Rodi ma aveva i piedi di argilla e per questo piccolo dettaglio finì per terra in un informe cumulo di rovine, un po’ come il personaggio di questa nostra storia che dalla vicenda esce ridimensionato in una maniera atroce; va a carte quarantotto la sua credibilità a livello locale dove deve incassare una sonora batosta da parte di un Liccardo che, per quanto ne esca giganteggiando, nella realtà resta delle dimensioni che tutti gli riconoscono e che lo vedrebbero il Sindaco giusto nel paese dei puffi; non esce per niente bene nemmeno nel confronto politico interno a Forza Italia perché, nonostante ricopra il ruolo di coordinatore  a Marano, il partito lo costringe a un mortificante passo indietro (che fine ha fatto Giggino ‘a purpetta suo mentore e complice?)
 
Che succederà all’amministrazione della città?
E’ chiaro come il sole che questo armistizio è stata imposto solo per l’approssimarsi delle elezioni europee e che almeno fino alle elezioni dovrà in qualche modo reggere, ma è altrettanto chiaro che gli argomenti del contendere restano tutti in campo unitamente ai livori e agli scazzi personali che in questo periodo di guerra che si è scatenata in un bicchiere d’acqua hanno scavato solchi profondi fra varie componenti della maggioranza di governo
Non siamo per niente convinti che Di Guida si tenga la posta e pensiamo che stia già studiando (è l’unico tipo di studio che gli si attaglia) come recuperare credibilità e maturare la vendetta e se fino a oggi la barchetta di carta dell’amministrazione di Marano ondeggiava malamente d’ora in poi dovrà guardarsi dai sottomarini che stanno già armando i siluri
Pensiamo che anche nelle file dell’opposizione l’incertezza regni sovrana perché quelli che avevano dato la loro disponibilità a una posizione di rincalzo, nel quotidiano altalenarsi di momenti di guerra e attimi di pace, con ogni probabilità terranno pronti i cammelli per correre all’occasione in soccorso al sindaco quando verrà silurato
 
Chi ne paga le pere cotte?
Alla luce di quanto è successo e di quello che si sta profilando pare che la precarietà che fino a oggi ha caratterizzato un’amministrazione già in affanno per manifesta incapacità e inettitudine è destinata a cronicizzarsi e la città che aspettava gente nuova per riprendersi e ripartire ne pagherà le pere cotte ancora a lungo
 

Mala tempora currunt