Mag. 10 IL PAL(L)ADINO DELLA LEGGE Tutto quello che volete sapere sul candidato sindaco del Centrosinistra

Mag. 10 IL PAL(L)ADINO DELLA LEGGE  Tutto quello che volete sapere sul candidato sindaco del Centrosinistra

 

Non disponiamo di elementi biografici di Michele Palladino e non crediamo nemmeno che a chi ci legge la cosa possa interessare più di tanto, ci limitiamo a raccontare alcuni fatti che, proprio perché sono fatti, hanno il pregio della verità incontestabile e da questi ognuno può farsi un’idea su chi, come la pensa e come agisce il candidato sindaco del Centrosinistra.

Il salto della quaglia. Alle elezioni del 2013, candidato nella coalizione che sosteneva la candidatura di Mauro Bertini e della quale condivideva l’impianto programmatico, viene eletto consigliere e, senza un attimo di indugio, scopre che il programma di Cavallo è migliore di quello di Bertini e si trasferisce armi e bagagli alla corte del re di Piazza Pergola sostenendolo nel suo breve e disastroso periodo amministrativo.

La scomparsa e la riapparizione. Con le dimissioni di Cavallo sparisce dalla circolazione come tutti i politici delle nostre parti lasciando la città in balia di un commissario deciso a far pagare a Marano i suoi atavici errori e ritorna in circolazione con l’approssimarsi delle nuove elezioni e partecipa attivamente agli interminabili tavoli di concertazione aperti da un fantomatico centrosinistra.

Il pellegrinaggio. Quando capisce che da quelle parti i giochi sono fatti e che il candidato sindaco è praticamente già stato designato nella persona di Matteo Morra abbandona sdegnato le trattative asserendo che la pochezza degli argomenti progettuali non gli consente di continuare la discussione e se ne va accompagnato dalle invettive anche volgari dei suoi ex patners; prova ad accasarsi nuovamente con Mauro Bertini il quale, ricordando il salto della quaglia di cui era già stato protagonista, declina l’offerta e al personaggio, deciso a giocare il ruolo di unto del Signore, non resta che coprirsi la testa di cenere e ritornare alla casa del padre riprendendo il posto lasciato vuoto al tavolo del Centrosinistra, scopre che gli argomenti progettuali potevano anche andar bene, dimentica le invettive truculente di cui era stato fatto oggetto e si butta a corpo morto nella contesa delle primarie.

Un maresciallo per la legalità? Imposta una campagna elettorale tutta quanta basata sull’assioma del tutto indimostrato che per il fatto che è maresciallo di non si sa bene quale corpo militare è in automatico il paladino (con una elle sola) della legalità. Dalle urne esce inopinatamente vincitore con un numero sproporzionato di preferenze che fanno storcere il naso a qualcuno soprattutto a chi, dato per sicuramente vincente, si vede definitivamente estromesso. In effetti si sa che se il voto è segreto non sono invece segreti i votanti e gira insistente la voce che si siano recate a votare persone che con il centrosinistra c’entrano come il cavolo a merenda e c’è chi giura che siano arrivati anche consensi che una persona rigorosamente amante della legalità non avrebbe dovuto accettare a cuor leggero; noi ci limitiamo come sempre a registrare sapendo che i voti, come i soldi, non sempre hanno odore.

L’affissione selvaggia. Nell’avviare la campagna elettorale il prode maresciallo incappa in un altro svarione grossolano che lascia molto a desiderare in merito al millantato rispetto della legalità tappezzando muri, serrande, bidoni della spazzatura in dispregio di ogni legge e di ogni regola con il rubicondo faccione riportato su migliaia di manifesti.

E poi? Questi sono gli unici fatti di cui disponiamo per raccontare ai nostri lettori chi è il candidato sindaco della coalizione variegata del Centrosinistra: sappiamo che è poco, ma Palladino è tutto qui, altro non ha fatto.