La giunta tribolata
Era normale che l’armata Brancaleone raccapezzata raccogliendo in giro sterpaglie, frasche e tutto ciò che si riusciva a mettere insieme all’insegna del grido “’o paese è d’ ‘o paesano”, una volta portato a casa il risultato che era quello della conquista della Bastiglia, si sarebbe lacerata da subito nella spartizione del bottino e così da subito ognuno ha tirato fuori le unghie e i denti e ha messo sul piatto le proprie pretese chiamando in causa gli accordi fatui della vigilia e presentando all’incasso i pacchetti di consensi racimolati con il sistema del voto coatto nel quale ognuno si è personalmente impegnato promettendo a sua volta e assicurando le cose più impensabili
La tela di Penelope

Sono più di venti giorni che il giovane Liccardo, novella Penelope, passa il suo tempo a tessere una tela che compone di giorno e si scompone di notte, cercando di far convivere appetiti contrapposti e impegnandosi allo spasimo per evitare che i contendenti si sbranino fra di loro prima ancora di dedicarsi a sbranare la città, il tutto nel solco del più logoro sistema vetero democristiano alla faccia dei discorsi e degli slogan sbandierati nel corso della campagna elettorale che grondavano innovazione, professionalità e meritocrazia ma che in realtà, da come si rileva già dai primi vagiti di un’ amministrazione che non è ancora nata, erano tutte chiacchiere messe in giro per infinocchiare i gonzi.
I fatti dicono tutta un’altra cosa, dicono che si sta ripetendo una storia vecchia come Matusalemme e che a riproporla, dietro la facciata già sbiadita di nuove generazioni che di nuovo hanno solo i dati anagrafici, sono le solite cariatidi incartapecorite che ripetono i motivi che da sempre hanno informato la politichetta locale fatta di ambizioni personali, interessi di bottega e ingombranti sagome di operatori nemmeno tanto occulti che, ora come allora, presiedono, presidiano e determinano.
Fatti per volare basso
Avevamo già usato questo titolo, subito dopo la composizione della giunta, per definire quella che a nostro parere sarebbe stata la sorte della amministrazione Cavallo e i fatti alla fine ci hanno dato ragione in tempi straordinariamente brevi presentandoci sindaco, giunta e consiglieri che non sono riusciti a fare nemmeno un saltello prima di sprofondare definitivamente; lo riproponiamo esattamente negli stessi termini per l’amministrazione Liccardo perché le premesse che lasciano presagire un identico destino ci sono tutte anche se, visti gli interessi in campo e i personaggi che tirano le fila dell’intera pantomima, i tempi di durata potrebbero essere protratti, con significativi danni per la città, fino al raggiungimento degli obbiettivi.
La zavorra
Il livello sul quale potrebbe attestarsi il volo dell’Angelo nostrano è chiaramente definito nelle azioni messe in campo per assicurarsi la poltrona di primo cittadino e nei criteri ai quali sta informando le sue scelte nella formazione di quella che dovrebbe essere una squadra di governo. Il ricorso massiccio ai sistemi e ai metodi del voto coatto per garantirsi il risultato elettorale la dice lunga in merito al grado di spregiudicatezza che informa i criteri morali del nostro personaggio che completa il quadro della miseria interiore quando riporta a pulito le peggiori intenzioni facendosi benedire e assolvere dallo zio prete che lo accoglie nella sede del comitato elettorale istituito per lui nella Chiesa di San Castrese: uno che non rispetta la libertà di scelta nel momento del voto non può garantire nessun tipo di diritto di terzi nella scelte che andrà a fare nel ruolo delicatissimo di capo dell’amministrazione.
A confermare l’idea che gli obbiettivi reali che si propone la nuova amministrazione sono del tutto diversi da quelli proclamati arrivano i criteri di selezione della squadra di governo che prescindono totalmente da idee quali capacità, esperienza, professionalità, intelligenza, abilità, coerenza con l’impianto progettuale e roba del genere; gli assessori, a quel che è dato sapere, non sono scelti sulla base della loro attinenza ai ruoli che dovranno rivestire ma sulla base degli equilibri politici per cui, se esistesse un assessorato alla protezione degli animali, questo potrebbe essere tranquillamente assegnato anche a un macellaio. E’ chiaro che con questa pesante zavorra sarà veramente difficile che l’Angelo possa riuscire ad alzarsi in volo.
La qualità a sorteggio
Quanta attenzione si riserva alla qualità e alla competenza se il sindaco, a cui la cosa spetta per legge e per logica, lascia ai partiti il compito di scegliere gli assessori o, addirittura, se per dipanare una matassa complicata fra liste alle quali in base agli accordi pre-elettorali “toccherebbe” un solo assessore in due si propone un “accorpamento estemporaneo” e una scelta per sorteggio? Quanto è tenuta di conto la qualità quando si decide che a presiedere il Consiglio Comunale debba andare in automatico il consigliere che ha riportato il maggior numero di voti? Siamo proprio sicuri che a fare i voti per uno sprovveduto non possa pensarci un parente importante e che poi il Consiglio Comunale finisca in mano allo sprovveduto o alla sprovveduta?
I valori della famiglia sono sacri

Morti e feriti
Siccome le liste che, tutte insieme e appassionatamente, si erano aggregate in maniera piuttosto raffazzonata per mandare Liccardo a fare il sindaco erano veramente tante ed erano tutte infarcite di moltissimi portatori di voti e siccome i”posti” a disposizione per accontentare tutti non ci sono scattano feroci lotte fratricide fra quelli che, magari avendo contribuito con una buona raccolta di consensi, non riescono a portare a casa il frutto del loro impegno e a questo punto interviene di autorità il sindaco, opportunamente spalleggiato, che dovendo fare una scelta opta salomonicamente per quello che una considerazione meramente utilitaristica gli consiglia, accontenta quelli che gli possono creare problemi in Consiglio e, dimenticando gli accordi della vigilia e passando anche sopra rapporti atavici di amicizia e cordialità, machiavellicamente lascia a piedi soggetti come D’Ambra che nonostante un diluvio di voti non è riuscito a entrare in Consiglio ma a cui era stato garantito un assessorato, Mario Granata che potrebbe vedersi umiliato a contendere per sorteggio un posto a Saverio Santoro… saranno in molti a leccarsi le ferite, ma sappiamo già che alla prossima occasione, in nome del sacrosanto principio della paesanità, si rimetteranno in gioco pronti a stringere nuovi patti e a credere a nuove promesse
Niente di nuovo sotto il sole
C’è stato qualcuno che aveva presentato Liccardo come il nuovo che avanza, a noi, in verità, ci sembra tanto qualcosa che è avanzato già tanto tempo fa e che oggi viene riproposto maldestramente riscaldato.