Rockefeller a più voci
Sembra che il manifesto che durante la campagna elettorale più di ogni altro abbia fatto andare in bestia il candidato Sindaco Angelo Liccardo sia stato quello nel quale lo stesso veniva ritratto nei panni del celebre corvo Rockefeller a cui dava gestualità e voce un altrettanto celebre Josè Luis Moreno che nella circostanza assumeva i lineamenti un po’ rozzi e grossolani di un Antonio Di Guida tutto compreso nel ruolo di ispiratore e propositore di atteggiamenti, parole e gesti del pupazzo inanimato. Il fatto che il candido Liccardo si sia preso collera non ci ha scosso più di tanto e non ha disturbato nemmeno di striscio il nostro sonno anche perché in questi pochi giorni in cui con un notevole impaccio si sta sforzando di sembrare un sindaco ha avuto modo di confermare in pieno l’assunto del manifesto tanto che si è trovato in Giunta un assessore (quello all’urbanistica) del quale non sapeva nemmeno l’esistenza ma che, guarda caso, è invece ben noto proprio a Di Guida, ai Cesaro, che di Di Guida sono soci in mille imprese, e ad altri soggetti implicati in tanti affari più o meno lineari di edilizia
In realtà c’è più di un segnale che fa pensare che questa spiccata duttilità del nostro primo cittadino sia un vero e proprio habitus connaturato che caratterizza il suo modo di essere e di agire e il dato, che si riscontra già in maniera significativa nei pochi atti che hanno segnato questo primo periodo di vita amministrativa, ci spinge a rivedere in parte l’impianto del manifesto su Liccardo-Rockefeller perché in effetti a muovere le decisioni del Sindaco, a condizionarne i comportamenti e a determinarne i gesti non c’è il solo Di Guida (che forse è per questo che ha querelato l’ideatore della vignetta satirica) ma ci provano in tanti come succede con la decisione di modificare il Regolamento dell’Avvocatura Comunale dove si vede lontano un miglio lo zampino di un altro mentore di alto rango come l’Avvocato Nando Scotto. In buona sostanza l’idea che il Sindaco di Marano non sia avvezzo a prendere decisioni in proprio sta prendendo sempre più piede e, a conferma, raccontiamo ai nostri affezionati lettori una vicenda di tutt’altro tono ma condotta con lo stesso criterio
La richiesta del Comitato per l’Autotutela dei Diritti
Il 21 giugno 2013 il Consigliere Comunale Bertini, per conto del Comitato per l’Autotutela dei Diritti, scrive una lettera al Sindaco per chiedere che i cittadini che hanno prenotato dei loculi nell’ampliando Cimitero di Marano anticipando somme considerevoli che non si sa che fine abbiano fatto e ai quali è stato pervicacemente rifiutato ogni incontro dal Commissario, dal curatore giudiziale e dal GIP, potessero essere rappresentati in seno al comitato che dovrà redigere un nuovo progetto e una nuova convenzione visto che, di fatto, ne sono i finanziatori e che dopo un anno di movimenti disarticolati e sconclusionati si è scoperto che il progetto originario non può essere messo in esecuzione
L’incredibile decisione Sindaco
Il pallido Liccardo, dimenticandosi che il Sindaco di Marano è lui e che è a lui che competono le decisioni che riguardano la città e i cittadini, ha pensato bene di chiedere nel merito il parere preventivo del GIP, il quale ovviamente avrà sentito quello del Dott. Spanò che è il curatore giudiziale della ditta Mastrominico e che a sua volta, non avendo mai né visto né sentito questo Bertini, si è dovuto rimettere al parere del tutto interessato dei funzionari del Comune che invece Bertini lo conoscono e lo amano come si può gradire un pugno nello stomaco. Con un ragionevole ritardo arriva il parere e il Sindaco può finalmente comunicare la SUA decisione con una lettera datata 23 luglio nella la quale, testualmente, si legge:
“premesso…che nell’incontro avutosi con il GIP Capuano rilevava che la Commissione stessa nella sua interezza è organo di controllo super partes perché istituita nell’interesse dell’Ente pubblico e della amministrazione giudiziaria (e all’interesse dei cittadini non ci pensa nessuno?)… che questo giudicante può solo ricordare, nel caso specifico in relazione alla richiesta del centro d’impegno l’Altra Marano del consigliere Mauro Bertini (lapsus a ripetizione), che quest’ultimo più volte ha scritto articoli che non hanno rappresentato la reale situazione dell’ampliamento cimiteriale, sia sotto il profilo giuridico che fattuale autorizzando l’amministratore giudiziario a presentare un esposto alla Procura di Napoli al fine di individuare eventuali ipotesi di reato. Tutto quanto premesso lo scrivente (Sindaco Liccardo) ritiene opportuno, almeno sino all’esito dell’esposto presentato dall’amministratore giudiziario su autorizzazione dello stesso GIP, non accogliere la richiesta relativamente all’inserimento del consigliere Mauro Bertini…però si invita il consigliere Mauro Bertini a fornire le generalità anagrafiche di una terza persona che lo scrivente può inserire nella commissione con la precisazione che qualora l’attività della persona indicata dovesse risultare di rallentamento o di intralcio per la continuazione dell’opera pubblica, si provvederà all’esclusione senza previa comunicazione.”
La risposta del Consigliere Mauro Bertini

DirLe che, pur non essendo per niente tenero nei Suoi confronti, non mi sarei mai aspettato che il livello dei Suoi gesti amministrativi potesse scendere così in basso, certamente non La interesserà né La emozionerà più di tanto per cui mi limito a esternarLe tutto il mio disappunto e comunicarLe che non posso aderire all’invito che mi fa di “fornirLe le generalità anagrafiche di una terza persona”, invito che ulteriormente reca offesa alla mia dignità e alla mia intelligenza; lascio pertanto a Lei e a chi l’ha consigliata tutta intera la responsabilità della scelta da Lei operata.”
Sindaco o maggiordomo?
Ancora una volta il primo cittadino di Marano abdica alla sua funzione per diventare mero esecutore dei desiderata altrui dimostrando di non aver ancora capito che cosa voglia dire essere Sindaco o di non avere gli attributi per farlo assumendosene in prima persona le responsabilità; ovviamente ci guardiamo bene dal fare di ogni erba un solo fascio come ci guardiamo bene dal mescolare la sudditanza indecorosa verso determinate situazioni locali con lo spirito di deferenza, che rasenta il timor panico, verso un magistrato anticamorra come il Giudice Capuano che è sempre bene tenerselo buono e augurarsi che non voglia saperne più di tanto in merito all’amministrazione di Marano