Jun 4 - VOTI EUROPA MA PENSI ITALIA - I risultati delle europee visti da noi
L’Altra Marano e Rossodisera hanno dedicato non poco del loro tempo per mettere in ordine le riflessioni che a caldo venivano suggerite dai risultati elettorali cercando, ogni gruppo per suo conto, di farsi un’idea di quello che è successo e per capire quello che potrebbe succedere nella situazione tutta nuova che si è venuta a delineare; ne sono scaturite idee che cerchiamo di sintetizzare alla meglio
L’Europa come pretesto
Si chiamavano “europee” ma in realtà le elezioni che si sono concluse da poco avevano un sapore tutto locale, sono state la prova generale di una consultazione politica nazionale; in questo senso è stata impostata tutta la campagna elettorale e in questo senso sono stati interpretati i risultati che hanno da subito influito sugli assetti politico-amministrativi italiani mettendo in moto un vero e proprio tourbillon che coinvolge in un riposizionamento continuo un po’ tutti gli attori della politica nazionale che si stanno agitando come dei tarantolati ancora prima di aver tentato di dare ai numeri il loro effettivo peso e di capire quanto possano determinare nel futuro del nostro paese
Una ritoccatina ai numeri
Esplode Renzi con un rocambolesco 40% e sembra che gli italiani abbiano trovato la loro stella polare; in realtà quel 40% sui votanti diventa uno striminzito 17,54% se rapportato al numero degli elettori, il che vuol dire che su una platea di 49.256.169 italiani ce ne sono ben 40.612.169 che l’esuberante Matteo non lo vogliono, il che disegna un quadro politico quanto mai aleatorio soprattutto in considerazione di una situazione generale del paese che può mutare improvvisamente sulla spinta di una crisi che continua a travolgere senza pietà milioni di famiglie che stanno per superare l’ormai vicinissima soglia della sopportazione. Una considerazione, questa, che impone una inedita chiave di lettura del quadro politico generale che si è venuto a delineare
Si affloscia Berlusconi
Ripetendo l’operazione di cui sopra il partito di Berlusconi, ufficialmente accreditato per un ancora sostenibile 16,82% in realtà deve mestamente prendere atto che sulla platea complessiva degli italiani aventi diritto al voto conta su un consenso risibile dello 0,93%. Poco meno di uno sputo. Ormai il preoccupante appeal del delinquente di Arcore è con lui sul viale di un tardivo tramonto e si sono messi in libertà alcuni milioni di voti parzialmente intercettati dai partitini che sono spuntati dalla frantumazione in cento rivoli del Centro Destra che ora, cercando di risalire affannosamente la corrente, tentano una difficile ricomposizione tutta tattica per fronteggiare lo straripamento del PD
La fine del grillo parlante
Sapendo che non poteva durare all’infinito la protesta per la protesta Peppe Grillo ha giocato al tutto per tutto nell’ottica dell’ “o la va o la spacca”; porta a casa un risultato notevole ma che non gli è bastato per mettere fuori gioco il PD e ora fuori gioco ci va lui e la cosa, che non sappiamo fino a che punto sia un vantaggio per la democrazia, mette a sua volta in circolazione milioni di voti insieme a decine di parlamentari. Ovviamente sarà uno stillicidio lento e progressivo ma succederà
La democristianizzazione del PD
Spostato ormai in una maniera sempre più netta e ufficiale verso il Centro, il Partito Democratico fa incetta di voti sulla spinta del consenso che un pompaggio senza precedenti dei media ha costruito intorno a Renzi e, soprattutto, grazie al fatto che ha raccolto i cascami delle due forze politiche ormai in disfacimento. Residue reminiscenze di una sinistra ormai spenta erano tenute per i capelli da esponenti dell’ex area PC che però, subito dopo la proclamazione dei risultati, hanno rapidamente fatto dichiarazione di devozione e fedeltà al rottamatore. La balena bianca ha fagocitato ogni traccia di sinistra; oggi a garantire gli interessi delle banche, delle lobbies, della Confindustria e dei potenti in genere ci pensa il PD e segnali incontrovertibili in questo senso li ha già dati ampiamente il governo Renzi facendo della precarizzazione del lavoro il cavallo di battaglia
L’implosione prevedibile di Renzi
La circostanza del tutto fortuita per la quale Renzi e il PD in queste elezioni non hanno avuto reali antagonisti ha contribuito notevolmente alla misura del tutto inaspettata del successo e il monopolio di fatto del PD è destinato a durare finché non si riorganizzeranno gli altri anche se su questo versante pesa gravemente l’incognita di quanto potrà durare Renzi perché, aldilà delle chiacchiere, degli annunci e delle guasconerie prima o poi il giullare fiorentino dovrà fare i conti con la realtà e la realtà è una crisi che non è politica e non è risolvibile con le tanto decantate riforme, è la crisi di un sistema che le ragioni della crisi le ha tutte dentro di sé e dopo aver dato fondo a tutte le espressioni della pantomima il Matteo nazionale dovrà rendersi conto che sta cercando di vuotare il mare con un bicchiere e non se ne renderà conto soltanto lui
Non sono lontani i tempi in cui il Prof. Monti mandato dall’Olimpo a sanare i problemi della nazione ottenne, grazie al pompaggio mediatico, il funambolico consenso popolare che i sondaggi davano al 60%: che fine ha fatto Monti?
L’Altra Europa con Tsipras
Con il suo 4,03%, risicato ma sostanziale, la lista Tsipras ha riportato la sinistra alternativa nelle istituzioni e ha messo in moto un meccanismo che potrebbe costituire la novità. Annullata l’ipocrisia che il PD sia a sinistra è facile rendersi conto che c’è una immensa fascia di popolazione, fatta da lavoratori, da precari, da pensionati, da ammalati ai quali il sistema sanitario riduce le prestazioni, da sfrattati… tutto un mondo che non è rappresentato e difeso da nessuno e che questa funzione di rappresentanza e di tutela non può essere assolta da chi si limita a organizzare la protesta; ci vuole chi organizza la protesta ma ha anche una solida e concreta proposta alternativa al sistema.
Questa cosa ha avuto successo in Grecia dove la sinistra radicale di Syriza oggi è il primo partito nazionale, questa cosa può succedere oggi in Italia, e le circostanze perché questo accada ci sono tutte, perché chi pensava di votare sinistra votando PD adesso non può sbagliarsi, perché la crisi continuerà a fare morti e feriti e il dopo Renzi è tutto da costruire e bisogna farlo in fretta.
I partiti della sinistra radicale, dopo essersi imbastarditi nei vari governi e dopo essersi lacerati fra di loro oggi vogliono riprendere il loro ruolo e ritrovare unità, perché fra quelli che credevano che Grillo avrebbe fatto la rivoluzione ce ne sono molti che un progetto “rivoluzionario” vero lo seguirebbero volentieri, perché ci sono 21 milioni di italiani che devono dire come la pensano.
L’Altra Europa con Tsipras ha dimostrato che la sinistra c’è ed è credibile e una Syriza all’italiana è la risposta al sistema in cancrena che nessun Renzi è in grado di risanare e noi a Marano ci stiamo lavorando seriamente.