La storia di Marano non è solo storia di malavita ma anche storia di vita, storia di un riscatto avviato, storia di una città che ha avuto l’occasione di mettere in campo potenzialità insospettate, è riuscita a recuperare ritardi abissali, a portarsi all’altezza dei tempi e proiettarsi verso un futuro di eccellenza
E’ storia vera, trascorsa in un quotidiano che, nel suo scorrere normale, non ha consentito a chi l’ha vissuta di percepirne la portata ma che prende forma e si delinea in tutta la sua concretezza se si ripercorre a distanza di tempo e, partendo da quello che eravamo, si riscopre quello che eravamo stati capaci di diventare e si riesce anche a capire quello che abbiamo perduto da quando questo percorso si è interrotto con il ritorno a quella “paesanità” che è la madre di tutti i mali [clicca qui se vuoi saperne di più sul termine “paesanità”]
Continuiamo a raccontare la storia di quell’ altra Marano riproponendo in varie puntate il resoconto alla città fatto alla fine dei tredici anni di amministrazione Bertini e consegnato a tutte le famiglie in un libretto denso di cose.
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Due importanti precisazioni:
La storia fotografa lo stato dei fatti a marzo 2006 e ovviamente non tiene in conto del fatto che dopo sono passati Perrotta, Cavallo e qualche commissario. Per facilitarne la lettura in termini storici alcuni capitoli sono divisi in due parti, una intitolata “Come era” che viene scritta in corsivo , l’altra che si intitola “Come è” e racconta come stavano le cose attualizzate a marzo 2006
VIABILITA’- MOBILITA’-TRASPORTI
I trasporti pubblici (continua)
Unico Campania
Marano è stata la prima città della Provincia di Napoli che, convinta che l’utilizzo del mezzo pubblico è una necessità, ha inventato quello che poi è diventato “Unico Campania” grazie a una convenzione che stipulammo con il Consorzio NAPOLIPASS che ci permise di offrire ai cittadini di Marano un titolo di viaggio valido sul territorio della nostra città e su quello di Napoli. Il Comune incentiva il trasporto pubblico per i pendolari offrendo abbonamenti a prezzo sensibilmente ridotto con il risultato che mediamente ogni mese 1.300 fra studenti e lavoratori usufruiscono di un abbonamento ridotto.
I grandi collegamenti
Consapevoli come siamo delle difficoltà di svincolare Marano dall’asfissia della mancanza di collegamenti, ciò nonostante abbiamo attivato alcune iniziative che a noi sembrano importanti
- Sono in corso i lavori per la realizzazione di una nuova strada che proseguendo da Via G. Falcone lungo la tratta dell’ex Alifana ci collega con la Circumvallazione esterna all’altezza della rotonda di Villaricca; è una strada a senso unico che, su un percorso promiscuo con il Micrometrò, ci consente di raggiungere un asse di grande scorrimento in pochi minuti;
- Con i finanziamenti del PIT Giuglianese la nostra area per gli Insediamenti Produttivi viene collegata con una nuova viabilità con l’asse mediano e la zona ASI di Giugliano;
- Quella che invece ci piace considerare come la più bella invenzione di Marano è il MICROMETRÒ. L’idea nasce in casa nostra, diventa presto oggetto di un accordo convenzionale con il Comune di Napoli e i Comuni di Mugnano, Calvizzano e Villaricca e, dopo un accordo di programma con la regione è diventato realtà, sono stati reperite i 27 milioni di euro che occorrevano per finanziare il progetto e sono stati messi a gara i lavori.
Si tratta di un collegamento su rotaie di superficie che, seguendo il tracciato della ex Alifana, collega le città convenzionate con la stazione di interscambio di Piscinola. Intanto Marano ha realizzato le aree di parcheggio di interscambio con le stazioni che verranno su Via G. Falcone.
Non è la soluzione ma è molto di più di quello che speravamo.
IL GOVERNO DEL TERRITORIO
Il Piano Regolatore Generale (PRG) di Marano è in vigore dal 1987 e non ha fino a oggi subito sostanziali varianti fatte salve quella che sono occorse per il Piano degli Insediamenti Produttivi e per l’ampliamento del Cimitero.
La realizzazione è stata limitata alle attività che già avevano avuto un avvio e che costituivano di fatto processi già indirizzati e modificabili solo mediante la redazione di un nuovo piano regolatore, cosa che questa amministrazione fin dagli inizi ritenne opportuno non fare affermando che si faceva carico del PRG che aveva trovato considerandolo alla stregua di un figlio handicappato e cercando di equilibrarne gli scompensi che avrebbe inevitabilmente prodotto alla città.
In pratica di tutto quello che il PRG prevedeva come espansione edilizia si è realizzato ben poco; sono andate a completarsi solo le lottizzazioni già concesse. Nel contempo però sono stati prodotti alcuni piani urbanistici settoriali quali il Piano di Zonizzazione Acustica e il Piano di Zonizzazione Sismica.
Con la delibera di Consiglio Comunale n° 2 del 29.3.2003 si approvava un Piano di Valorizzazione del Centro Storico e si indicavano le linee guida per la ristrutturazione di edifici nel centro storico nel rispetto della architettura originaria.
Con la delibera di Giunta n° 170 del 18.6.2004 si approva la catalogazione dei beni o gruppi di beni considerati di notevole interesse storico con particolare riferimento alle antiche masserie rurali.
Con la delibera di Consiglio 28/05 si determinano le attività compatibili con le norme di tutela attinenti sia il Piano di Valorizzazione del Centro Storico quanto i beni catalogati come di notevole interesse nella delibera di Giunta n° 170/04.
Vista la vetustà del PRG, la sua inadeguatezza sia alle nuove normative che alle nuove esigenze della città si pone la necessità di mettere mano a un nuovo Piano Regolatore e i criteri ai quali ci si dovrà conformare sono decisi dal Consiglio Comunale prima della fine della consiliatura. Intanto, per evitare che in un futuro più o meno prossimo Marano possa vedersi scippato l’unico grande polmone di verde che è rimasto, si è in contatto con la Regione e la Provincia per impedire ogni tipo di edificazione nel Bosco della Salandra.
La lotta all’abusivismo edilizio è stata una lotta senza esclusione di colpi che ha raggiunto l’individuazione del 100% degli abusi anche se alla lunga i condoni edilizi ed i ricorsi al TAR hanno finito con l’annullarne gli effetti.