La perfetta organizzazione del voto coatto, quello più o meno esplicitamente estorto e che storicamente si riconferma a ogni elezione, grazie alla forte astensione che ha abbassato il quorum ai limiti storici, ha fatto sì che i 14.000 voti, che i pronostici assegnavano alla coalizione del centro destra e che sono puntualmente arrivati, siano risultati sufficienti alle liste di Angelo Liccardo per superare di pochi punti il 50% dei votanti con la conseguenza che, in caso di vittoria al ballottaggio della coalizione de L’Altra Marano che ha bloccato la frana con una risicata manciata di voti, non venga a scattare il premio di maggioranza per Mauro Bertini che a primo acchito non avrebbe i numeri in consiglio comunale. Il quadro che si è venuto così a disegnare, analizzato nel suo contesto complessivo, è quello che rende oggettivamente difficile e complicata la formazione di un governo stabile e efficace, ma la cosa non riguarda solo la coalizione de L’Altra Marano, come maldestramente vorrebbe far credere un centrodestra che per guardare la pagliuzza nell’occhio degli altri dimentica la trave che sta sul suo, ma attraversa seriamente entrambi gli schieramenti anche se per motivazioni diametralmente opposte Gli scenari che si aprono sono sostanzialmente i seguenti
Con Bertini la governabilità è possibile, anzi certa
Qualora al ballottaggio vincesse Bertini Marano potrà fare affidamento su un sindaco che ha alle spalle l’esperienza di tredici anni di governo con risultati che stanno sotto agli occhi di tutti e che, oltre ad acquisire una conoscenza profonda delle dinamiche amministrative, ha avuto modo e tempo per tirare fuori un carattere e un temperamento che gli hanno consentito di affrontare e risolvere, prendendole di petto, situazioni complesse e molte volte ai limiti della gestibilità e di affinare quella attitudine al “comando” che gli ha consentito di governare con linearità e decisione i processi più disparati riuscendo a portare a buon esito nell’interesse unico e esclusivo della città tutto quello che si era proposto di realizzare
Il fatto che i risultati riportati al primo turno non gli assegnino in partenza una maggioranza strutturata in consiglio comunale costituisce senza dubbio un problema serio ma si tratta di un problema che non intacca minimamente la possibilità di mettere in campo un’attività amministrativa immediatamente efficace che andrà a procurarsi i numeri per l’approvazione in consiglio comunale, quando se ne porrà il problema, provvedimento per provvedimento aprendo nel contempo un dialogo con quelle forze politiche che siano disponibili a convergere su un progetto che metta al centro la città e si snodi fra paletti rigidi e invalicabili di carattere etico, sociale e morale e siccome disponibilità in questo senso ne sono già state ragionevolmente riscontrate il dubbio che l’insufficienza dei numeri in consiglio possa compromettere la governabilità è da escludere nella maniera più assoluta. Ovviamente alla base di una certezza così fondata c’è l’assoluta affidabilità e credibilità di un capo dell’amministrazione che del capo abbia i requisiti e che questi requisiti siano stati verificati sul campo e nei tempi lunghi
Con Liccardo è assicurata l’ingovernabilità
Il centrodestra che si è visto frantumato il progetto di vincere al primo turno, prova a basare la propaganda elettorale per tentare un’improbabile vittoria al ballottaggio sull’assioma assolutamente indimostrato e platealmente falso che, avendo i numeri maggioritari in consiglio, con loro la governabilità sarebbe assicurata.
Alla prova dei fatti il teorema si svuota di ogni reale contenuto e porta a una conclusione esattamente opposta e contraria:
Non è vero che bastano i numeri per garantire governabilità
Mario Cavallo fu eletto a furor di popolo con una maggioranza bulgara, ma questo non gli ha evitato di fare la miseranda fine che ha fatto abbandonando il governo della città in mano a un commissario prefettizio dopo soli nove mesi nei quali ha tentato ingloriosamente di rabberciare una sottospecie di amministrazione che non è mai decollata; la maggioranza che si è venuta a creare intorno a Angelo Liccardo è a tutti gli effetti identica a quella che ha fatto naufragare l’esperienza Cavallo, perché non dovrebbe avere un esito altrettanto disastroso?
E’ proprio vero che ha i numeri?
Quello che si scrive sulla carta spesso cambia di significato quando si confronta con la realtà e noi non siamo per niente convinti che tutti i consiglieri che Liccardo attribuisce alla sua maggioranza poi, alla prova dei fatti, se li ritrovi effettivamente; anzi siamo convinti del contrario.
A che servono i numeri senza un sindaco?
Se la difficoltà per Bertini è trovare i numeri, la difficoltà per il centrodestra, che millanta numeri che potrebbe non avere, è trovarsi un sindaco all’altezza della situazione e non può certamente assolvere a questo ruolo, nel contesto quanto mai famelico e rissoso di una coalizione di squaletti, il candidato che rifugge con terrore i confronti pubblici, che non spiccica una parola in proprio, che si fa scrivere i discorsi dall’Avv. Scotto e se li fa correggere da un consigliere PDL di Villaricca, che si fa mettere in bocca le cose che deve dire dagli esperti in comunicazione e si fa suggerire i comportamenti dagli esperti che ne curano l’immagine: i suoi stessi sostenitori non si fidano a lasciarlo solo perché potrebbe fare guai; come è possibile immaginare che si possa affidare la guida di una città difficile come Marano a uno che a sua volta ha bisogno di essere guidato?
Il rischio dello scioglimento
Lo scioglimento di un comune per infiltrazioni non avviene a seguito di un processo penale che riscontra la mafiosità degli amministratori e d’altra parte non ci sono dubbi in merito al fatto che Angelo Liccardo con la malavita non abbia niente a che vedere; ma è sul “fumus” del condizionamento fondamentalmente basato su parentele e frequentazioni che arriva la commissione di accesso e nell’accrocco che ha messo insieme il centrodestra di parentele inquietanti, storie poche chiare e frequentazioni rischiose ce ne sono a bizzeffe: se già la presenza maggioritaria in consiglio può costituire un problema, l’affidamento del governo con l’elezione di Liccardo costituirebbe quasi una certezza: è giusto e ragionevole esporre la città a un rischio così grave e devastante?
Dai numeri un nome
Sono proprio le difficoltà che emergono dai numeri del primo turno, che si sommano a quelle già notevoli del governo di una città ridotta al lumicino, che postulano che al ballottaggio gli elettori orientino la loro scelta su un candidato dall’esperienza consolidata e scelgano un sindaco con le…palle e se l’unica bilancia per pesare le palle è la storia, la storia dice senz’altro Bertini