Torniamo ancora per un po’ sul Consiglio Comunale del 16 giugno perché, visto che l’assise cittadina è regolarmente disertata dal pubblico che se vuole vedersi delle sceneggiate ne trova sempre una pronta su qualche canale TV, qualcuno deve pur far sapere in giro quello che succede nella sede più prestigiosa del governo cittadino e raccontare dell’intervento del Consigliere Vincenzo Marra, supportato ad adiuvandum da quello di tal Giorgio Sansone, o riportare un’uscita estemporanea del Sindaco diventano una opportunità per far capire quale sia il terreno di coltura del pensiero e dell’azione amministrativa di chi oggi avrebbe il compito di gestire la città
Un vuoto pieno di niente
Con l’atteggiamento accondiscendente del saggio che benevolmente si fa carico di spiegare agli ignoranti come può succedere che un asino voli il Consigliere Vincenzo Marra (uno dei due, sui 15 consiglieri di maggioranza, che ogni tanto prende la parola) ha raccontato la storia di una amministrazione che, dopo aver ereditato una situazione disastrata, in soli dodici mesi è riuscita a invertire il segno della gestione finanziaria del Comune chiudendo la gestione di un anno con un avanzo di 1,2 milioni di euro e, emozionato per il risultato e per esserne partecipe, il Consigliere Sansone ripete per filo e per segno la canzone con una maggiore cattedraticità ma con altrettanta faccia tosta. Il rituale applauso finale (dal quale si defila con maggiore dignità l’assessore Longoni) dà il segno della condivisione totale della giunta e di quella maggioranza che negli applausi beoti di chi non ha capito niente esaurisce tutta la sua funzione politico-amministrativa
L’asino di Melesecche
Spontaneo il ricorso della memoria alla celebre storia dell’asino che, dopo che Melesecche ossessionato da una bucolica spending review gli aveva ridotto progressivamente la razione del fieno, finì con il morire lasciando un costernato padrone disperato al pensiero che l’asino era morto proprio quando aveva imparato a non mangiare. E’ la storia della amministrazione Liccardo:
- Nel secondo semestre del 2013 hanno lavorato in dodicesimi perché il bilancio è stato approvato a dicembre, nel primo semestre del 2014 hanno lavorato in dodicesimi perché il bilancio deve ancora essere approvato: in pratica non hanno speso perché non hanno potuto spendere (significativi i 48.000 euro spesi in un anno per le manutenzioni stradali);
- Hanno però incassato alcuni milioni di euro per l’IMU;
- Si sono trovati per forza di cose un avanzo ma la città è andata alla rovina e se il metodo viene elevato a sistema e si punterà a considerare come unico obbiettivo quello di risparmiare a tutti i costi eliminando le spese Marano farà la fine dell’asino di Melesecche.
Fino a oggi siamo andati una schifezza, ma potrebbe andare peggio
Si dà ormai per certo che l’Assessore Longoni a settembre lascerà l’incarico per approdare a altri incarichi e in pole position per la sostituzione il destino beffardo della nostra città segnala l’inutile Vincenzo Marra; facile capire come sia possibile che una situazione già pessima possa ancora peggiorare. La giunta di assoluti incapaci, parvenus senza arte né parte, perde l’unica professionalità che fino a oggi esprimeva; per quanto non ne condividessimo l’approccio meramente tecnico al problema amministrativo, è innegabile il profilo culturale, la competenza e l’esperienza dell’attuale Assessore alle finanze che, nei confronti del complessivo encefalogramma piatto, risultava essere l’unico in grado di intendere e di volere.
Il rimpasto che si dà per certo ci sia a settembre sappiamo che è motivato non dalla necessità di elevare il livello di intelligenza amministrativa della giunta ma da esigenze di spartizioni partitiche e nell’ambito della politica nostrana espressa in Consiglio Comunale è impossibile trovare di meglio, però è possibile peggiorare e la situazione peggiorerà di molto se alla competenza di Longoni si sostituirà la saccenza di Marra che con le quattro nozioni di partita doppia che ha imparato a memoria aggiungerà la sua insipienza a quella del Sindaco e tutti insieme appassionatamente si dedicheranno a un’idea improbabile di risanamento usando ancora il pallottoliere e affossando definitivamente la città.
L’estemporanea del Sindaco
Per esemplificare quello che considera il punto di forza del proprio impegno di governo, ormai esclusivamente dedicato a un’idea bislacca di risanamento finanziario avulso dai i problemi della città, il Sindaco ha spiegato agli inorriditi astanti che nei confronti di una persona “che ha bisogno” il Comune ha l’obbligo di “spiegare perché non può farci niente” e “vedrete che quella persona capirà”.
Colpito pesantemente dall’orripilante filosofia il Consigliere Bertini, che in una precedente occasione aveva usato il termine “stronzate”, si è permesso di dire che “un sindaco che la pensasse così sarebbe una schifezza di sindaco” si è visto togliere la parola per turpiloquio da un Presidente del Consiglio sempre più prossimo al delirio di onnipotenza e sempre più sfacciatamente schierata sul versante politico.
A questo punto la parola ce la riprendiamo e la giriamo a chi ci legge per chiedere:
è più volgare dire che un sindaco che la pensa così è una schifezza di sindaco o non è invece molto più volgare che ci sia un sindaco che la pensa così?