JUN 15 - IL GRAN RIFIUTO - Vince il concorso ma rifiuta di venire a Marano

JUN  15   -   IL GRAN RIFIUTO - Vince il concorso ma rifiuta di venire a Marano

A Marano no!

La notizia è ufficiale già da qualche giorno: l’Ing Aniello Moccia, vincitore del concorso indetto dal Comune di Marano per la copertura del posto di Dirigente dell’Area Tecnica, rinuncia formalmente all’incarico, preferisce restare dov’è, anzi fa sapere che intende partecipare ad altri concorsi, ma di venire a Marano proprio non ne vuole sapere

E’ una notizia che, con i tempi che corrono, suscita non poche perplessità e muove importanti e inquietanti interrogativi: come si spiega che un professionista non di primo pelo dopo aver superato tutte le prove concorsuali e essere stato dichiarato idoneo a tutti gli effetti, prende carta e penna e scrive all’Amministrazione della nostra città per comunicare che, dopo lunga e sofferta riflessione, ha deciso di non venire dalle nostre parti e partecipare ad altri concorsi?

Visto che nei vari colloqui che ha sostenuto non ha dato segni di squilibrio e labilità mentale viene spontaneo immaginarsi che una decisione di questo tipo non possa essere imputata a un improbabile momento dissociativo del concorrente e l’età dello stesso induce a escludere l’ipotesi di una ragazzata; è chiaro che le ragioni che sottendono a una scelta tanto grave e inusuale debbano essere serie e impegnative e, siccome quelle formalmente addotte non ci convincono nemmeno un po’, abbiamo cercato di immaginare quali possano essere quelle vere che hanno indotto il nostro ingegnere al gran rifiuto

 

L’inaffidabilità dell’Amministrazione

Normalmente quelli che partecipano ai concorsi vengono sottoposti a vari esami e colloqui per testarne il grado di preparazione tecnica e di affidabilità ma a loro volta i concorrenti tastano e testano la serietà e l’affidabilità di chi li sta esaminando e dopo aver parlato con il Sindaco, con un assessore ai lavori pubblici della qualità e della competenza di un certo Elio Belmare e qualche altro assessore incrociato casualmente, magari per le scale, deve aver avuto modo di soppesarne lo spessore personale, culturale e  amministrativo e non avrà avuto difficoltà a capire quali sarebbero stati i suoi interlocutori una volta messo piede a Marano e ci immaginiamo facilmente quali dubbi abbiano cominciato a frullargli nel cervello

 

L’ambientino

La storia dell’Ufficio Tecnico di Marano non è la più esaltante fra quelle dei vari comparti dell’apparato comunale; incidenti di percorso ne sono capitati in quantità industriale e, senza voler fare di ogni erba un fascio, è facile per uno del mestiere, soprattutto se magari dà una scorsa alle cronache giudiziarie, capire che l’ambientino nel quale sta per andare ad accasarsi non è proprio fra quelli che possano propiziare il sonno e la tranquillità; d’altra parte la gestione provvisoria affidata a dirigenti a tempo molto determinato e, ancor peggio, quella interinale che da tempo vede alternarsi funzionari con la competenza di un Claudio Cappuccio catapultati in un mondo dove si parla Lavori Pubblici e Urbanistica, disegna uno scenario di anarchia generale e confrontarsi con la quale costituirebbe per chiunque un difficile banco di prova considerando anche la mole di interessi leciti e illeciti che razzola da quelle parti. Si sa che è così in tutti i comuni del comprensorio, ma a Marano un po’ di più

 

Le patate bollenti

E’ risaputa e confermata la pessima abitudine degli amministratori comunali di Marano di forzare i funzionari per la produzione di atti molto spesso ai limiti (quando non oltre) della legalità per addomesticare gare e concorsi e per sistemare faccende che interessano amici, supporters e clienti e siamo più che convinti che non sarà mancato, nei colloqui informali che sicuramente ci sono stati, qualcuno che avrà fatto capire a chiare lettere al futuro Dirigente la priorità assoluta che il Sindaco annette alla “sistemazione” della lottizzazione C 17 per la quale i pareri espressi dal Segretario Generale (Asfaldo) e dall’ex dirigente (Di Lorenzo) l’hanno obbligato a avviare l’iter per l’annullamento.

Non sarà mancata a un uomo scafato come l’Ing. Moccia la capacità di intuire la gravità di situazioni complicate e pericolose come la Masseria Galeota, quell’ingorgo di illiceità e reati che è il PIP e quell’autentico ginepraio che è il redigendo nuovo piano regolatore. Mettere le mani in situazioni di questo tipo rischia di farti trovare fra l’incudine e il martello e uno che vorrebbe chiudere la propria carriera professionale in santa pace e in una sufficiente serenità non sarà a Marano che troverà le condizioni giuste per raggiungere l’obbiettivo

 

Una mazzata esagerata

La rinuncia dell’Ing. Moccia, oltre a creare non pochi problemi al Sindaco che uno dopo l’altro sta perdendo tutti i pezzi dell’ingranaggio già asfittico della macchina comunale, crea un  guaio immenso alla città perché al punto in cui Liccardo ha condotto le cose (con il piano decennale di riequilibrio e con l’inosservanza del rispetto dei tempi per i pagamenti) non sarà più possibile dotare il Comune di un Dirigente all’Area Tecnica perché non sarà consentito indire un nuovo concorso e quand’anche si trovasse un escamotage per bypassare l’inghippo non sarà facile trovare uno che se la senta di venire a Marano dopo un segnale così forte di inaffidabilità e rischiosità per cui l’anarchia continuerà a regnare sovrana in quello che è un pò il crocevia di tutte le attività del Comune e l’immobilismo verrà a bloccare tutto e tutti

Non ininfluente sarà la decisione di Moccia nemmeno nella scelta che Liccardo deve ancora fare del nuovo Segretario Generale perché da come stanno le cose l’incarico di Segretario comporterà in automatico anche l’incarico ad interim (ma a tempo indeterminato) della funzione di  Dirigente dell’Area Tecnica con tutti i problemi e i rischi che la cosa comporta

 

L’emorragia

Una degli effetti più deleteri prodotti dall’amministrazione Liccardo è l’inarrestabile emorragia di gente che se ne va e la contestuale impossibilità di sostituirli; ognuno cerca di lasciare Marano per trovarsi una sistemazione più conveniente dove magari c’è ancora la possibilità di fare uno scatto di carriera o partecipare a progetti che integrano lo stipendio (cose che non possono succedere dalle nostre parti) e intanto c’è l’assoluta impossibilità di fare nuove assunzioni propria grazie alle decisioni improvvide assunte da questa amministrazione

 

Leva e non metti asciuga l’Arno dicono a Firenze, ma è a Marano che lo stiamo sperimentando.