JUL 7 - TUTTA UN’ALTRA STORIA… - I tredici anni che avevano cambiato Marano

JUL 7 - TUTTA UN’ALTRA STORIA… - I tredici anni che avevano cambiato Marano

Premessa
La storia di Marano non è solo storia di malavita ma anche storia di vita, storia di un riscatto avviato, storia di una città che ha avuto l’occasione di mettere in campo potenzialità insospettate, è riuscita a recuperare ritardi abissali, a portarsi all’altezza dei tempi e proiettarsi verso un futuro di eccellenza
E’ storia vera, trascorsa in un quotidiano che, nel suo scorrere normale, non ha consentito a chi l’ha vissuta di percepirne la portata ma che prende forma e si delinea in tutta la sua concretezza se si ripercorre a distanza di tempo e, partendo da quello che eravamo, si riscopre quello che eravamo stati capaci di diventare e si riesce anche a capire quello che abbiamo perduto da quando questo percorso si è interrotto con il ritorno a quella “paesanità” che è la madre di tutti i mali [clicca qui se vuoi saperne di più sul termine “paesanità”]
Continuiamo a raccontare la storia di quell’ altra Marano riproponendo in varie puntate il resoconto alla città fatto alla fine dei tredici anni di amministrazione Bertini e consegnato a tutte le famiglie in un libretto denso di cose.
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Due importanti precisazioni:
La storia fotografa lo stato dei fatti a marzo 2006 e ovviamente non tiene in conto del fatto che dopo sono passati Perrotta, Cavallo e qualche commissario. Per facilitarne la lettura in termini storici alcuni capitoli sono divisi in due parti, una intitolata “Come era” che viene scritta in corsivo , l’altra che si intitola “Come è” e racconta come stavano le cose attualizzate a marzo 2006
 
IL LAVORO – LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE
LO SVILUPPO INDUSTRIALE
 
La premessa
Una città come Marano che in pochi anni perde la propria identità di città ad economia agricola e incrementa la propria popolazione di oltre 50.000 abitanti provenienti ognuno da una cultura diversa e da una diversa esperienza lavorativa è una città destinata ad avere molti e gravi problemi in merito alla possibilità di offrire un lavoro a tutti i suoi abitanti. Tutto questo in un trend generale di disoccupazione, precariato, flessibilità e tutte quelle cose che fanno chiaramente capire come il problema del lavoro non può essere risolto in sede locale ma non ha nemmeno tante possibilità di soluzione nel contesto che ci circonda.
É a questo problema che sono state assegnate le maggiori attenzioni e i maggiori impegni dell’Amministrazione anche se i risultati sono stati inferiori agli sforzi prodotti.
Il tessuto economico locale, dopo l’edilizia, era retto esclusivamente da un commercio al minuto di qualità casareccia.
 
QUELLO CHE SI E’ FATTO
  1. Per avere un incremento di occupazione è indispensabile che ci sia un incremento di impresa perché tutta la manodopera impiegatizia e operaia di cui ha bisogno l’impresa esistente è già certamente assorbita e solo se ha bisogno di altre risorse l’impresa si rivolge nuovamente a quello che nel gergo comune si chiama mercato del lavoro.
Partendo da questo concetto si è lavorato sodo nell’assecondare e promuovere l’AUTOIMPRESA, si è cercato cioè di aiutare chi ha la voglia e la capacità di muoversi da solo; per questo:
-        Si è costituito un ufficio apposito, l’Ufficio per la Promozione Territoriale, strutturato specificamente per assistere e accompagnare tutte le idee di impresa
-        Il Comune, con un’esperienza unica in Italia, ha costituito un Fondo di Garanzia offrendo al sistema bancario le garanzie perché fosse consentito l’accesso al credito a giovani aspiranti imprenditori che non disponevano di garanzie proprie
-        Si è aperto lo sportello Informagiovani e attivato il “Cercalavoro”
-        Si è preteso e ottenuto che a Marano fosse assegnata una sede dell’Agenzia per l’Impiego per avere sul posto uno strumento che, se ben usato senza clientele e sottobanco, può essere utile a chi cerca lavoro
-        L’apparato comunale ha avuto un discreto incremento con concorsi e assunzioni;  siamo riusciti a stabilizzare i Lavoratori di Pubblica Utilità (LPU), forse gli unici in Italia, e sono stati assunti con un contratto a tempo determinato a 36 mesi i Lavoratori Socialmente Utili (LSU) in attesa di una stabilizzazione in occasione dell’appalto del servizio di igiene urbana e della attivazione della raccolta differenziata
  1. Si è cercato di salvaguardare e qualificare l’esistente regolarizzando commercianti e artigiani a rischio chiusura
-        Con un accodo inventato a Marano fra l’Amministrazione e la Camera di Commercio si è riusciti a far riconoscere il requisito professionale a oltre 70 fra barbieri, parrucchieri e affini che hanno potuto così regolarizzare la loro posizione
-        Con un progetto fatto insieme a Sviluppo Italia e a spese del Comune si sono attivati corsi di formazione per il conseguimento della qualifica professionale per numerosi autoriparatori che così si sono potuti regolarizzare offrendo anche migliori garanzie ai loro clienti
-        Con una specifica delibera di Consiglio Comunale si è provveduto a regolarizzare le attività artigiane storiche collocate in locali non urbanisticamente adeguati ritenendo valida allo scopo una dichiarazione di “impatto compatibile con il contesto”
-        Si è offerta la possibilità di regolarizzarsi anche ai tanti autisti di pulmini che operavano abusivamente e ogni tanto si vedevano sequestrato il mezzo: emanando un bando per gli autonoleggi da rimessa si sono potuti mettere a posto ed è finita anche una esclusiva di fatto che nessuno poteva scalfire.
-        Le 16 rivendite di giornali che erano aperte in maniera del tutto abusiva hanno potuto regolarizzarsi grazie alla approvazione del Piano ottimale per la distribuzione dei giornali
-        Con la approvazione del Piano del Commercio si sono sanate quasi tutte le attività commerciali presenti sul territorio e, anche grazie al contributo intelligente di alcuni operatori locali, oggi il commercio di Marano è considerato uno dei più qualificati ed è quello che meno sembra aver risentito del pullulare delle immense strutture per la grande distribuzione che hanno invaso la zona
-        Si è riusciti a evitare la chiusura del mercato ortofrutticolo e la riqualificazione commerciale e sociale dell’area è in fase molto avanzata con un progetto di finanza del valore di 14 milioni di euro; il Pianeta Marano
  1. Quello che però potrebbe costituire una vera svolta nella definizione del futuro di Marano è il Piano degli Insediamenti produttivi: il PIP
Dopo oltre cinque anni di processi burocratici per le necessarie varianti al PRG, per tutta una quantità incredibile di procedure e dopo alcuni tentativi non andati a buon esito, il PIP è diventato una realtà; la caparbietà dell’amministrazione l’ha vinta su difficoltà di tutti i tipi e sulla incredulità di tanti.
Si sono aperti in questi giorni gli Uffici del PIP nella frazione di San Rocco; si è redatto il progetto esecutivo e sono stati predisposti i bandi per l’assegnazione della aree. Si tratta di 32 stabilimenti industriali di media dimensione, di strutture a servizio e di un grosso impianto diviso in moduli per un incubatore d’impresa che consentirà a chi ha voglia di lavorare in proprio di sperimentarsi, prima di lanciarsi, utilizzando strutture attrezzate a costo sociale.
L’assorbimento occupazionale attraverso l’attività diretta e l’indotto è ragionevolmente prevedibile in 600-700 unità.
Chissà che non si sia cominciata a disegnare la nuova vocazione territoriale di Marano?