Jul 2 - NON CI SIAMO FATTI MANCARE NIENTE - L’incredibile storia del Tribunale di Marano
La storia delle peripezie che ha attraversato la sede del Tribunale di Marano potrebbe a pieno titolo entrare nel guinness dei paradossi con ottime chances di cogliere un primato, a noi però non interessa tanto parlare del lato straordinario della vicenda, quello che suscita curiosità e muove allo stupore, quanto invece interessa leggere nel paradossale succedersi degli eventi quella mentalità e quel modo di pensare l’amministrazione della cosa pubblica dai quali sono discesi e continuano a discendere tutti i mali che hanno afflitto e affliggono la nostra città
Il problema come occasione
Nel modo tutto paesano di intendere la politica e l’amministrazione, nell’insorgere di un problema non viene colta la necessità di adottare una soluzione, quella soluzione che sia la più rapida, la più efficace e la meno costosa possibile ma diventa un pretesto per scatenare una valanga di spese e l’occasione per favorire parenti, amici, compagni di partito e quella vasta clientela che i politicanti nostrani curano con uno zelo tutto particolare
La storia del tribunale è emblematica e la ripercorriamo per grandi linee perché più di un qualunque discorso aiuta a capire com’è successo che Marano si è trovata sull’orlo del dissesto
Dalle fessure una voragine
La scoperta di alcune fessurazioni nelle pareti, fessurazioni che esistevano da sempre e non avevano mai suscitato allarmi, induce a fare intervenire i Vigili del Fuoco i quali rilevano in alcune zone ben delimitate dell’edificio l’insufficiente tenuta statica di alcune strutture in c.a. e per motivi precauzionali dispongono l’interdizione all’intera palazzina
Le attività di giustizia vengono immediatamente trasferite nella attigua sede dell’Ufficio per l’Impiego che da Ufficio per l’Impiego non ha mai funzionato (e questo giusto per dire quanta e quale fosse stata la necessità di realizzarlo) dove si erano appena trasferiti gli addetti dell’Ufficio Tecnico che devono fare un precipitoso ritorno alla sede di partenza e comincia la rocambolesca storia di un tribunale che per anni opera nella più precaria delle situazioni
L’ipotesi di partenza
Una relazione dettagliata prodotta da tecnici (graziati con una parcella di 30.000 euro) riferisce di alcune travi e alcuni pilastri di un ben delimitata porzione di solaio che non sarebbero dimensionati in misura ottimale, suggerisce un rinforzo localizzato delle strutture interessate e prevede una spesa di circa 400.000 euro per la rimessa in pristino con circa 6 mesi di lavoro
Stranamente la strada del ripristino statico non viene proprio presa in considerazione, si sognano e disegnano soluzioni fantascientifiche come la costruzione di un nuovo edificio nella zona PIP con una spesa di circa 11 milioni di euro, ci si inerpica sulle ipotesi più ardite, si costruiscono due orripilanti scale di emergenza con un costo di circa 90.000 euro e per oltre due anni la gestione delle cose di Giustizia a Marano rimane nella aleatorietà più totale fra convegni, Consigli Comunali, dibattiti e confronti e si fa sempre più insistente la voce che il Tribunale verrà tolto a Marano anche nella sua determinazione di sede distaccata del tribunale di Napoli e intanto…
Si rifà la facciata
Il Comune di Marano bandisce una gara per “lavori di risanamento della sede del Tribunale” per la modica somma di 964.000 euro. Stranamente si tratta di lavori che non hanno niente a che vedere con le travi e i pilastri sottodimensionati che avevano provocato l’interdizione alla attività giudiziaria ma riguardano una radicale rifazione delle facciata. La gara, regolarmente appezzottata e perfettamente pilotata come era di norma ai tempi di Pitocchi, viene aggiudicata, guarda caso, a un consigliere comunale di Marano, membro della Commissione Edilizia, che pateticamente si nasconde dietro alle parvenze di un improbabilissimo prestanome, e il Tribunale di Marano, chiuso per inagibilità, si ritrova una facciata nuova di zecca
La ristrutturazione
Mentre il mondo si interroga se la sede distaccata del tribunale rimarrà a Marano o verrà assegnata a altri Comuni dell’area a Nord di Napoli, l’amministrazione comunale bandisce una nuova gara da 3 milioni di euro non per il mero ripristino statico dell’edificio ma per la ristrutturazione integrale dello stesso in funzione di una attività giudiziaria sempre più improbabile
Le porte di ferro a Santa Chiara
I lavori vengono appaltati e ultimati ma quando la palazzina è pronta e potrebbe entrare in funzione il tribunale non c’è più perché è stato definitivamente trasferito ad Aversa ripetendo l’eterna storia di chi mise le porte di ferro quando non c’era più niente da proteggere
Gli uffici comunali in una sede inadeguata
Facendo buon viso a cattivo giuoco Liccardo ha deciso di spostare nell’edificio rimesso a nuovo gli uffici comunali sparpagliati in cento diversi edifici e vi stanno già prendendo posto alla spicciolata e senza lo straccio di un criterio alcuni comparti ma, ovviamente, anche questa cosa viene e verrà gestita “a pasta e fagioli” perché la sede, pensata per essere tribunale, dovrebbe essere nuovamente trasformata per ospitare quella che finalmente potrebbe essere la casa comunale che a Marano manca da sempre
Poveri soldi nostri buttati al vento
In pratica si sono spesi 4 milioni di euro per non avere il tribunale e per non avere una casa comunale adeguata. Il fatto che parte dei fondi siano arrivati con il più vasto programma PIU Europa non toglie e non mette sul piano della assoluta sprovvedutezza, dabbenaggine e spregiudicatezza con le quali la politica locale ha gestito e continua a gestire gli interessi della città.
C’è ancora qualcuno che vorrebbe capire come si è arrivati al collasso della città? E con Liccardo e la sua cura da cavallo abbiamo messo la ciliegina sulla torta.