Oggi proviamo a parlare di quello che ha deciso il Consiglio Comunale di lunedì scorso e cercheremo di farlo nella maniera più chiara e intelligibile possibile visto che si tratta di un argomento particolarmente “tecnico” del quale hanno capito poco e niente gli stessi consiglieri comunali che hanno approvato la delibera e che hanno nascosto la loro pressoché totale ignoranza nel silenzio assoluto osservato per tutto il tempo dell’adunanza (è entrato nel tema solo il Consigliere Marra, ma lui, si sa, ha in casa chi capisce e scrive quello che poi lui leggerà in Aula) e hanno espresso tutta la loro intelligenza nel gesto brillante di alzare la mano al momento del voto.
Il riaccertamento straordinario dei residui
La legge 118 del 2011 prevede che i Comuni, al primo gennaio 2015, riaccertino quanti fra gli importi dei residui attivi inseriti nei bilanci negli ultimi cinque anni siano stati affettivamente incassati e stabilisce che quello che non è stato incassato venga definito “credito di dubbia esigibilità” e venga inserito in un fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) da ripianare in ratei annuali, uguali e costanti, da distribuire nell’arco massimo di 30 anni con fondi prelevati dalla contabilità ordinaria o con i proventi derivanti da alienazione di proprietà disponibili dell’ente
Chiarito che per “residui” si intendono quegli importi che non sono stati incassati nei tempi di scadenza ma che, a rigor di logica, possono essere ancora incassati diciamo subito che alla fine della giostra il Comune di Marano per i prossimi 30 anni a partire dal 2015 dovrà sborsare la non modica somma di € 754.750,00 prelevandola dalle entrate correnti, cosa che ovviamente si traduce in altrettanti servizi (refezione scolastica, sostegno al disagio, riparazione strade e scuole, manutenzioni in generale ecc.) che non verranno più erogati alla città: ecco perché, a ragion veduta, abbiamo parlato di una condanna a 30 anni, condanna che si somma a quella già sentenziata con la delibera 57/2014 con la quale il Comune si era già impegnato a un rimborso di 1.650.000 all’anno per 10 anni.
I numeri
I numeri che risultano dal riaccertamento sono da capogiro: il disavanzo complessivo è pari a € 41.390.000 e si somma a quello già riconosciuto con la delibera 57 del 19 giugno 2014 per un importo di €16.225.904; con una serie di artifizi contabili vengono defalcati importi sostanziosi per cui rimangono da ripianare come maggior disavanzo “soltanto” 22.642.000 euro che si traducono nei ratei indicati sopra.
Il disastro tecnico-tattico della premiata ditta Longoni-Liccardo
Nonostante l’aspra contrapposizione de L’Altra Marano (clicca qui), nella delibera di approvazione del rendiconto di gestione del 2013 (la n° 57/14) l’Amministrazione volle caparbiamente tagliare di punto in bianco e senza necessità alcuna la bellezza di 32 milioni di crediti di dubbia esigibilità provocando il disavanzo di € 16.225.000 cui è seguito il piano di rientro decennale con tutti i vincoli che lo stesso ha comportato a livello di tasse, di gestione finanziaria e di gestione del personale.
Visto che la legge 118/11 è in vigore dal 2011 i nostri due campioni, esperti in finanza pubblica, dovevano sapere che il primo gennaio del 2015 si sarebbe dovuto fare il riaccertamento straordinario e che con quello si avrebbero avuti 30 anni e non 10 per il ripianamento, non ci sarebbe stato bisogno del piano decennale e non sarebbero scattati tutti i vincoli allo stesso connessi; sarebbe bastato limitare il taglio (e lo si poteva fare) al 50%.
L’assurda situazione dell’acqua
Con il 2015 sono tre anni che il Comune non emette i ruoli dell’acqua per cui i cittadini, pur volendo, non sono stati messi nelle condizioni di pagare; ora l’importo del servizio idrico (mediamente 3 milioni all’anno) che è stato inserito nelle previsioni di bilancio, siccome per forza di cose non è stato incassato, è andato a finire nei “crediti di dubbia esigibilità”; sarebbe bastato emettere i ruoli e il fondo per i crediti di dubbia esigibilità invece di 22.642.000 sarebbe stato si circa 13 milioni e il rateo annuale invece di 754.000 euro sarebbe stato di circa 400.000 euro. Perché non è successo? Ripetutamente interrogato il Sindaco non ha saputo dare una spiegazione.
Il salvatore della patria affossa la città
Il mantra che il Sindaco intona ogni volta che deve giustificare il suo non aver fatto assolutamente niente in questi due anni in cui porta a spasso la fascia tricolore è che è stato assorbito totalmente da quello che ha ritenuto fosse il suo compito principale e cioè risanare le finanze del Comune.
Da quello che abbiamo visto fin qui risulta abbastanza chiaro che se si fosse preoccupato di acchiappare le farfalle avrebbe fatto meno danni, ma ci sono, oltre al fatto dei ruoli dell’acqua non emessi, altri piccoli dettagli che la dicono lunga in merito a quello che sta facendo per il risanamento delle casse comunali e sono dettagli che ritroviamo nell’istruttoria della delibera approvata nel Consiglio di lunedì; ne diamo pochi significativi esempi.
Ricordiamo che si sta parlando di gestione dei residui, vediamo che è successo nell’era Liccardo:
- ICI: a fine 2012 i residui erano 1.390.000 a fine 2014 sono aumentati a 2.600.000; nei suoi due anni Liccardo ha incassato il 4,75% e il 22,59%
- RSU: a fine 2012 i residui erano 8.083.000 a fine 2014 sono 19.835.000
- Codice della strada (multe): su 16.000.000 di residui nei cinque anni sono stati incassati 474.000 euro (2.95%)
- Servizio idrico: al 2012 i residui erano 7.254.000 nel 2014 diventano 13.715.000, nei suoi due anni Liccardo incassa rispettivamente il 4,10% e il 2,20%
Abbiamo votato contro
Insieme al resto dell’opposizione presente (mancavano significativamente Palladino e Migliaccio) abbiamo votato contro la proposta di delibera per due motivi principali:
- Per stigmatizzare il fatto che il principale responsabile dell’alto tasso di insolvenza è proprio quel Sindaco che doveva risanare tutto
- Perché un Sindaco anche mediocre insieme alla proposta di ripianamento dei residui avrebbe dovuto presentare un articolato, preciso e deciso piano per il recupero degli incassi; per la semplice divisione del fondo residui per i 30 anni concessi non c’era bisogno di un Sindaco, sarebbe bastato un bambino con il pallottoliere.
Ma si può mai cavare il sangue da una rapa?