Riunito in seconda convocazione, quando a termini di regolamento basta la presenza di otto consiglieri oltre il Sindaco perché la seduta sia valida, il Consiglio Comunale di Marano ha approvato il piano di riparto trentennale del fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) nel clima surreale di quell’eterno scontro fra le diverse bande della maggioranza che fa passare in secondo piano l’argomento per il quale l’assise è stata convocata e che polarizza invece l’attenzione di tutti nel cercare di capire nei gesti, negli atteggiamenti e nelle parole come si stia evolvendo l’ennesimo braccio di ferro fra il Sindaco e i cosiddetti dissidenti, quella pattuglia di consiglieri comunali che intorno al nucleo centrale degli irriducibili diguidiani arruola volta per volta i malcontenti di turno che vengono a dare man forte al dissenso sicuri di portare a casa qualcosa che da soli non potrebbero mai pensare di racimolare
In realtà l’atto che è stato approvato con numeri quanto mai risicati è un atto importante che determina ricadute dolorosissime (tanto per cambiare) per i prossimi trenta anni sulla vita di Marano ed è talmente complesso dal punto di vista tecnico che richiede di essere trattato e approfondito senza limiti di spazio, ma siccome l’attenzione di tutti sembra ancora calamitata da quelli che sono gli sviluppi della guerra fra bande che condanna la città a al più atroce immobilismo abbiamo pensato di riservare questo articolo al racconto degli eventi “bellici” e rimandare a domani le riflessioni sul “ripiano del maggiore disavanzo”
Il Sindaco svicola
In apertura di seduta il Consigliere Bertini chiede al capo dell’amministrazione di riferire al Consiglio e alla città in merito alla guerra in atto; preso ovviamente di contropiede, dopo aver confermato di non avere nessuna intenzione di azzerare la Giunta, Liccardo ha chiaramente fatto capire che entrare in argomento poteva mettere a rischio l’approvazione della delibera e ha preferito glissare con un notevole imbarazzo assicurando che “il tavolo delle trattative era comunque aperto”
L’abbiamo azzeccata a metà
Avevamo previsto che le rivalità si sarebbero composte fra il sabato e la domenica e che per il Consiglio di lunedì avremmo avuto ancora una volta (come già è successo in almeno altre sei circostanze analoghe) una maggioranza ricompattata pronta a votare l’atto in zona Cesarini con una unanimità destinata a durare giusto il tempo della votazione; in realtà le cose non sono andate così: il grosso della pattuglia dei guastatori è rimasto ostinatamente a casa ma ha mandato a garantire l’approvazione della delibera due voti che dovevano esorcizzare ogni possibile rischio reale di bocciatura a conferma più che evidente che l’idea di andarsene tutti a casa non li sfiora nemmeno
Riconosciamo di aver sottovalutato il fatto che, per quanto importante, il Consiglio di lunedì non era determinante e costituiva solo uno step intermedio, quello davvero importante sarà il Consiglio che dovrà approvare il bilancio e per questo hanno ancora una quindicina di giorni per trovare un modo per uscire dal culo di sacco in cui si sono infilati
Il culo di sacco
Il punto focale della contesa è diventato quell’azzeramento della giunta che il Sindaco non intende fare mentre i dissidenti ne hanno fatta una condizione irrinunciabile; noi sappiamo che gli accordi li troveranno ma qualcuno dovrà per forza di cose fare una figura di merda per recedere dalle posizioni intransigenti che hanno assunto; è chiaro che l’accordo al ribasso senza l’azzeramento obbligherà i dissidenti a scegliere fra l’essere uomini, omminicchi o quaquaraquà e stanno cercando sicuramente un modo per venirne fuori con il minore dei danni. Può spiegarsi come un tentativo patetico di avvicinamento o di riduzione delle distanze la presenza ieri in aula di Giorgio Sansone e il voto a favore suo e della Di Guida
Responsabili nei giorni dispari
Dopo aver passato tutto il Consiglio relegato nel suo angolino con la faccia del cane bastonato il dissidente “aggregato” alla fine ha trovato il coraggio di fare una cosa che si vedeva lontano un miglio che non condivideva ma che doveva fare: ha letto, impappinandosi un paio di volte, questo comunicato “Sono qui a rappresentare anche i consiglieri Pellecchia, Licciardiello, Tagliaferri e Catuogno e siccome l’argomento è di vitale importanza per le sorti della città e la delibera di oggi non è di indirizzo politico ma è un obbligo giuridico per non incorrere nel dissesto finanziario, dando l’opportunità al Comune di ripianare in 30 anni il disavanzo, per senso di responsabilità sono presente con il presidente per l’approvazione”
Si capisce bene l’imbarazzo di un ragazzo che scemo non è nell’inanellare una serie così incredibile di cretinerie
- Come fa un Consigliere a parlare a nome di quattro Consiglieri che potevano tranquillamente venire a dire la loro ma hanno scelto di non esserci come forma di contrasto all’Amministrazione?
- Carica di significato ultimativo un atto che è importante ma che di ultimativo non ha niente tanto meno il paventato rischio di un default che l’organo ufficiale del gruppo dei diguidiani ha bovinamente recepito e amplificato
- Quanto alla responsabilità è decisamente una buffonata chiamarla in causa nelle condizioni i cui i dissidenti si sono messi; se fossero stati veramente responsabili non si capisce come mai siano mancati venerdì o com’è che sono responsabili a corrente alternata
Cercasi Maradona
L’idea di azzerare la giunta nasce dalla convinzione che se al gruppo dei contestatori viene assegnato più spazio nell’organo di governo le cose di Marano cambieranno da così a così e dall’immobilismo più cupo si passerà a un attivismo intelligente e fattivo: noi non ne siamo molto convinti ma chiediamo ai nostri lettori di aiutarci a capire; per questo ripetiamo per l’intero l’elenco dei dissidenti e chiediamo a quelli che ci leggono chi fra questi può essere il Maradona in grado di rovesciare le sorti dell’Amministrazione e di Marano: Angela Di Guida, Eduardo Pellecchia, Salvatore Ricciardiello, Giorgio Sansone, Marco Tagliaferri, Pasquale Catuogno
Chi fra loro il Maradona di Marano?