Nell’ultimo articolo apparso sul Blog abbiamo parlato del piano di riequilibrio decennale approvato nel Consiglio del 29 dicembre 2014 trattandolo fondamentalmente dal punto di vista tecnico-amministrativo, oggi ritorniamo sul tema un po’ per completare un discorso non del tutto compiuto e un pò per condividere con chi ci legge alcuni spunti di riflessione che abbiamo derivato fra le pieghe del dibattito da fatti e comportamenti che ci sembra aiutino a perfezionare un quadro che va oltre il mero significato dei numeri, tocca da vicino la politica e fa capire senza pietismi in quale avvilente contesto si dipani l’attività amministrativa a Marano
Che succede se…?
Completiamo l’illustrazione di quello che abbiamo chiamato l’impianto tecnico-amministrativo chiarendo cosa succederebbe qualora capitasse che, magari per l’annullamento della delibera consiliare del 29 dicembre disposto dal TAR, il piano di riequilibrio venisse riapprovato fuori termine o nel caso non venisse accettato dal Ministero e dalla Corte dei Conti: succederebbe che in conformità dell’art. 243 bis del Dlgs 267/2000 il Prefetto assegnerebbe 20 giorni di tempo al Consiglio Comunale perché proceda alla dichiarazione del dissesto e che, per il trascinamento del bilancio di previsione 2013 nell’esito del piano pluriennale, il decadimento di quest’ultimo travolgerebbe il bilancio e ne conseguirebbe lo scioglimento del Consiglio Comunale. Di tutto questo abbia parlato diffusamente nell’articolo apparso sul Blog il 2 gennaio (clicca qui) ma abbiamo ritenuto utile ribadirlo visto quanto falsamente affermato dall’Assessore Longoni con una delle tante bugie propalate nel corso del Consiglio Comunale e che sono argomento di un trafiletto un po’ più avanti
A forza di giocare con il fuoco si sono bruciati le dita
A forza di rimandare all’ultimo minuto utile tutte le decisioni più importanti alla fine la premiata ditta Liccardo-Longoni & C. è andata a mani e piedi dentro a un fosso dal quale sarà molto difficile che riesca a venire fuori con tutte le ossa integre
Effettivamente per come si è andata a ingarbugliare la vicenda gioca un ruolo determinante il tempo perché tutti i problemi avrebbero potuto essere agevolmente risolti se l’argomento fosse arrivato in Consiglio in tempo utile e di tempo a disposizione ce n’era tantissimo considerato il fatto che la delibera con la quale si evidenziava il disavanzo risale all’ormai lontano 19 giugno 2014
Se invece di stare tirarla per le lunghe, con l’idea bislacca di incatastare un po’ tutti, si fosse arrivati qualche mese fa a discutere del piano di riequilibrio la mancanza di atti essenziali fra la documentazione a corredo della delibera si sarebbe risolta rinviando di qualche giorno la seduta senza correre il rischio che il TAR annullasse il tutto e gli svarioni contabili evidenziati dai Revisori dei conti e fatti emergere dall’opposizione avrebbero potuto essere corretti agevolmente in tempo utile
In questa circostanza emergono pesanti come macigni la sprovvedutezza, la superficialità e la mancanza di lucidità organizzativa e amministrativa di tutto il vertice del Comune, quello politico con in testa il Sindaco e Longoni e quello gestionale con in testa il Segretario Generale e il Dirigente dell’area economica e finanziaria; le responsabilità di tutto quello che ne deriverà sono precisamente definite e chiaramente attribuibili
Un Longoni ridimensionato si affida alle bugie
Da tutta questa vicenda, e ancor più dagli esiti che prevedibilmente ne conseguiranno, esce fortemente ridimensionata anche la figura carismatica di Paolo Longoni il quale chiaramente si trova sovraesposto sia perché sa di essere l’unico che ne capisce qualcosa e sa di non poter fare affidamento su un minimo di contributo da parte della banda di diseredati, Sindaco in primis, che con lui costituiscono la giunta sia perché tutte le scelte operate fino a oggi sono attribuibili a lui e soltanto a lui e la cosa ovviamente pesa non poco anche perché l’insistenza nel voler arrivare quanto prima alla esternalizzazione dell’acqua, in una città malpensante come Marano, sta facendo circolare voci sempre più maligne
L’eloquio forbito che ne fa un guru all’interno del compound asfittico della giunta e della maggioranza non basta a coprire le numerose incongruenze che si rilevano non solo nel piano di riequilibrio da lui predisposto (ben evidenziate dal parere dei revisori) ma nello stesso progetto di risanamento delle finanze comunali e la situazione sembra così poco rappezzabile che, sempre senza perdere l’aplomb, arriva a sparare in pieno consiglio una quantità di bugie che sviliscono non poco la credibilità delle cose che afferma. Ne rileviamo alcune a puro titolo di esempio:
- “la rinegoziazione dei mutui non si può fare se non esce una legge che lo consente… non appena è uscita noi in 10 giorni ne abbiamo rinegoziati 42…”
La legge che consente di rinegoziare i mutui è la n° 539 del 20.12.1995 che converte il decreto n°444 del 27.10.95
- “…se il piano di riequilibrio venisse bocciato non ci sono problemi perché vengono concessi altri 40 giorni per farne un altro…”
La legge 267/2000, richiamata nella istruttoria della delibera che sancisce l’adesione al ripianamento decennale, recita: “la mancata presentazione del piano entro il termine di cui all’art. 243-bis comma 5, il diniego dell’approvazione del piano….comportano l’applicazione dell’art. 6 comma 2 del Dlgs 149/2011 con l’assegnazione al Consiglio da parte del Prefetto del termine non superiore a venti giorni per la deliberazione del dissesto…”
“… i proventi dalla dismissione del patrimonio immobiliare comunale non residenziale devono essere reinvestiti e non possono essere utilizzati in termini di cassa…”
Il Comune di Napoli invece, con l’approvazione della Corte dei Conti, li ha utilizzati proprio in termini di cassa. Per non parlare della discussione con il Consigliere Coppola che, esibendo l’articolo di legge, sconfessa sul campo l’assessore che asseriva che l’Organo di Revisione “non ha ruoli nella formazione del Piano”
La maggioranza decorativa
Avevamo in serbo qualcosa da dire in merito al comportamento di una maggioranza che partecipa ai Consigli Comunali in stato di coma profondo dal quale viene risvegliata solo quando è il momento di alzare la mano, ma l’articolo si è fatto troppo lungo e ci riserviamo di parlarne in prossime future occasioni.
Per il momento ci sembra che basti per sentirsi particolarmente depressi