Il Comunicato galeotto
Che ne direste di uno che in un momento di autolesionismo esasperato si randella rabbiosamente i coglioni e poi corre dal dottore urlando che gli fanno male? Grosso modo quello che direste di Liccardo se per mera combinazione vi capitasse di leggere il comunicato stilato dall’Ufficio Stampa del Comune il 27 gennaio e regolarmente diffuso dai media locali; siccome ci sembra particolarmente indicativo di una preoccupante condizione mentale prossima alla dissociazione in un soggetto che, comunque, ricopre il delicato compito di Sindaco della Città, ci sembra quanto meno doveroso far partecipi della notizia quelli che continuano ad avere la bontà di leggerci e insieme a loro andiamo a rivederci il comunicato galeotto.
La grande fuga
Probabilmente illuminato dall’articolo apparso sul blog il 24 gennaio dal titolo “I tragici effetti collaterali della cura Liccardo” (clicca qui) il Sindaco di Marano si è reso improvvisamente conto che con la micidiale diaspora che sta falcidiando i livelli più elevati dei dipendenti comunali fra qualche giorno a gestire gli uffici, a parte la pletorica manovalanza generica, resterà solo lui, irriducibilmente attaccato alla poltrona, insieme a Mimì, a Cocò e a Carmine ‘o pazzo.
“Non posso impedire né ostacolare quei dipendenti che cercano di migliorare la loro carriera lavorativa” fa dire a un ignaro Sindaco la fedele portavoce e spiega così come un ufficio che contava la bellezza di 22 tecnici ne annovera oggi solo 7 e fra pochi giorni potrà contarne solo 5. Che la causa della fuga di massa possano essere le condizioni di totale inaffidabilità dell’amministrazione e l’assoluta mancanza di un possibile futuro è cosa che non lambisce nemmeno di striscio il Liccardo-pensiero; come sembra che non abbia per niente capito il fatto che è stato proprio lui a porre le premesse per una emorragia che non è ancora finita con quella malaugurata decisione di aderire al piano decennale di riequilibrio che praticamente ingessa ogni possibile avanzamento di carriera e esclude ogni possibile incentivazione economica.
Le lacrime del coccodrillo
Cogliamo dal comunicato altri brevi stralci che ci sembrano particolarmente significativi: “Oggi pensare di sostituire i dipendenti dimissionari è diventato difficilissimo… il Comune di Marano ha grosse difficoltà per la mancanza di personale… dobbiamo sottostare a norme che limitano l’assunzione di nuove risorse umane… tale divieto finisce per mettere in condizione gli Enti di non poter disporre del numero di dipendenti e delle competenze necessarie da utilizzare secondo le rispettive professionalità per l’erogazione dei servizi alla collettività…”
Sono queste parole, riprese letteralmente, che fanno pensare a una dissociazione mentale allo stadio avanzato: la situazione che oggi fa disperare il primo cittadino di Marano è esattamente quella che lui ha voluto con la delibera di Consiglio Comunale n° 82 del 29 settembre 2014 con la quale si decideva l’adesione al Piano decennale di riequilibrio e nel corpo della quale era scritto a chiare lettera “…l’adesione obbliga il Comune a soggiacere al controllo sulle dotazioni organiche e sulle assunzioni di personale previsto dall’art. 243 comma 1”; e oggi, quando succedono le cose che aveva pervicacemente voluto si lascia andare al piagnisteo del coccodrillo che prima uccide e mangia e dopo versa le lacrime di un ipocrita pentimento.
Il ricorso dal medico a palle maciullate
A questo punto, dopo aver combinato il disastro, che cosa ti combina il maldestro Sindaco di Marano? Pensa che l’unica soluzione sia cambiare le leggi e per farlo che cosa va a escogitare? “…ho deciso di sottoporre la delicata questione all’assemblea dell’Anci Campania (sede periferica di una inarrivabile Anci nazionale) in qualità di membro del Direttivo (scusate se è poco), perché solo unendo le voci di tutti i Comuni possiamo seriamente sollevare il problema. Bisogna intervenire per limitare un vincolo rigido che mette le amministrazioni in grande difficoltà… specie per i Comuni che versano in situazioni di riequilibrio finanziario pluriennale”
Inarrivabile la dabbenaggine del primo cittadino di Marano: non sarebbe bastato in tempi non sospetti evitare di forzare il rendiconto di esercizio 2013 per dichiarare un non necessario disavanzo e evitare di andare al riequilibrio decennale come in tutte le salse e con grande insistenza hanno sempre proposto i Consiglieri de L’Altra Marano?
Chi è causa del suo mal pianga se stesso…dicevano saggiamente gli antichi, ma il problema grave è che a piangere veramente non sarà chi ha causato il danno, ma una città definitivamente infognata.