JAN 2 - SOSPESI A UN FILO - Approvato un piano di riequilibrio precario e dal destino segnato

JAN  2   -   SOSPESI A UN FILO - Approvato un piano di riequilibrio precario e dal destino segnato

A puntate

Come era ampiamente previsto il Consiglio Comunale riunito per l’ultima seduta dell’anno il 29 dicembre ha licenziato il piano di riequilibrio decennale uscito dalla sagace inventiva dell’Assessore Longoni, ma le cose non sono filate via lisce, come magari il propositore e l’imbambolato Sindaco avevano pensato rimandando all’ultimo minuto utile una discussione dalla quale discende il destino della città, è stata invece una seduta estremamente travagliata nella quale oltre ai limiti propri di un piano che piano non è sono emerse per l’ennesima volta tutte incongruenze, le incapacità, tutti i pressapochismi e le improvvisazioni di un’armata Brancaleone che passando di disastro in disastro continua a fare carne da macello di una città che non sa più a che santo votarsi alla ricerca di qualcuno che la governi con un minimo di senso di responsabilità

La complessità della materia e la gravità delle situazioni che si sono state evidenziate meritano una esposizione chiara, completa e il più possibile precisa, cosa che potrebbe rendere questo articolo particolarmente lungo e defatigante per cui abbiamo pensato di farne un racconto in più puntate che in maniera più snella consenta più agevolmente a chi ci legge di conoscere i fatti e i retroscena  di una vicenda che comunque vada segnerà a tempi lunghi e dolorosamente la vita della città.

In questo numero parliamo di quanto sia improbabile che il piano appena approvato diventi realtà e questo per tutta una serie di fattori in parte insiti al piano stesso e in parte legati alla illegittimità della delibera adottata

 

La questione pregiudiziale

I media locali, in parte addomesticati e in parte non tanto pronti a cogliere le implicanze profonde di tutto quello che avviene nella politica, hanno sorvolato tutti e del tutto sulla questione pregiudiziale posta in apertura di dibattito dal Consigliere Bertini, noi invece  pensiamo che la faccenda rivesta un’importanza sostanziale tanto da poter determinare l’annullamento della delibera con tutte le conseguenze del caso e vogliamo parlarne in maniera compiuta

La legge, i regolamenti e le buone abitudini prevedono che allegati alle delibere che vengono proposte alla approvazione del Consiglio ci siano tutti gli atti che nel corpo del dispositivo deliberativo vengono richiamati in modo che i consiglieri possano, andando direttamente alla fonte, formarsi un proprio giudizio in merito a quello che si apprestano a decidere; in effetti la proposta di delibera per l’approvazione del piano di riequilibrio decennale elenca la bellezza di 89 atti di vario tipo e natura che vengono definiti “allegati” ma che in realtà non sono allegati da nessuna parte

Già nella mattinata il Consigliere Bertini che si era recato al Comune per consultarli, ritenendo che magari fossero depositati in segreteria, aveva avuto la sorpresa di non trovarli da nessuna parte e come ovvia e necessaria conclusione in apertura di Consiglio ha chiesto formalmente che la discussione fosse rimandata ad altra occasione per consentire ai Consiglieri di prendere visione degli atti, se non proprio di tutti almeno di quelli che non possono essere recuperati con una ricerca sull’Albo Pretorio on line tipo i carteggi intercorsi fra il Comune e la Corte dei conti. Trasecola il Segretario Generale a cui per legge compete la completezza degli atti, trasecola il Sindaco che sbianca in volto perché entrambi sanno che la richiesta è fondata ma sanno altresì che non potrà esserci un’altra occasione perché la data del 20 dicembre è l’ultima consentita per la presentazione del piano pena il dissesto, danno la sensazione di non aver capito niente di quello che sta avvenendo i Consiglieri di maggioranza che in perfetto ebete automatismo quando il Presidente del Consiglio mette ai voti la pregiudiziale chiedono solo a quale fra le due domande (favorevole-contrario) dovranno alzare la mano, cosa che puntualmente fanno scuotendosi dal torpore nel quale già erano piombati

 

Il necessario ricorso al TAR

L’unico modo per ristabilire la legittimità a questo punto diventa il ricorso al TAR che in circostanze analoghe ha sempre annullato la delibera e già in sede di Consiglio il ricorso viene preannunciato e puntualmente ignorato dai media locali

 

Bocciato dai Revisori dei Conti

I revisori dei conti stroncano senza possibilità di appello il piano di riequilibrio con un parere del quale riportiamo integralmente alcuni stralci:

 

 

“…il rilevante e continuo ricorso alla anticipazione di tesoreria (prelevamento a rosso in banca: ndr),nonostante la anticipazione di liquidità (due mutui per complessivi 19 milioni. ndr) risulta essere la principale ragione di squilibrio finanziario dell’Ente…”

“…nel piano manca la pianificazione e l’individuazione degli obbiettivi, la prefigurazione dei prevedibili effetti, l’individuazione di risorse, tempi e spazio e quindi la misurazione dell’impatto in termini di realizzazione delle finalità perseguite”   (in pratica: non è un piano ma il prontuario delle belle intenzioni: ndr)

“ Il Collegio, nel ritenere che il proposto piano di riequilibrio non rispecchi il dettato legislativo e i criteri per l’istruttoria, esprime perplessità sia per l’individuazione e l’analisi del problema gestionale sia per le specifiche azioni proposte, risultando queste ultime per buona parte già assunte come impegno in precedenza e non realizzate” (in pratica: riproponete cose già promesse in passato ma mai realizzate. ndr)

 

 

Errori e strafalcioni

I Revisori rilevano alcuni errori sui quali Longoni sorvola con compassionevole sufficienza ma con un po’ meno sufficienza prende atto invece del fatto che gli rivela il solito Bertini che gli fa rilevare che un debito che viene dato per risolto in realtà risolto non lo è ancora perché pende un ricorso in appello da parte della SIGRET e non si tratta di bruscolini ma della ragguardevole somma di € 1.128.000. Ma il tempo per le correzioni non c’è e il piano viene liquidato così com’è, errori marchiani inclusi

 

Le forche caudine

Un piano così rabberciato, approvato all’ultimo minuto dell’ultimo giorno, riuscirà a passare le forche caudine del TAR e del parere del Ministero e della Corte dei Conti?

E che succederà se non viene approvato?

 

La risposta è rimandata alla prossima puntata.