Giu. 6 - MARANO SI SALVA PER IL ROTTO DELLA CUFFIA - L’abbiamo veramente scampata bella

Giu. 6 - MARANO SI SALVA PER IL ROTTO DELLA CUFFIA - L’abbiamo veramente scampata bella

 

Voto coatto, voto compatto. Il risultato uscito dalle urne lunedì 27 maggio è di quelli che fanno accapponare la pelle con la percezione nitida e brutale di aver scansato un fosso pericolosissimo e forse solo ora ci rendiamo conto della gravità del rischio che abbiamo corso, solo ora riusciamo a materializzare l’importanza di quei 180 voti che sono riusciti a fermare la frana e impedire che l’irruenza devastatrice del partito degli affari e della compagnia del mattone tracimasse travolgendo tutto e tutti e mettendo una pietra tombale su ogni velleità di riscatto della città degli onesti e su ogni possibilità di rilancio.

L’organizzazione dell’esercito dei coatti, obbligati a un certo tipo voto volenti e nolenti, è stata ancora una volta perfetta e mentre su tutto il territorio italiano l’astensione dal voto ha raggiunto la soglia d’allarme democratico registrando a Marano un ulteriore incremento del 10%, i 14.000 voti che erano stati preconizzati per Liccardo sono stati esattamente 14.000, non uno in meno, ed è stato molto significativo il dato che ci segnalavano i nostri rappresentanti di lista i quali comunicavano con stupore il fatto che nei primi minuti dello spoglio uscivano solo schede Liccardo mentre quelle di Bertini o Palladino hanno cominciato a far capolino solo dopo un po’; la strana coincidenza ha fatto chiaramente capire che i voti del lunedì all’ultimo momento erano quelli di chi, scoperto attraverso un proditorio controllo dei registri elettorali che non era andato a votare, è stato preso con il cravattino e portato di peso a “fare il suo dovere”.

Il contributo dei rinunciatari. Quattordicimila voti sono decisamente tanti e fa impressione il fatto che in una città che vuole essere moderna come Marano ci siano ancora forze più o meno occulte capaci di condizionare una fetta così importante di popolazione e il fatto che tanta gente si lasci comandare a bacchetta rinunciando senza sentirne vergogna alla libertà di pensiero e di azione; dall’altra parte però ci sono ben 34.000 persone che con le beghe e gli interessi ancestrali di una Marano che stenta a uscire da un provincialismo gretto e miope hanno ben poco a che vedere e sono loro che, volendo, potrebbero essere tranquillamente quelli che determinano il destino della città. La disaffezione alla politica, uno scarso senso di appartenenza, un’apatia perniciosa hanno però creato in molti fra i non coinvolti una disinteresse cronico che alla fine collabora con le intenzioni poco nobili di chi organizza il voto coatto facendo diventare maggioritario il loro numero abbassando il quorum al disotto della asticella di rischio per cui sui soli 28.000 elettori che sono andati a votare i 14.000 sono arrivati a un pelo dalla soglia del 50% che avrebbe fatto vincere al primo turno Liccardo e che, comunque, hanno, almeno per il momento, assegnando la maggioranza in consiglio comunale al PDL e, di conseguenza, complicando un po’ la vita a Mauro Bertini qualora al ballottaggio venisse scelto quale sindaco di Marano.

L’importanza del voto. Se soltanto altri 2000 elettori si fossero ricordati di andare a votare il rischio del tracollo al primo turno non si sarebbe corso e l’eventuale vittoria di Bertini con il premio di maggioranza gli avrebbe consentito di andare spedito alla realizzazione dei suoi progetti di recupero per la città senza dover andare a mediazioni che, anche senza mettere minimamente in discussione i valori e i principi ai quali si richiama la politica della coalizione, comunque rallenteranno non poco l’azione di governo.

Il voto di riparazione. Il ballottaggio, recuperato per il rotto della cuffia grazie a quei 180 voti, offre però alla città la possibilità di rifarsi e rimediare all’errore fatto in prima instanza; domenica 9 si ritorna a votare per scegliere fra Bertini e Liccardo e chi non ha partecipato al primo turno, rendendosi conto del rischio che ha fatto correre alla città, dovrà mettere fra i primi impegni della giornata una corsa al seggio per andare a dare il contributo positivo e attivo alla rinascita di Marano.

Se non votare la prima volta può essere stata una leggerezza, non andare a votare al ballottaggio sarebbe sicuramente una consapevole complicità.