Gennaio 9 - COMME TE L'AGGI' 'A DÌ’ CA NUN È COSA? ... Deprimente conclusione dopo sei mesi di non-amministrazione

Gennaio 9 - COMME TE L'AGGI' 'A DÌ’ CA NUN È COSA? ... Deprimente conclusione dopo sei mesi di non-amministrazione

Che Liccardo e i suoi non avessero la più pallida idea di quello che voleva dire governare una città problematica come Marano, dopo il passaggio drammatico delle ultime amministrazioni strapaesane che l’avevano praticamente rasa al suolo, ce lo avevano fatto ampiamente capire gli slogans e le promesse del periodo elettorale quando si parlava di wi-fi, di strisce rosa per il parcheggio delle donne incinte, di taglio dei privilegi della politica e di amenità varie e quando nel più improvvido dei modi si prometteva la riduzione dell’IMU e dell’IRPEF e si assicurava prosperità e benessere per tutti a partire dai primi 100 giorni; c’è stata però una parte della città che ha voluto seguire Totò quando diceva “fammi vedere questo…dove vuole andare a finire”, è andata a vedere e i gridolini di giubilo si sono progressivamente affievoliti per trasformarsi dopo sei mesi in uno laconico e sfiduciato “ e chest’era?”
 
SEI MESI PER CAPIRE
Sei mesi non sono tanti e certamente non sono sufficienti per produrre risultati tangibili e concreti, ma bastano per cogliere i segnali di un cambiamento avviato o quelli di una stagnazione micidiale per il futuro della città e il bilancio dei primi sei mesi dell’esperienza Liccardo non è assolutamente di quelli che inducono all’ottimismo perché, a parte gli obbiettivi risibili proclamati nella campagna elettorale e tutti clamorosamente mancati, quello che ci dice chiaramente che siamo caduti dalla padella nella brace è dover constatare nei fatti che fino a questo momento si è andati avanti nel gestire alla meno peggio il quotidiano e che non c’è ancora lo straccio di un progetto concreto per avviare a soluzione i problemi più gravi della città
Se avete la bontà di seguirci, vedrete che questa non è la conclusione di un oppositore irriducibile ma il risultato di una verifica puntuale e oggettiva
 
LA SITUAZIONE FINANZIARIA
Il 10 dicembre la Giunta Comunale delibera un prelevamento a rosso dalla banca per l’importo massimo consentito e autorizza uno sconfinamento di 15 milioni: non è bastata la cura Tramonti (servita solo a convincere la Corte dei Conti a rimandare decisioni drastiche) e non sono bastati i 10 milioni e passa dell’IMU per cambiare il segno dell’andamento di cassa;  non potevamo certo pretendere che il nuovo Sindaco sistemasse tutto con un colpo di bacchetta magica ma avremmo voluto che in questi sei mesi si fosse messo a punto un programma, anche a tempi lunghi, per un possibile risanamento; ma il programma non c’è, si procede a braccio
 
IL PIP
Costretto da una mozione dell’opposizione il Sindaco a fine agosto ha scoperto che esiste il problema immenso di un Piano per gli Insediamenti Produttivi dove un investimento di 40 milioni di euro si è impantanato in una maniera incredibile; gli sono state elencate le criticità e suggeriti percorsi: al momento ci risulta che tutta l’attività svolta nel merito si riduce a una lettera mandata al Dirigente dell’Area Tecnica che non ha risposto e non risponderà più perché a novembre il soggetto si è dimesso
 
IL CIMITERO
Prima di andarsene il Commissario aveva lasciato un preciso promemoria, suggerito dall’amministratore giudiziario, nel quale si chiariva che non era possibile realizzare i circa 7.000 loculi previsti nel progetto revisionato e che bisognava ritornare a quello originario che prevedeva circa 4.000 loculi: il Sindaco avrebbe dovuto produrre gli atti di variante in assenza dei quali i lavori procedono secondo il primo irrealizzabile programma: bastano sei mesi per una delibera?




 
 
RIFIUTI
La città non è mai stata sporca come in questo periodo; la differenziata è di fatto abbandonata, la FALZARANO, fra una proroga e l’altra, fa quello che vuole: Picariello pochi giorni prima di andarsene ha licenziato un capitolato per un nuovo appalto che non è stato discusso dai consiglieri comunali ed è stato mandato così come è uscito dalla penna del dirigente dimissionario alla Stazione Unica Appaltante che non siamo convinti che procederà alla gara senza proporre osservazioni: ci aspettano ancora anni di disservizi a costi altissimi
 
LA STRADE
Massacrate come non mai le strade di Marano sono affidate alla manutenzione sporadica di squadrette improvvisate che coprono i buchi a macchia di leopardo: non c’è traccia di un programma, lontano quanto si vuole, per una risistemazione  generale: Marano come Kabul
 
ACQUEDOTTO
In assenza di letture e letturisti stanno arrivando bollette in acconto emesse su consumi presunti; ci sono sentenze che le dichiarano illegittime e che fanno pendere sulla testa del Comune il rischio di una perdita di crediti per svariati milioni di euro
 
I SERVIZI SOCIALI
Come di prassi, un governo di destra scarica sui bisogni della gente le difficoltà finanziarie dell’ente: succede così che per il sostegno al disagio per una popolazione di 104.000 abitanti (Marano + Quarto) si impegnano in tutto 48.000 euro che, a parere dell’assessore, sono anche troppi e questo ovviamente esclude ogni programma che nel tempo medio-lungo renda meno ridicolo lo sforzo
 
IL LAVORO
Su un dramma serio come quello del lavoro l’amministrazione di Marano non ha ancora cominciato a discutere
 
NON È COSA
Quelli che abbiamo toccato sono alcuni fra i punti sui quali l’amministrazione ha toppato alla grande e questo non tanto perché sono stati a girarsi i pollici ma semplicemente perché non hanno intuito la portata dei problemi, non hanno saputo immaginarsi soluzioni, non sono stati, in una parola, all’altezza del ruolo prescindendo dal necessario apprendistato al quale chi li ha votati bene o male si era preparato. Governare una città significa progettarne e programmarne il futuro a breve, medio e lungo termine e questa, alla luce di fatti, abbiamo visto che non è cosa alla portata di Liccardo e di chi lo circonda
 
INCARTATI
Dire che la città è malamente incartata non è bello ma è una sacrosanta verità perché l’inadeguatezza strutturale di chi governa, constatata in questi primi sei mesi, esclude ogni ipotesi di miglioramenti futuri mentre l’idea di una nuova avventura elettorale non è quella che possa rendere tutti quanti più contenti.
 

Certo che questo Totò, con l’insana voglia di andare a vedere dove si voleva andare a finire, ci ha combinato un bel pasticcio.