Gennaio 3 - IL REGOLAMENTO ESTORTO - Con la scusa dell’urgenza fanno passare un regolamento taroccato

Gennaio 3 - IL REGOLAMENTO ESTORTO - Con la scusa dell’urgenza fanno passare un regolamento taroccato

Una amministrazione last minute
E’ diventato ormai un classico per l’amministrazione Liccardo arrivare in Consiglio Comunale all’ultimo minuto e ottenere dal gregge anodino della sua maggioranza l’approvazione incondizionata a scatola chiusa di provvedimenti importantissimi ai quali nessuno ha avuto il tempo materiale di poter dare nemmeno un’occhiata superficiale; è successo tante di quelle volte che ormai alle rituali giustificazioni accampate senza convinzione dall’assessore di turno non ci crede più nessuno e in nome di un generico “senso di responsabilità” passa di tutto nella più acritica e incosciente delle maniere

La prima volta si era pensato che si trattasse dell’ inesperienza dei neofiti ma dopo che la cosa si è ripetuta svariate volte si è insinuato il sospetto che il tutto fosse da imputarsi a una strutturale incapacità di capire le cose e muoversi con la necessaria tempestività, ora, dopo quello che è capitato nel Consiglio Comunale del il 27 dicembre, abbiamo scoperto che, oltre a tutti i problemi dovuti a una sostanziale e irrimediabile inadeguatezza va considerata una cospicua dose di cazzimma con la quale, approfittando del diffuso stato di confusionale, si cerca di mettere a segno qualche colpo da far passare inosservato proprio grazie al fatto che i consiglieri di maggioranza si sono ormai adeguati all’usanza di approvare senza leggere
Fatti e misfatti
Il Consiglio è stato convocato d’urgenza nel bel mezzo delle festività natalizie per approvare prima della fine dell’anno una bella quantità di debiti fuori bilancio e per emanare in tutta fretta un regolamento approvato dal coordinamento istituzionale dell’ambito socio-assistenziale n° 15 (Marano-Quarto) nella giornata di giovedì 19 dicembre; un’urgenza dettata, a parere dell’assessore Giaccio, dalla necessità di dotare prima del 7 gennaio il Comune di uno strumento indispensabile per poter partecipare alla possibile assegnazione di fondi per l’unico asilo nido esistente in zona
Il tempo ristrettissimo assegnato ( fra il 19 e il 27 dicembre passano 8 giorni di cui due festivi) non ha consentito alla Commissione Consiliare, che doveva esprimere il parere obbligatorio, di potersi leggere le carte e, quand’anche i volenterosi consiglieri avessero voluto lavorare il giorno di Natale, non avrebbero comunque potuto esprimere un parere compiuto sia perché mancavano nella cartellina documenti essenziali quali gli allegati, ripetutamente citati,  A e B del DPGRC n° 16 del 2009 nei quali vengono elencati i soggetti da regolamentare sia perché in un copia-incolla raffazzonato ne era venuto fuori un guazzabuglio nel quale lo stesso assessore si era perso quando ha cercato di illustrare il regolamento al Consiglio Comunale; inutile dire che fra i Consiglieri di maggioranza nessuno si era presa la briga di tentare di leggere il papiello già decisi a votare e approvare di tutto.
Il regolamento contorto
Pensare di tratteggiare anche per somme linee il contenuto del regolamento sarebbe follia pura perché solo per capire di che cosa trattasse c’è voluto del buono e del meglio a partire dal titolo: “Approvazione Regolamento per l’autorizzazione, accreditamento e la vigilanza delle strutture e dei soggetti che provvedono alla gestione e all’offerta del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali”
Come d’abitudine abbiamo cercato di saperne di più e, rubando tempo al sonno, ci siamo avventurati nella lettura integrale del documento recuperando tramite Internet il decreto regionale 16/2009 con i famosi allegati e abbiamo capito, in un discorso reso discontinuo e praticamente illeggibile da una quantità industriale di refusi, che oggetto del regolamento non era l’asilo nido del quale l’assessore farfugliava ma la bellezza di 19 strutture diverse (case famiglia, case di riposo, strutture di accoglienza per disabili ecc.) e di 11 soggetti prestatori di servizi (Assistenza Domiciliare integrata, Centri per le famiglie ecc.) che vengono dettagliatamente elencati nei due allegati dei quali non si trovava traccia e che per ogni soggetto indicano in maniera precisa i requisiti strutturali e professionali necessari per ottenere quella autorizzazione che sono i Comuni che devono rilasciare Visti gli interessi milionari che si muovono nell’ambito e la particolare fragilità dei soggetti fruitori coinvolti (bambini, disabili, anziani ecc.) è facile intuire l’importanza che il regolamento riveste e la necessità di muoversi e operare con cognizione di causa
Gli strafalcioni
Dalla lettura accurata sono emersi strafalcioni incredibili, errori anche lessicali, scelte discutibili e orientamenti assolutamente non condivisibili. Ogni errore è stato fatto rilevare e se ne è chiesta la correzione (per esempio: laddove si dice che “è il Comune competente che rilascia l’autorizzazione” chiedevamo come individuare il Comune competente per quei soggetti che hanno sede legale a Marano e sede operativa a Quarto), per le cose incomplete si sono suggerite precise integrazioni, per le scelte non condivisibili si è chiesta la discussione proponendo emendamenti con l’esito miserando di cui parliamo sotto
La “cazzimmata”
Visto che gli allegati indicano con esattezza i requisiti occorrenti per le autorizzazioni per ogni singola struttura non si riusciva a capire perché nel corpo del regolamento, e più esattamente agli articoli 9 e 10, si andasse a elencare in maniera molto confusa tutta una serie di requisiti messi insieme a casaccio e senza senso fin quando non abbiamo letto all’art. 9 un comma che ci ha fatto drizzare le antenne: In deroga al comma 2 l’ Ufficio può rilasciare autorizzazioni a più di una struttura residenziale nel medesimo edificio, praticamente, in deroga a tutte le norme vigenti ed al buon senso, a Marano e solo a Marano sarebbe consentito di ubicare in un unico edificio una struttura residenziale per minori o per disabili e una Casa di Riposo per anziani con una promiscuità atroce
I sospetti
Questo comma, messo lì senza premettere alcuna motivazione, nascosto fra le pieghe di un discorso confuso, a noi che siamo maligni per costituzione, ha fatto nascere il sospetto che si tratti di uno stratagemma escogitato per sanare una situazione irregolare già esistente o per consentire a qualcuno che, fra amici, parenti, conoscenti e persone importanti, si sta apprestando a chiedere una autorizzazione in questo senso. A dire la verità abbiamo anche cercato di capire chi potesse essere questo qualcuno senza essere riusciti fino a oggi ad andare oltre il sospetto e, visto che si tratta solo di un sospetto noi lo condividiamo come tale confessando che abbiamo fatto un pensierino molto malizioso a un paio di strutture esistenti sul territorio che riguarderebbero molto da vicino l’amministrazione e il suo entourage
Se i sospetti trovassero conferma ci premureremo di essere più precisi.
La conclusione
Come era facile prevedere la maggioranza, senza titubanze e senza tentennamenti, ha fatto quadrato votando compatta la proposta dell’amministrazione rigettando in toto le osservazioni e gli emendamenti proposti dal gruppo consiliare de L’Altra Marano
Significativa la dichiarazione della Presidente della Terza Commissione, la consigliera Concetta Astarita, la quale ha chiarito che: “La Commissione non ha espresso alcun parere perché non ha avuto il tempo materiale di leggere gli atti …comunque per senso di responsabilità io voto a favore (senza sapere cosa voto n.d.r.) perché non si perdano i finanziamenti…” senza che la sfiorasse nemmeno il sospetto che a mancare di responsabilità fosse l’amministrazione che ogni volta arriva ai limiti del tempo massimo riuscendo con la scusa del “senso di responsabilità” a estorcere l’approvazione di atti essenziali anche di grande rilevanza e, come in questo caso, a portare a casa una possibile e ben architettata trastola
Resipiscenza postuma
In un patetico tentativo di catarsi finale c’è stato fra i consiglieri di maggioranza chi ha precisato che l’approvazione inconsulta era finalizzata unicamente al tentativo di non perdere un’opportunità e che niente avrebbe impedito di riproporre un regolamento eventualmente corretto in un prossimo futuro
 
Ci credete voi?