Gennaio 14 - PEZZI DI STORIA: storie di vita e malavita,di politica e malapolitica Marano: l’interesse della Camorra per la politica
La genesi del voto coatto
Riprendiamo l’articolo di Maria Loi apparso su Antimafia 2000 dal titolo “la posta in gioco è Scampia” del quale abbiamo pubblicato ieri la prima parte e ne proponiamo ora il seguito che più direttamente riguarda la politica maranese della quale ci aiuta a capire molto sia per quanto attiene quel fenomeno tutto nostrano che indichiamo con il termine “voto coatto” sia perché, forse, riesce anche a dare una spiegazione di quell’astio viscerale e invincibile che nutre nei confronti di Mauro Bertini quella parte di città che vive come una sconfitta personale il fatto che sia stato lui a segnare, in maniera del tutto occasionale, una imprevista discontinuità con un sistema di potere paesano consolidato dando luogo a quello che nell’ordinanza del giudice Ceppaloni si definisce “un vero miracolo” che si è protratto per una reiterata volontà popolare per ben tredici anni per interrompersi solo grazie alla legge che proibiva una terza candidatura; dopodichè le cose sono tornate come prima con l’elezione di uno sconosciuto Perrotta che porta a casa ben 22.000 voti, con il dualismo Scotto-Cavallo giocato interamente nell’ambito della paesanità come dalla paesanità è scaturita l’elezione di Liccardo. Di come si sia ridisegnato il mondo della paesanità, che è completamente trasversale alle diverse collocazioni politiche, e di come nel recente periodo si sia vistosamente ridimensionato il pacchetto dei voti coatti (Liccardo non è andato oltre gli 11.000 voti) parleremo in altre occasioni
Per adesso dedichiamo la nostra attenzione a quello che racconta Maria Loi su Antimafia duemila
La posta in gioco è Scampia… (parte seconda)
La politica
In molte pagine dell’ordinanza si parla dei tentativi posti in essere dal clan per influenzare la vita politica. Il gruppo malavitoso, infatti, non avrebbe disdegnato infiltrazioni nel mondo politico e amministrativo La Procura parla di un “capillare (…) controllo del clan Nuvoletta sulla vita pubblica maranese” Alle elezione comunali del 2001 il clan infatti sembra non avere dubbi puntando sull’imprenditore Giuseppe Spinosa. “Io spero che salga Peppe Spinosa - dice Salvatore Nuvoletta in una telefonata ad un altro membro della famiglia mafiosa - io in verità voto a lui, basta che non sale Bertini, possono salire anche Scoppa e Carandente”. Risponde l’altro: “Quello è l’errore che i voti si dividono e Bertini “ce lo mette nelle pacche”“ Anche Alfredo Sepe, uomo di fiducia di Angelo Nuvoletta, telefonando ad un amico dice: “votiamo Spinosa, e togliamo il bordello di mezzo; sicuramente mai il voto a Bertini, bisogna smantellarlo a tutti i costi”
Dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali sarebbe emerso che, il giorno del ballottaggio, lo stesso Spinosa girava per Napoli con un esponente degli Orlando, e stava continuamente al telefono con Luigi Esposito Elezioni che si concluderanno poi con la vittoria del candidato di Rifondazione Comunista, Mauro Bertini. Un vero miracolo dopo anni di gestioni politiche decise dai Nuvoletta. Sulla candidatura al comune di Marano del radiologo Gianfranco Scoppa si sofferma anche il pentito Salvatore Izzo che il 4 ottobre 2002 afferma: “Quanto alle ultime elezioni amministrative di Marano, posso dire che i Polverino hanno appoggiato il candidato a sindaco di Forza Italia, di cui al momento non ricordo il nome. Il candidato a sindaco di Forza Italia, peraltro, avrebbe dovuto essere Scoppa Gianfranco il quale, successivamente, essendo insorte delle discussioni, non so con chi e di quale contenuto, si presentò alla fine con Alleanza Nazionale”. “Tra ciò che dico e quanto ho affermato sullo stato non eccellente dei rapporti tra Nuvoletta e Polverino non vi è contrasto, in quanto l’idea di far diventare sindaco di Marano lo Scoppa alla guida di una lista di F.I. risale, in verità, a 2 — 3 anni fa. Per cui quando lo Scoppa ruppe i rapporti con tale partito, fu normale che lo stesso partito non venisse sostenuto dai Nuvoletta ma dai Polverino”. Molto interessante anche quanto ci riferisce il pentito Izzo, a proposito di Spinosa. Questi si vantava di essere sostenuto dal clan Nuvoletta e rivendicava la capacità di sbloccare delle lottizzazioni sulle quali aveva delle mire la Camorra. “I Nuvoletta si erano interessati alla ripresa delle lottizzazioni e Spinosa era il garante di questa operazione. Diversa la posizione dei Polverino, che ritenevano Spinosa troppo debole e manovrabile dai Nuvoletta”. E’ sempre Izzo a dire: “Vidi Spinosa la sera della sconfitta elettorale. Io ero in macchina con Fabio Allegro (presunto killer dei Polverino), Spinosa era solo in macchina e piangeva. Io mi affacciai e gli chiesi cosa gli fosse successo. Ma Allegro mi interruppe e disse bruscamente a Spinosa che perdendo aveva preso un terno al lotto perché se avesse vinto, se la sarebbe vista brutta. Come minimo sarebbe stato arrestato”. Spiega il Pm Borrelli: “Appare estremamente significativo il livello di partecipazione di un esponente di vertice della organizzazione mafiosa, quale Esposito Luigi, alle fortune di Spinosa. Egli, infatti, si sentiva così direttamente coinvolto nelle stesse da ritenere il successo del candidato a sindaco come comune, in un afflato camorristico che evidenzia da solo, più di qualsivoglia commento, la militanza dei due in un unico sodalizio criminale”. Finito nell’elenco delle ordinanze di custodia cautelare chieste dal pm, Spinosa non ha avuto alcun provvedimento restrittivo. Per il giudice gli elementi raccolti non sono stati considerati sufficienti. Era interesse del clan l’abrogazione del 41 bis, infatti, dalle intercettazioni telefoniche effettuate dagli inquirenti emerge, a giudizio dell’accusa un “massiccio intervento” del clan sia per raccogliere le firme a sostegno del referendum sull’abolizione del 41 bis sia per appoggiare la candidatura di Vittorio Trupiano candidato alle elezioni politiche alla Camera con la lista del Movimento Sociale. Centinaia le pagine di intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Dalle conversazioni sarebbe emerso, inoltre, che Gaetano Iacolare, condannato a ventotto anni per l’omicidio Siani avrebbe stampato circa 7.000 bigliettini elettorali per Trupiano e che persone a lui vicine si sarebbero impegnate direttamente per sostenere la candidatura dell’avvocato. Si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip che – dicevano ad amici e conoscenti di votare per Trupiano, “in quanto deve fare un favore a Gaetaniello”. In un altro colloquio, uno degli interlocutori dice: “Abbiamo da portare una persona solo per esigenze familiari”.
“Sembra innegabile – scrive il gip – che le intercettazioni in questione abbiano uno spiccatissimo valore probatorio circa la mafiosità del clan Nuvoletta, giacché le stesse dimostrano inequivocabilmente come il clan abbia la possibilità di controllo di un numero di voti largamente esorbitante quello dei suoi affiliati e della schiera dei loro possibili parenti, gerarchicamente imposte dai vertici dell’organizzazione”. Al di là delle singole posizioni, resta il dato di fatto di un gruppo malavitoso capace, stando a quanto raccolto dagli inquirenti, di veicolare non solo le preferenze dei singoli affiliati ma anche di “tutti coloro che vivevano sotto la protezione o all’ombra dell’organizzazione” o addirittura di altre fazioni camorristiche, come il clan Polverino….”
(Per gentile concessione di ANTIMAFIA duemila)