Feb 3 - PEZZI DI STORIA: storie di vita e malavita,di politica e malapolitica - “Storia di camorra politica nell’Italia dimenticata”
Riprendiamo l’articolo inedito scritto da Roberto Saviano il 5 agosto 2004 del quale abbiamo già pubblicato una prima parte il 20 gennaio (per recuperarlo clicca qui) e procediamo con la seconda parte che entra più direttamente nel vivo della realtà politica maranese disegnando scenari ancora attuali La terza parte seguirà fra circa 7 giorni
Vi racconto di Marano e dei due compari di Roberto Saviano
Seconda parte
La storia dei Nuvoletta è lunga e si potrebbero redigere intere pagine. Ma quanto scritto basti per aver sentore generale e generico del soggetto di questa narrazione e dei luoghi di cui parlo.
Ora, per far comprendere cos’è la tenuta dei Nuvoletta a Poggio Vallesana dovrei esclusivamente prender per mano il lettore ed accompagnarlo lungo la strada che costeggia i chilometri del muro di cinta gremito di telecamere e cancelli blindati. Ettari di terreno che ospitano aziende agricole, lussuose ville, depositi di auto, agrumeti, vigneti, mandorli, e poi orti eleganti, laghi artificiali, collinette di pioppi e pini. V’è persino un binario interno alla tenuta in uso ad un piccolo treno che collega i diversi appezzamenti. A Poggio Vallesana, alla periferia di Marano, vi abitano tutti i Nuvoletta, figli, nipoti, parenti acquisiti. E’ un vero feudo, un presidio dal sapore tardomedievale che raccoglie edifici moderni e masserie d’impianto ottocentesco, un paese nel paese, un presidio principesco, una difesa da testuggine alla propria incolumità ed al proprio potere. In molti punti, soprattutto nelle zone di campagna, è possibile accedere, seguendo il percorso dei trattori e dei braccianti agricoli. Un giovane ricercatore giapponese nel 1998 che stava facendo una tesi di dottorato sui Nuvoletta in Criminologia all’Università di Tokyo si ostinò per entrare nella tenuta per scattare delle foto. Si è avvicinato alle abitazioni, ha fotografato auto e scalinate sino a quando non è stato beccato e terribilmente picchiato. Gli hanno rotto le due braccia ed una gamba. Gli è andata tutto sommato bene. A me è andata meglio, sono riuscito a percorrere gran parte della tenuta senza essere importunato ma quando mi hanno identificato i “guaglioni” di guardia ho preferito lasciar perdere e non azzardarmi a battere i sentieri troppo vicino agli edifici. Questo feudo non è mai stato sottratto dall’Antimafia alla famiglia Nuvoletta, soltanto qualche appezzamento lontano e marginale è stato sequestrato ma ovviamente continua ad essere a disposizione del clan non essendoci nessuno disposto a prendere in uso un terreno dei Nuvoletta.
A Marano, quindi, nel feudo del clan che egemonizza una parte di Napoli e provincia, che riempie di droga mezza Europa, che investe in palazzi e casinò i propri soldi, che impone ai supermarket ed alle salumerie i prodotti che pagano il clan come distributore privilegiato o più semplicemente hanno nella loro struttura azionaria capitali del clan, ebbene proprio in questo luogo è stato rieletto nel 2001 un sindaco anticamorra Mauro Bertini, di Rifondazione Comunista. Il miracolo è accaduto dopo anni di gestioni politiche decise dai Nuvoletta, dove sindaci ed assessori erano imposti dal clan ed il piano regolatore deciso a tavolino in riunioni nelle ville di Poggio Vallesana. Bertini, toscano di nascita e maranese per caso, riesce ad essere eletto per volontà di un nutrito gruppo di elettori che è stanco della presenza ossessiva ed oppressiva del clan Nuvoletta capace di fatturare capitali astronomici depredando il territorio, ma investendo ben lontano dal territorio devastato. Mauro Bertini è stato l’unico sindaco che ha avuto coraggio e capacità d’opporsi a questo potentissimo sodalizio economico.
Il comune di Marano è stato più volte sciolto per infiltrazioni camorristiche, nel 1991 durante un blitz fatto in una casa di un affiliato fu beccato un consigliere comunale di maggioranza, allora del sindaco Dc Credentino, che partecipava al summit, molto probabilmente per ricevere direttive dai boss. Dal 1991 al 1993 quindi il comune di Marano venne commissariato. Poi Bertini riuscì a vincere le elezioni come sindaco, ma subito un gioco di poltrone lo fece cadere, sino a quando nel 1996 nuovamente vinse le elezioni ma questa volta con una larga maggioranza e quindi con reali possibilità d’amministrare. Dal ’96 ad oggi Bertini imposta la sua politica in chiara battaglia contro il clan. Un attenzione spasmodica agli appalti, un allontanamento di personaggi e ditte vicine ai clan, una terra bruciata fatta intorno agli affiliati. Nell’autunno del 2004 l’arresto di molti dirigenti del clan Nuvoletta che negli ultimi anni avevano organizzato la propria struttura in un modo gerarchico e multilivello. In breve per evitare che un affiliato, anche di basso rango, dopo un pentimento riuscisse a descrivere e scompaginare l’intera organizzazione i Nuvoletta hanno da ormai dieci anni utilizzato una serie di clan satelliti per le attività più esposte. Clan minori che non entrano mai in contatto con la dirigenza, solo il loro referente ha rapporto con un singolo uomo dei Nuvoletta. Gli uomini satelliti quindi non sapranno mai chi prende le decisioni e chi sono gli affiliati e quali imprenditori e politici hanno rapporti con loro. Vengono utilizzati solo per circoscritte operazioni. Ogni livello, conosce solo il proprio gruppo e nessun altro. In questo modo la magistratura può scoprire sempre e soltanto una parte dell’organizzazione ma mai l’intera struttura. Se questo meccanismo è stato compreso, lo si deve al sindaco Bertini capace di scavare una vera e propria trincea tra il clan e l’amministrazione della città. Questo sindaco comunista, diviene un reale problema per i mafiosi di Marano, un grave problema, poiché regola assoluta di ogni clan è che sul proprio territorio d’origine v’è necessità di libera circolazione, di totale capacità di riciclaggio e dominio incontrastato. E’ l’alveo iniziale, il punto originario da cui dipanare il proprio potere ed in cui rifugiarsi nel pericolo ed in cui raccogliere danaro in momento di crisi. Bertini questo lo sa e cerca di rendere cristallina ogni azione della sua giunta comunale.
(continua)