Feb 2 - IN PARADISO A DISPETTO DEI SANTI - Il Consiglio Comunale sfiducia il Vicesindaco

Feb 2 - IN PARADISO A DISPETTO DEI SANTI - Il Consiglio Comunale sfiducia il Vicesindaco

E’ uscita con le ossa rotte l’Assessore Teresa Giaccio dalla mozione con la quale il Consiglio Comunale chiedeva al Sindaco di revocarle le deleghe e l’incarico di Vicesindaco e l’euforia da scampato pericolo che l’ha invasa immediatamente dopo il risultato della votazione a scrutinio segreto ne è stata la conferma più lampante mentre il patetico tentativo del Sindaco di riabilitare in una imbarazzatissima maniera l’immagine devastata del suo alter ego ha dato palesemente la misura di quanto pesantemente avesse accusato il colpo
Aldilà delle dichiarazioni di facciata la situazione che si è venuta a determinare è di quelle che non dovrebbero far dormire sonni tranquilli a un Sindaco che più dichiara di essere sereno più dimostra di essere preoccupato o di non aver materializzato la serietà dei problemi
 
La sfiducia c’è stata ed è stata ampia
I quattro consiglieri di maggioranza di provata fede diguidiana sono usciti dall’aula, dopo aver ufficialmente espresso la loro netta disistima nei confronti della Giaccio, solo per evitare che la spaccatura diventasse definitiva in un momento che il loro dominus ha ritenuto non ancora propizio; lo scrutinio segreto, richiesto dalla fazione liccardiana, ha visto dieci consiglieri esprimere formalmente la loro sfiducia pareggiando i numeri dei consiglieri fedeli e la debacle conclamata è stata evitata per il rotto della cuffia grazie alla provvidenziale assenza (che in molti non ritengono casuale) del Consigliere Tagliaferri che comunque avrebbe votato per il licenziamento del vicesindaco
A conti fatti hanno dichiarato di avere fiducia nell’Assessore Giaccio solo dieci consiglieri comunali su venticinque con un indice di gradimento che non supera il 40% e tanto il Sindaco che il suo vice sanno benissimo che fra i dieci che hanno votato contro la mozione non mancano i maldipancia che sono diventati veri e propri spasmi quando si è scoperto che uno dei membri scelti per l’OIV (organismo indipendente di valutazione) è quell’avvocato Natascia Agliata che funge da assistente di studio dell’avvocato Teresa Giaccio e l’accusa di voler fare sempre quattro uova in un solo piatto rende antipatica a tanti l’onnipotente assessore plenipotenziario
Non c’erano dubbi che il Sindaco, seduta stante, avrebbe confermata la fiducia al suo vice, ma da questo gesto formale a cantar vittoria ce ne passa: quanto si può rimanere in paradiso a dispetto dei santi? In condizioni di questo tipo ogni persona dotata di un’intelligenza comune e di un minimo di buon senso e di dignità considererebbe seriamente l’ipotesi di rassegnare quanto prima le dimissioni, ma è proprio sulla consistenza di questi requisiti che verte il problema
 
Ha confermato di essere bugiarda
Se è vero che chi tace acconsente il fatto che nel suo intervento-sceneggiata la Giaccio abbia scrupolosamente taciuto in merito a quelli che erano i capi d’accusa contenuti della mozione costituisce una più che evidente ammissione di colpa In effetti la ragione del contendere stava tutta in un fatto e un fatto solo: aver mentito al Consiglio Comunale quando ha dichiarato spudoratamente il falso affermando che “non essendo amministrativista non poteva patrocinare cause al TAR”;  di tutto ha parlato il nostro improvvido assessore meno che di questo fatto che non poteva essere smentito perché registrato e trascritto nero su bianco nei verbali del Consiglio: ha giurato sulla sua onestà, ha vantato i successi della sua attività professionale, ha snocciolato con una vis oratoria degna di miglior causa il prontuario delle fesserie contrabbandate per accuse infamanti che viene messo puntualmente a disposizione di chiunque voglia attaccare Bertini e ha anche  ricevuto quella dose di applausi che la parte beota del pubblico tributa puntualmente a chiunque dica peste e corna dell’ex sindaco di Marano Travolta dalla sua stessa enfasi alla fine è arrivata al punto di chiedere le scuse di “chi l’aveva infamata chiamandola bugiarda” dimenticando che avrebbe dovuto essere lei a scusarsi con il Consiglio per aver mentito e ha minacciato querele che non sappiamo se verranno presentate mentre certamente verrà presentata quella di Mauro Bertini per tutte le scemità offensive e apertamente diffamatorie profferite per evitare di entrare nell’argomento vero della mozione che evidentemente la imbarazzava
 
Chiediamo scusa…


Effettivamente ci sono delle scuse che sentiamo di dover presentare ma sono quelle dovute ai nostri lettori per il fatto che ogni tanto siamo costretti a raccontare cose che mortificano il comune senso del pudore; non possiamo purtroppo farne a meno perché è questo il contesto che si è creato e questi sono gli scenari che la politica di stampo paesano disegna per la città