C’è PD e PD

Può anche darsi che il Partito Democratico a livello nazionale vinca le elezioni politiche del 25 febbraio e la cosa, a noi che la pensiamo in tutto un altro modo, potrebbe anche non far perdere il sonno sia perché Berlusconi sarebbe peggio di Bersani (ma non peggio di Monti) sia perché siamo convinti che quelle che stiamo per affrontare siano elezioni intermedie dalle quali uscirà un’Italia ingovernabile non tanto per l’inconsistenza dei numeri della probabile maggioranza ma per l’assoluta inadeguatezza dei programmi e delle persone che si propongono di fronte a una crisi della quale non si è ancora intuita la portata, per cui si tornerà presto a votare e per l’occasione ci auguriamo che gli italiani siano pronti per una Rivoluzione magari ancora Civile; ma se invece parliamo del PD formato locale la cosa cambia radicalmente aspetto, il livello scende precipitosamente verso il basso ed all’immaginario collettivo si presenta lo scenario di una città devastata dai guai che hanno combinato le due ultime amministrazioni comunali delle quali il Partito Democratico è stato l’artefice e il principale responsabile perché a Marano il PD ha già governato e sono stati i sei anni più disastrati nella storia della nostra città.
L’assassino ritorna sul luogo del delitto
E’ chiaro che, mentre il PD, nella sua dimensione di partito nazionale, ha tutti i titoli per presentare, se non altro con dignità, la sua candidatura al governo del paese, i rappresentanti locali del partito di Bersani, dopo le nefandezze delle quali si sono macchiati, devono dotarsi di una bella faccia di corna per riproporsi ad amministrare Marano ripresentando gli stessi uomini che hanno messo in ginocchio la città, ma, visto che la faccia di corna ce l’hanno come corredo naturale, ecco che ce li ritroviamo di nuovo in corsa contro ogni ritegno, contro il buon gusto e senza il minimo senso del pudore; devono essere decisamente di particolare importanza gli interessi in gioco per esporsi al risentimento della gente in una maniera tanto sfacciatamente spregiudicata.
A servizio della Compagnia del mattone

In effetti gli interessi in gioco non sono quelli che hanno a che fare con i problemi e con il destino della città ma sono quelli ben più sostanziosi ai quali sembrano particolarmente affezionati quel Matteo Morra, fine dicitore e esperto affabulatore capace di far passare per acqua di cannella anche il liquame più nauseabondo e quell’Eduardo Simioli che da consigliere comunale ha fatto ottimi affari con l’amministrazione Perrotta e che, sensibile ai valori e agli ideali come può esserlo un riccio a una carezza, molto più materialmente punta direttamente agli affari; fra i due si è stretto un patto di ferro che mette al centro del programma la ripresa delle lottizzazioni strizzando un occhio ai palazzinari e cercando di far confluire su questa idea, impupazzata alla meglio come Centro Sinistra, il Partito Democratico, che dimostra di gradire, e altri soggetti destinati a girargli intorno in funzione di vassalli, valvassori e valvassini.
Satelliti di servizio

E’ così che intorno al pianeta ormai spento del PD, prima ancora di avere un’idea sul che cosa fare, si sono messi a girare in un’orbita di servizio una quantità di satelliti attratti non si sa bene da che cosa. Dopo i primi giri, però,
si è staccato il Partito di Italia Popolari che ha sentito il
“fieto del miccio” ed ha preferito allontanarsi in fretta alla ricerca di qualcosa di meno compromettente; dopo una quantità infinita di giri di ricognizione (li chiamano tavoli di confronto)
si è staccato anche il partito de L’Italia dei Valori che ha preferito chiamarsi fuori non appena ha capito che rischiava di essere attratto in vero e proprio buco nero dove le cose dovevano essere particolarmente maleodoranti se Michele Palladino, che per il lavoro che fa non si può permettere di essere trascinato in avventure pericolose, ha preferito buttarsi anche senza paracadute piuttosto che correre rischi.

Sembrava che
dovesse liberarsi dall’abbraccio anche SEL che per un lungo periodo a fatto il tira e molla
, ma quando la mossa improvvisa di Palladino ha costretto un po’ tutti a mettere le carte in tavola, la manfrina è finita e Stefania Fanelli che fingeva imbarazzo nel farsi vedere in compagnia di personaggi come Morra e Simioli, dei quali tutti sanno chi sono e cosa vogliono dalla politica, ha sciolto ogni riserva e messo definitivamente il partito in un’ orbita di servizio intorno al PD; naturalmente non poteva farlo senza marcare almeno formalmente la differenza e ha infarcito, con il consenso accondiscendente di tutti, un progetto, che nei fatti resta quello che era, con un effluvio di parole d’ordine tratte dal suo repertorio abituale per cui l’accrocco ora si chiama
“Marano bene comune”, si sottoscriverà il
“decalogo della buona politica” e si svolgeranno le primarie alle quali si candiderà anche lei pur sapendo già il risultato. Ovviamente le è stato assicurato un ruolo di prestigio che compenserà il disagio di vedere nei fatti sacrificati quei valori sociali e morali che, come un mantra, chiama in causa a ogni piè sospinto e il rimorso di aver mortificato per questa sua piccola ambizione l’autonomia e la dignità di SEL.

Non fa notizia il fatto che resti nell’orbita del PD
l’inesistente Partito dei Verdi perché sappiamo che fa politica a suon di soldi e di incarichi professionali e in questo ambito il PD non si fa mancare niente, e non meraviglia che siano rimasti in orbita quelli del
Centro Democratico che hanno accolto a braccia aperte i transfughi dell’IDV e che navigano nelle stesse acque nelle quali naviga il PD del quale condividono obbiettivi e sistemi
Satelliti in orbita di parcheggio
Sembra non si impensieriscano tanto quelli del PD per i voti che hanno perso perdendo qualche satellite perché contano di racimolarne molti di più dall’appoggio della Compagnia del Mattone e perché sanno che all’occorrenza basterà fare un fischio a quei gruppi che si sono formati recentemente senza un proprio progetto politico e che si sono messi in un’orbita di parcheggio geostazionario a disposizione del miglior offerente
E se c’entrassero i Maya?
Il Papa si è dimesso, i Maya hanno fallito la previsione della fine del mondo, un meteorite di dimensioni enormi pare che sia in rotta di collisione con la terra, il Vesuvio minaccia sfracelli…e il PD si ripresenta alle prossime elezioni comunali…sembra proprio che non ci sia molto da stare tranquilli; c’è però una cosa che ci aiuta a sperare perché per scongiurare la più indigeribile fra tutte queste disgrazie non occorrono gesti scaramantici dalla dubbia efficacia: basta che i cittadini il 26 maggio esprimano il voto con responsabile intelligenza e Marano è salva.