Feb 14 - LA CITTA’ SCOPPIA - La disperazione esplode ma il Comune è latitante

Feb 14 - LA CITTA’ SCOPPIA - La disperazione esplode ma il Comune è latitante

Una crisi micidiale
La crisi morde di brutto le famiglie che, dopo che hanno raschiato anche il fondo del barile, non sanno proprio più a che santo votarsi; sono anni ormai che il lavoro è diventato un miraggio, che i soldi non girano e che ci si arrabatta in mille modi per cercare di sbarcare il lunario, ma la corda è tesa da troppo tempo oltre i limiti della rottura e l’idea che possa spezzarsi all’improvviso e con conseguenze inimmaginabili è tutt’altro che peregrina
 
Segnali allarmanti
Intanto i primi segnali di una situazione che si fa sempre meno sostenibile si stanno manifestando in una maniera allarmante
I lavoratori del comparto edile completamente immobile e senza prospettiva,  passano mesi alla ricerca di un giorno di lavoro e alla fine non trovano di meglio, per far emergere se non altro il loro disagio e marcare la loro determinazione, che occupare per qualche giorno quei cantieri che stanno partendo con i finanziamenti del PIU Europa dove però il cartello “personale al completo” viene esposto già prima che comincino i lavori e far vedere la loro presenza massiccia e ancora educata, nel Consiglio Comunale per far capire alla politica e al governo della città che il problema esiste, è grave e che dovranno prima o poi farci i conti
Occupato il Comune. Il numero degli sfrattati per morosità cresce di giorno in giorno e quando si parla di sfrattati non si parla di famiglie alle quali si intima di trovare una soluzione ma di donne, uomini e bambini che la forza pubblica mette fisicamente per strada e che all’improvviso non hanno un tetto sotto il quale andare a dormire e se, come è successo ieri sera,  qualcuno, preso dalla disperazione, non trova altra soluzione se non quella di portare lenzuoli e materassi al comune perché non può continuare a dormire in macchina nell’indifferenza generale vuol dire che abbiamo passato il segno e che lo sfascio è alle porte
 
Il Comune latitante

Lascia quanto meno perplessi il fatto che né il Sindaco né l’Assessore alle Politiche sociali abbiano sentito il bisogno di andare di persona a parlare con la famiglia e che del problema abbia dovuto farsene carico “professionalmente” una assistente sociale alla quale, magari, non verrà nemmeno corrisposta la reperibilità e che, alla fine, più di qualche buona parola e di tanta umana comprensione non avrà potuto offrire perché purtroppo il Comune di Marano non ha predisposto nessun piano straordinario per una situazione che giorno per giorno si fa sempre più drammatica; a meno che non si voglia considerare come piano straordinario quell’aborto di Piano Sociale di Zona, approvato in quattro e quattr’otto, nel quale per il sostegno delle famiglie in difficoltà è stata stanziata la risibile somma di 48.000 euro per una popolazione complessiva di 104.000 abitanti
 
Una amministrazione insensibile e inadeguata
Che il problema del lavoro fosse il problema dei problemi lo sapevano anche la pietre e anche le pietre sanno che non potrà mai essere il Comune a dare soluzione a un dramma così vasto e devastante, ma mettersi a tavolino e studiare, in una specie di piano straordinario per il lavoro, tutto quello che un Comune può fare per favorire opportunità occupazionali e per andare incontro a chi il lavoro non ce l’ha era il minimo che l’Amministrazione Liccardo avrebbe dovuto fare
Sul problema degli sfratti non mancavano segnali allarmanti ma anche su questo versante è mancata completamente l’attenzione della Giunta perché, sempre tenendo presenti i limiti che impongono le finanze dissestate di un Comune disastrato, un utilizzo dei beni confiscati in funzione di alloggiamenti provvisori e una rivisitazione urgente degli appartamenti di proprietà comunale, impropriamente assegnati a chi i soldi per pagare un  fitto ce li ha, potevano essere ipotesi da valutare dedicando a questo problema l’attenzione che è stata attribuita a cazzatelle di molto minore importanza
 
Ci tornano mestamente alla memoria i versi del Giusti quando diceva che “il suo cervel, Dio lo riposi, in tutt’altre faccende affaccendato, a queste cose è morto e sotterrato…