Feb 11 DAL TAR UNA SENTENZA DI CONDANNA SENZA APPELLO Sotto accusa il sistema Perrotta-Cavallo e i suoi protagonisti
Fatti e misfatti
Sul blog dell’ otto febbraio abbiamo pubblicato un ampio stralcio (offrendo anche la possibilità di visionare il testo integrale) della sentenza del TAR sulle vicende della lottizzazione C4 in località San Marco non tanto per dare la notizia dell’esito favorevole per il Comune quanto per consentire a chi voleva saperne di più di conoscere le motivazioni che hanno originato la decisione dei giudici amministrativi perché è in quelle 17 pagine che viene descritto in termini chiari e impietosi il sistema truffaldino, illegale e illegittimo con il quale il Comune di Marano è stato gestito nelle due ultime consiliature
Dalla lettura del prezioso documento emergono nitidi i contorni del sistema e si indicano in maniera lucida le responsabilità specifiche relativamente ai ruoli e alle funzioni dei singoli protagonisti ma non vengono fatti nomi e, soprattutto, non vengono suggerite le responsabilità politiche che invece non sfuggono a chi, come noi, vive la città nelle sue viscere e ne conosce, almeno per buona parte, i misteri e gli interessi reconditi
Ed è di questo che vogliamo parlare partendo dal presupposto che chi ci legge conosca i fatti per come sono raccontati nella cronistoria riportata nella sentenza e sia a conoscenza delle valutazioni espresse dai giudici con la possibilità di andare a verificare cose che non risultino chiare ritornando sul blog dell’otto febbraio
L’illegalità conclamata
Che la cosiddetta “lottizzazione C4” fosse un colossale imbroglio era pensiero largamente diffuso; la cosa era stata apertamente denunciata sulle pagine de L’Altra Marano e ne era stato coinvolto l’intero Consiglio Comunale in due distinte mozioni presentate dall’allora consigliere Mauro Bertini, questa volta però a mettere penna su carta per dichiarare senza mezzi termini che tutta l’operazione era platealmente illegale sono i giudici della seconda sezione del TAR di Napoli e lo fanno con la solennità di una sentenza che, fra l’altro, frantuma ogni possibile dubbio circa l’ipotesi che la sequela di atti illegittimi inanellati dalla amministrazione possa essere il frutto in buona fede di una ignoranza abissale perché
“detto comportamento – si legge a pag. 15 della sentenza del TAR – contrasta con le regole della correttezza e della buona fede”
e, a tagliare la testa al toro, ci pensa sempre il collegio giudicante che, a chi aveva proposto ricorso contro la decisione del Commissario di annullare tutti gli atti inerenti la lottizzazione chiarisce, che
“gli impugnati provvedimenti sono legittimamente emanati nella finalità di ricondurre a legalità l’azione amministrativa”;
non poteva esserci più esplicita e autorevole conferma del fatto che l’amministrazione si era mossa nella più piena illegalità e che
“la natura delle illegittimità riscontrate – si legge a pag. 13 della sentenza del TAR – implica anche responsabilità di carattere individuale”
e di responsabilità crediamo che ce ne siano per tutti e di tutti i tipi
C’entra il sindaco Perrotta

C’entra malamente il Sindaco Cavallo


Cavallo, però, non ritirerà mai la delibera e a farlo deve provvedere il Commissario il 18.6.2012. Si trattava di un business di 16 milioni di euro e questo pare l’unico ragionevole motivo di tanta pervicace insistenza nel portare avanti nella più plateale illegalità un progetto la cui mancata conclusione potrebbe essere la causa vera delle dimissioni di quel sindaco che l’immaginario collettivo considerava al disopra di ogni sospetto.
C’entra da protagonista Pitocchi
E’ lui che produce tutti gli atti e costruisce tutti i percorsi in barba alle leggi e ai principi “di correttezza e buona fede” (vedi pag. 15 della sentenza). Produce atti ricognitivi e li contrabbanda per progetti preliminari, gli viene dato l’incarico di predisporre i PUA e invece procede a bandire la gara della lottizzazione senza nessuna autorizzazione da parte dell’amministrazione; nel bando di gara fa riferimento a un regolamento ERS mai approvato e a progettazioni preliminari mai redatte, “impupazza” il verbale di gara, contravviene spudoratamente alle disposizioni della giunta che, dopo la decisione del PD di non candidare più Perrotta a Sindaco, aveva sospeso l’iter di tutte le lottizzazioni, acquisisce agli atti tutti gli incartamenti progettuali prodotti dalla ditta Sarracino che sono stati elaborati dalla SETECO ENGINEERING che, guarda caso, ha sede allo stesso indirizzo in cui ha la residenza l’Ing. Pitocchi. E’ lui decisamente il deus ex machina di tutto l’imbroglio e, siccome non gli può essere assolutamente addebitata l’incompetenza tecnica, non ci sono dubbi nell’attribuire tutti gli atti “appezzottati” a un esplicito e spregiudicato intento truffaldino
La sbandata di Morra

La figura meschina del Segretario Generale
Anche in questa occasione il Dott. Ferrara mostra tutti i suoi limiti in termini professionali e umani. In qualità di garante della legalità ha dichiarato legittimi tutti gli atti prodotti dalla Giunta Perrotta e dalla Giunta Cavallo, ha personalmente predisposto atti di competenza tecnica nel ruolo di dirigente ad interim dell’Area Tecnica, ha preparato di suo pugno quella proposta di convenzione che fortunatamente non è stata firmata e, soprattutto, ha dovuto subire l’umiliazione di dover ottemperare alle disposizioni del Commissario che ha gli chiesto l’annullamento per manifesta illegittimità di tutti gli atti da lui vistati o direttamente prodotti. Serve a Marano un uomo così? Alla Marano dei Perrotta, dei Cavallo e dei Morra certamente sì.
C’entra il PD

Le responsabilità dei Consiglieri di maggioranza
Ci sono alcuni consiglieri di maggioranza che portano a loro merito la mancata firma della convenzione in forza della già citata lettera mandata al Sindaco; a noi, però, che per una strana distorsione siamo portati a vedere le cose in profondità, sorge qualche ragionevole dubbio quando vediamo che il bando di gara illegittimamente emanato da Pitocchi con la determina 558/2010 porta la data del 29 dicembre 2010 mentre la famigerata lettera al Sindaco parte a febbraio 2012. Hanno avuto più di un anno di tempo per fermare le bocce e indurre a più ragionevoli comportamenti il primo cittadino, perché si svegliano un attimo prima della firma della convenzione? C’è qualche maligno che avanza il sospetto che da parte dei lottizzanti che sono stati esclusi dall’operazione sia arrivata una specie di diktat della serie “niente per me, niente per nessuno”; noi non la pensiamo così (?) ma non potevano non registrare una voce che circola con insistenza.
I danni
A fronte di una richiesta avanzata dalla ditta Sarracino di un risarcimento per 2.122.199 euro o della cessione dell’area comunale oggetto del contendere, il TAR condanna il Comune al pagamento di “soli” 13.000 euro perché
“la mancata stipula della convenzione ha evitato il consolidamento di una posizione giuridica di vantaggio dell’aggiudicataria” (vedi pag. 13 della sentenza)
e, siccome siamo convinti che il Commissario saprà come fare perché a pagare siano quelli che hanno imbastito la “trastola”, c’è addirittura la possibilità che i responsabili di tutta questa manfrina debbano ringraziare chi ha impedito la firma della convenzione limitando così i danni che avrebbero potuto essere milionari.
La condanna definitiva
La sentenza del TAR, oltre a ripristinare la legalità e inchiodare alle loro responsabilità giuridiche i protagonisti di questa sordida faccenda, fornisce anche le prove schiaccianti di una responsabilità tutta politica che dovrà essere valutata dal popolo di Marano quando fra pochi mesi sarà chiamato a votare e in quella circostanza ci aspettiamo una condanna popolare senza attenuanti generiche e senza appello.