Feb 1 - SI SONO ROTTE LE GIARRETELLE La maggioranza si frantuma mentre la città continua a affondare
E’ guerra guerreggiata
Non è stata ancora completamente girata la boa dei primi sei mesi di vita e già è platealmente implosa l’accozzaglia di interessi diversi e contrastanti che si era formata intorno alla candidatura di Angelo Liccardo; si sapeva che prima o poi sarebbe successo ma nessuno prevedeva che sarebbero bastati pochi giorni di governo perché si scassassero le giarretelle
Che fosse in atto uno scontro di un’asprezza inusitata era già stato ampiamente dato a capire in alcune dichiarazioni al vetriolo rilasciate in stampa e in video da uno dei protagonisti della tenzone, opportunamente raccolte e sapientemente amplificate dagli ultimi giullari approdati alla corte del Tonino nazionale, ma l’ufficializzazione di una guerra ormai conclamata si è avuta nell’ultimo Consiglio Comunale quando quattro consiglieri di maggioranza, prendendo spunto dalla mozione presentata dal gruppo consiliare de L’Altra Marano, hanno assunto una posizione di esplicita collisione nei confronti del Sindaco e della sua giunta proclamando apertamente la loro netta sfiducia nei confronti del vicesindaco imputato dai promotori della mozione di “falso in luogo pubblico” Non abbiamo né il tempo né lo spazio per entrare in questa sede nei dettagli di una vicenda che, da come si è sviluppata, definire “indecorosa” sarebbe un eufemismo ma vogliamo cercare di capire quello che veramente bolle in pentola e condividerlo con chi ci legge
Personaggi e interpreti
Riuniti nell’imperativo categorico di vincere le elezioni indipendentemente dai diversi presupposti di partenza e dalle diverse intenzioni di ognuno si trovano ora l’un contro l’altro armati, da una parte Angelo Liccardo, giovane rampollo della paesanità più autentica leggermente evoluta, diventato sindaco alla maranese maniera, mosso probabilmente non tanto da interessi economici diretti quanto dall’ambizione di coprire un ruolo di prestigio con un pensierino nemmeno troppo nascosto verso una carriera politica di più ampio respiro; dall’altra Antonio Di Guida da sempre espressione della paesanità più becera, interessato alla politica solo ed esclusivamente in funzione degli interessi suoi e dei suoi non sempre raccomandabili compagni di cordata, supporter determinante di Liccardo in campagna elettorale e convinto, per questo, di poter manovrare a suo piacimento e per il suo tornaconto il futuro sindaco di Marano
Le ragioni del contendere
Come in tutte le sceneggiate della politica deteriore anche in questa contesa strapaesana ci sono motivazioni ufficiali che vengono accampate per nascondere quelle reali decisamente più squallide; noi raccontiamo le prime e cerchiamo di scoprire le seconde
Quello che si dice….
Una volta diventato sindaco Liccardo, ha avuto da subito la percezione delle responsabilità anche di carattere penale alle quali si era esposto e, conoscendo bene la realtà maranese e sapendo benissimo chi è Di Guida, di quali interessi è portatore, che cosa fa e con chi se la fa, ha materializzato in poco tempo la necessità primaria di guardarsi la palla per evitare di trovarsi prima o poi a fare cose che al Tonino locale stanno molto a cuore ma che magari espongono a seri rischi chi materialmente firma gli atti e ha cercato di sdoganarsi quanto prima dall’ingombrante padrinato; per tutelarsi al meglio ha formato una giunta di bassissimo livello e dagli appetiti di tipo casereccio, si è circondato di parenti e si è chiuso ermeticamente nel bozzolo di una ristrettissima cerchia di fedelissimi, anche loro inadeguati e incapaci (l’epigone emblematico è proprio il vicesindaco di cui è cugino), che i loro piccoli interessi li curano senza eccessivi ritegni (come nel caso della scelta dell’OIV dove la Giaccio impone la sua compagna di attività professionale Natascia Agliata) ma che, in teoria, lo dovrebbero far “stare tranquillo”, nel loro sostanziale torpore mentale, nei confronti di eccessivi rischi di natura penale E’ proprio questa chiusura a riccio che ufficialmente ha fatto inalberare Di Guida che lamenta la scarsa considerazione del Sindaco nei confronti della maggior parte dei consiglieri di maggioranza e che per questo scatena le ostilità
Quello che non si dice….
Che Tonino Di Guida non faccia politica per passione e che il suo interesse primario sia quello dell’edilizia per sé e per i suoi danti causa è un fatto noto all’inclito e al volgo così come è di pubblico dominio il fatto che a Marano ci sono delle lottizzazioni ancora da far partire e un piano regolatore da redigere con urgenza
Piazza il primo colpo occupando l’assessorato all’urbanistica con l’arch. Pennino che non sarà una cima ma è ampiamente collaudata sul piano della fedeltà alla causa per aver lavorato con lui, con i Basile di Giugliano e, pare, anche con i Cesaro. Occupata la casella più appetibile in giunta non aveva problemi con l’Ufficio Tecnico dove sapeva di poter contare ciecamente sull’ormai famoso Ferriello e, per suo tramite, anche sul nuovo dirigente Picariello il quale però, sentito il “fieto del miccio”, alla scadenza del contratto alza i tacchi e se ne va precipitosamente Parte un nuovo bando e Di Guida fa tifo per l’Ing, Bonaventura Pianese; Liccardo però inaspettatamente sceglie l’Arch. Agostino di Lorenzo che ha una storia politica e professionale che non lo rende particolarmente favorevole alle lottizzazioni e ai palazzinari e che, recependo da forse qualche input del Sindaco, subito ridimensiona la libertà di movimento di Ferriello
Il caso vuole che dopo questo evento partano le prime violente bordate di Di Guida contro il Sindaco In una intervista rilasciata pochi giorni dopo il suo insediamento il nuovo Dirigente dichiara senza mezzi termini che intenderebbe proporre una variante di salvaguardia destinata a “congelare” le lottizzazioni per armonizzarle con il redigendo nuovo Piano Regolatore A questo punto il Consigliere Provinciale capisce che gli spazi di manovra si sono fatti veramente angusti, spara ad alzo zero e organizza il blitz del Consiglio Comunale
Dove si arriverà con le ostilità?
La richiesta di azzerare la Giunta è uno specchietto per le allodole utilizzato dal Tonino locale per disporre di altri voti in Consiglio oltre all’unico di sua pertinenza che è quello della nipote Angela; in realtà l’obbiettivo è la libertà di manovra sull’urbanistica ed essendo non facilmente ipotizzabile l’idea di addomesticare il nuovo Dirigente si faranno tutte le pressioni di questo mondo perché il Sindaco se ne liberi
Liccardo sa bene che se si mette nelle mani del suo ex mentore corre rischi immani e non crediamo che sia intenzionato a cedere preferendo a limite lasciare la sua scomoda scrivania al Comune ma facendo in maniera che a mandarlo via sia Di Guida il quale però non vuole e non può arrivare a tanto essendo coordinatore di Forza Italia, partito a cui appartiene anche Liccardo che gode di importanti agganci a livello regionale. Una soluzione del problema la offrirebbero le dimissioni del nuovo dirigente e quindi ci aspettiamo manovre a tutto campo per rendergli la vita difficile e portarlo alla esasperazione, operazioni che nella connivenza generale fra i poteri forti e l‘ufficio tecnico del Comune sono ampiamente possibili e ipotizzabili Se questo non succederà tutto si risolverà con un rimpasto della giunta e qualche contentino a livello di staff dove qualche posto si è recentemente liberato
Chi ci rimette le bucce…?
Ovviamente la città che sta ancora aspettando di vedere governati i mille problemi nei quali si dibatte