Solo pochi giorni fa abbiamo parlato diffusamente del problema del contributo regionale fitti relativo all’ anno 2011 (clicca qui) ripromettendoci di tornare sull’argomento non appena ci fossero state novità e siccome la novità c’è e ci sembra anche particolarmente sconvolgente non possiamo fare a meno di riprendere l’argomento e cercare di mettere un po’ d’ordine in una cosa che a prima vista sembra troppo assurda per essere vera
Una storia piena di imbrogli
I contributi regionali vengono distribuiti ogni anno dal Comune secondo degli ingarbugliati criteri di selezione che si basano su tre fasce di reddito e fino a esaurimento delle risorse assegnate per ogni singola fascia, risorse che regolarmente sono di gran lunga inferiori alle richieste per cui sono sempre più quelli che vengono esclusi nei confronti di quelli che invece vengono ammessi.
Alla formazione della graduatoria provvede una commissione comunale che deve anche esaminare i ricorsi dei numerosi esclusi. La faccenda richiede di norma un certo tempo ma quando il tempo è quello che vede la graduatoria del 2011 completata in quest’ultimo scorcio del 2014 il dubbio che ci sia qualcosa che non quadra diventa certezza soprattutto se per tutto questo tempo vengono accampati i pretesti più astrusi per giustificare il ritardo. Se poi è successo che il Comune ha già speso per “esigenze di cassa” i soldi che la Regione ha assegnato, o che la Regione si è trattenuta le somme a compensazione di crediti vantati lasciando al Comune il compito di trovare le risorse; se capita che in tutta questa faccenda si ubriacano le lingue nella formazione dei rispettivi bilanci per cui non si riesce più a trovare un modo di recuperare contabilmente gli importi necessari, se nella storia entrano protagonisti stralunati come il sindaco Cavallo, disinteressati come il Commissario Tramonti o manovrieri come Liccardo & Soci che prima giurano che tutti saranno pagati entro il 20 novembre, poi spostano al 10 dicembre e infine rimandano a babbo morto all’anno che viene allora è chiaro che si sta giocando con la pelle di famiglie che già ogni giorno devono condurre una durissima battaglia per la sopravvivenza e che sono già esasperate per il loro dramma quotidiano
Il munifico assessore
Era abitudine di corte regalare del pane ai sudditi ogni volta che nasceva un principino e, in un contesto socio-culturale che non si allontana di molto dai sistemi dell’epoca, il nuovo assessore alle politiche sociali ha voluto celebrare l’investitura dando da subito i segnali di una grande munificenza e, nelle maglie asfittiche di un bilancio e di un Piano Sociale di Zona che in tutto prevedevano 48.000 euro per “contrasto alla povertà” è riuscito a trovare la bellezza di 68.000 euro “impegnati ma non spesi” e ha pensato di mostrare tutta la sua benevolenza destinandoli ai circa 140 esclusi della fascia A della graduatoria appena formata dell’anno 2011 mentre 10.000 euro vanno a integrare la graduatoria del 2014
I dubbi obbligatori
Lungi da noi l’idea di criminalizzare un’iniziativa che, aldilà delle motivazioni più o meno nobili che la originano, va comunque a sostegno di famiglie in difficoltà ma ci sono dei dubbi che non vogliamo tenere per noi:
- Possibile che in una situazione disastrata come quella di Marano “avanzino”, perché non spesi, ben 68.000 euro destinati a sostenere la povertà?
- Com’è che quando c’è in ballo un’esigenza “politica” (il nuovo assessore deve mettere in evidenza l’incapacità di Teresa Giaccio che l’ha preceduto nel ruolo) come per incanto i soldi escono?
- Com’è che funzionari solerti come la Dott.ssa Gargiulo consentono che vengano spesi a tamburo battente dei soldi senza che nessuno abbia ancora certificato formalmente l’esistenza dei “residui” e richiamando una riprogrammazione per la quale non si trova traccia fra gli atti di indirizzo emanati dalla Giunta o fra le determine dirigenziali emesse dall’Area cui attengono i servizi sociali?
La situazione paradossale
Convinto come era di poter fare bingo in occasione di Natale portando a suo merito la liquidazione del contributo fitti 2011, l’Assessore De Stefano ha fatto carte false per far pagare subito la quota di pertinenza comunale a favore degli “esclusi” contando che anche la parte di competenza regionale, spettante agli “ammessi”, venisse liquidata prima della nascita del Bambinello; ma la fretta, l’incompetenza, l’improvvisazione, il pressapochismo gli hanno giocato un tiro mancino: i fondi “regionali” non saranno disponibili se non nel 2015 (forse) per cui si concretizza questa situazione incredibilmente paradossale: gli esclusi, che magari ci avevano anche tolto il pensiero, entro Natale avranno i soldi, mentre quelli che erano stati ammessi e che stanno aspettando da tre anni dovranno ancora aspettare senza nemmeno sapere per quanto tempo ancora. Facile immaginare lo sconcerto e la rabbia di chi ha ormai consolidato la sensazione di essere preso in giro e essere sfottuti quando la disperazione ti mangia anche l’anima è una cosa veramente dura da digerire.
Si configura l’orribile scenario di una guerra fra poveri e in questo senso non abbiamo remore nell’affermare che chi gioca sulla pelle di chi ha realmente bisogno commette un crimine sociale
Cosa avrebbe dovuto fare un’amministrazione sensibile e intelligente
Se invece di questi spicciafaccende, che fanno del disagio sociale un campo dove mietere consensi o raccogliere meriti per il paradiso e considerano un gesto di giustizia come fosse un’opera di bene, al governo di Marano ci fosse stata un’amministrazione sensibile, socialmente motivata e intelligente si sarebbe potuta mettere in piedi un’operazione molto più lineare e efficace: dai 18 milioni di euro presi a mutuo per pagare i creditori si poteva prelevare una somma sufficiente per liquidare, a titolo di mera anticipazione da integrare all’arrivo dei soldi della Regione, anche il credito di chi ha acquisito il diritto a vedersi corrisposto il contributo fitti.
O questi sono creditori che possono anche morire?