Dec 7 RISOLTO IL GIALLO DEL PARERE CHE NON ARRIVAVA - I revisori dei conti bocciano il bilancio di previsione 2013
La diffida del Prefetto
C’era qualcosa di strano negli incredibili ritardi accumulati per la predisposizione del bilancio di previsione dell’anno 2013, non erano bastati i sei mesi che l’amministrazione Liccardo aveva a disposizione, si era arrivati sotto sotto la data fatidica del 30 novembre e alla fine si era sforata anche questa costringendo il Prefetto di Napoli a mandare al Comune una dura diffida con la quale concede ancora 20 giorni avvisando che andando oltre arriverà un atto di imperio con il quale si procederà allo scioglimento del Consiglio Comunale e a dichiarare chiusa anche questa esperienza amministrativa
Il ritardo dei revisori

Alla fine però il parere è arrivato e il velo di mistero si è squarciato rivelando una situazione che definire drammatica sarebbe un eufemismo
Il parere che condanna l’amministrazione
A memoria di chi scrive non era mai successo che da parte dell’organo di revisione contabile arrivasse un parere esplicitamente negativo nei confronti della proposta di bilancio, tutt’al più si era arrivati a pareri favorevoli condizionati a prescrizioni, questa volta invece è successo, si tratta di un parere che non lascia spazio all’immaginazione e lo proponiamo a chi ci legge nella sua forma integrale
“l’organo di revisione…non ha rilevato la coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio e dei programmi e dei progetti; ha rilevato la coerenza esterna ed in particolare la possibilità che le previsioni proposte di rispettare i limiti disposti per il patto di stabilità e delle norme relative al concorso degli enti locali alla realizzazione degli obbiettivi di finanza pubblica solo attraverso previsioni di entrata non attendibili per cui esprime, pertanto, parere non favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2013 e sui documenti allegati”
Se si considera che più di un bilancio previsionale si tratta di un mero consuntivo e che dei vari atti emanati sia dal Commissario Tramonti che dall’amministrazione Liccardo i revisori avevano avuto già modo di prendere tempestivamente conoscenza questo parere contrario dà l’idea di un disastro senza confini
Ecco spiegati i ritardi

Mission impossible
Asserire che ci siano colpe dell’attuale Sindaco di Marano nella creazione del disastro sarebbe cosa ignobile oltreché falsa; se c’è una colpa, ed è una colpa grave, che gli si può e gli si deve attribuire è quella di essersi candidato per una missione impossibile, assolutamente superiore alle sue capacità e, soprattutto, senza aver analizzato bene la situazione complessiva del Comune sia dal punto di vista finanziario che da quello organizzativo-operativo prevedendo in tempo utile quelle iniziative che, in caso di vittoria, gli sarebbero servite per rimettere in linea di galleggiamento una barca che tutti sapevano che faceva acqua da tutte le parti.
Quell’idea garibaldina dell’ “adesso vinciamo e poi si vedrà” dà la misura della sciatteria e della improvvisazione confermata poi nella scelta degli assessori chiamati al governo di una città in ginocchio senza un minimo di preparazione e senza che avessero la più pallida idea di quello che significa amministrare. Si era reso conto, il pellegrino, che quella che si proponeva di andare a governare era Marano di Napoli e non Marano Lagunare? A chi vuole raccontare la storiella di quello che non sapeva che la situazione fosse tanto compressa, che non pensava che gli uffici fossero così disorganizzati e che non riteneva che ci fossero tanti problemi? E’ la storia allucinante di chi parte per la montagna sistemandosi la ciambella gonfiabile intorno ai fianchi
E adesso il ritornello
E’ inevitabile che adesso i Liccardo Boys e gli aficionados locali partano con il ritornello dei guai creati dal quel Mauro Bertini che ha fatto debiti, ha massacrato l’apparato comunale, dissestato le strade, procurato voragini sulla via di San Rocco e amenità del genere saltando a piè pari i sei anni di amministrazione strapaesana dei vari Perrotta e Cavallo i quali dopo aver fatto i guai si sono defilati scomparendo dalla scena politica mentre magari quel Bertini lì continua a cercare di dare un contributo nel ruolo molto meno prestigioso di Consigliere Comunale; è un ritornello che cantano gli allocchi e che si è fatto stantio e non sarà con questo che renderanno meno insipiente il concetto che l’unico requisito che serve per governare Marano è la paesanità: se decido di comprare una macchina avendo visto che il motore è a tre quarti, che manca una ruota e che la carrozzeria è tarlata non è cosa intelligente prendermela con chi me l’ha venduta
E mò che succede?

E’ decisamente una brutta, una bruttissima situazione dalla quale Marano esce peggio di come l’aveva trovata Liccardo quando ha festeggiato la sua elezione