Dec 31 - PUPI E PUPARI - Antonio Di Guida in cabina di regia

Dec 31 -  PUPI E PUPARI - Antonio Di Guida in cabina di regia


E’ diventata ormai una presenza fissa quella di Antonio Di Guida ai Consigli Comunali di Marano, una specie di consigliere aggiunto di maggioranza che non salta un solo appuntamento: arriva puntuale, si piazza immancabilmente in prima fila occupando regolarmente il posto a lui riservato al centro del coro dei Liccardo boys che lo circondano di una autentica venerazione nel segno di quella continuità e di quella contiguità che non è mai venuta meno, imbraccia a mò di joystick il telefonino, dà un’occhiata panoramica alle file della maggioranza per verificare che ci siano tutti, alza impercettibilmente il pollice dando un ok che mette fine  ai preliminari e il Consiglio Comunale può finalmente iniziare
 
L’occhio del padrone ingrassa il cavallo
Dopo le comparsate smargiasse alla Maranese-maniera della prima ora quando sembrava che venisse a portare la sua benedizione e a raccogliere il tributo servile che in certi ambienti è riservato alle persone notevoli, la presenza si è fatta fissa, costante e prolungata suscitando anche una certa curiosità in chi, sapendolo impegnato in mille iniziative imprenditoriali in una patnership inscindibile con i Cesaro e conoscendo i tanti fronti che lo vedono coinvolto alla Provincia dove recentemente ha visto premiata con un’inaspettata nomina ad assessore al turismo e alle spiagge la vasta esperienza su un piatto tipico della cucina locale accumulata grazie all’assidua frequentazione con Giggino ‘a purpetta, continua a domandarsi come faccia a trovare il tempo di venire a assistere ai Consigli Comunali di Marano
Fonti bene informate ci fanno sapere che in realtà il comportamento del nostro personaggio nel corso delle riunioni dell’assemblea consiliare non è proprio quello di uno che assiste ma quello di chi il tempo volente o nolente lo deve trovare per evitare che il giocattolo che con tanta pazienza ha costruito gli si frantumi fra le mani, in pratica viene a curare di persona quegli interessi in funzione dei quali ha messo in piedi tutto l’ambaradan dell’esperienza Liccardo e allora lo vedi attento a tutto, pronto a cogliere la minima defaillance, a rintuzzare le iniziative di un’opposizione più scaltra e più esperta della sua maggioranza di parvenus, a dare ordini perentori, a soccorrere con provvidenziali SMS il sindaco quando si impappina, a dare indicazioni alla nipote-presidente semplicemente con un labiale sguaiato e un gesto di assenso o di diniego del dito indice; pare non siano mancate sonore cazziate e vibrati rimbrotti a una truppa di imbranati e ormai si dà per consolidato l’assioma che non si muove foglia che Di Guida non voglia
 
Se tanto mi dà tanto
Se si arriva a questi livelli di condizionamento e di controllo nella gestione dei Consigli Comunali è facile dedurre che è l’intera attività amministrativa a essere dominata, condizionata e controllata da un personaggio i cui interessi non ci pare siano mai stati collimanti con quelli della collettività, che non ci risulta brilli per la qualità delle frequentazioni, che certamente non apporta al contesto un contributo culturale particolarmente significativo, che abbiamo sperimentato essere abbastanza grezzo da uniformarsi perfettamente all’ambiente e che non aiuta nemmeno di striscio a migliorare l’immagine di una amministrazione già troppo infarcita di parentele inquietanti  che rendono poco credibili i goffi tentativi di una catarsi assolutamente improbabile
Ridiamoci su

 
Giusto per concludere in leggerezza sia quest’articolo che l’anno che finisce ricordiamo che quando durante la campagna elettorale abbiamo pubblicato il manifesto con l’immagine che riproduciamo in questa sede il buon Di Guida si è tanto pigliato collera che ci ha querelato perché “abbiamo insinuato che lui potesse determinare e condizionare le scelte del candidato sindaco”: vogliamo riderci su o vogliamo per forza farci male pensando a quanto siamo caduti in basso?