Dec 30 - “MARANO E’ UN MALATO IN FASE TERMINALE” - L’agghiacciante dichiarazione del Sindaco in Consiglio Comunale
Prognosi infausta
Che al Comune di Marano le cose non stessero per niente bene era un’idea che suppergiù ci eravamo fatti già da tempo, ma nemmeno quello di noi che aveva pronosticato il futuro più nero avrebbe potuto immaginare che in pieno Consiglio Comunale arrivasse da parte del Sindaco della città l’annuncio di una debacle ormai conclamata e che questo venisse espresso con toni che più deprimenti e drammatici non avrebbero potuto essere: “Marano – ha detto Angelo Liccardo con lo sguardo perso nel vuoto – è come un malato in fase terminale” Sentenza più infausta non poteva essere emanata anche perché a nessuno sfugge il dettaglio che al capezzale dell’ammalato staziona in pianta stabile, in qualità di assessore, il Direttore del Distretto Sanitario per cui è chiaro che la terminologia non è usata in maniera occasionale
Ovviamente la frase non è stata rilevata dai menestrelli vecchi e nuovi accreditati alla corte del Re di Spagna impegnati come sono a minimizzare i problemi e enfatizzare il vuoto spinto ma una dichiarazione del genere che passa sotto silenzio significa di fatto mistificare la realtà, una realtà che lascia presagire o un non lontano lancio della spugna che arrivi a sancire l’ennesimo fallimento delle amministrazioni di marca strettamente paesana o una sopravvivenza stentata fino a consunzione con tutti i prevedibili guasti per una città che di tutto avrebbe bisogno meno che di una amministrazione che va avanti a botte di perete e pernacchie con al braccio la flebo perennemente imbottita di cortisone e tenuta artificialmente in piedi sotto l’effetto euforizzante delle panzane quotidiane sparate a raffica dai cantori della paesanità per i quali la riparazione di una buca è già un gesto di rilevanza storica
Il pugile suonato
E’ umano che nella vita capiti qualche attimo di scoramento e ci rendiamo anche conto che, provare a fare un approssimativo bilancio dei primi sei mesi di amministrazione e rendersi conto di non aver cavato un ragno dal buco, non aiuta tantissimo l’autostima ma impressiona quando a cadere nella depressione è il Sindaco di una città che già ha mille motivi per essere depressa per conto suo e che magari si aspettava che il nuovo corso portasse una ventata di vitalità; non fa certo molto bene a un ammalato grave sentirsi dire da chi gli aveva garantito che l’avrebbe guarito che invece ormai è spacciato e non migliora il contesto quell’aria stralunata che si è ormai stampata sul volto di Liccardo che sempre più assomiglia a quello di un pugile suonato che non sa più come parare i colpi che gli arrivano da tutte le parti e aspetta il K.O. come una liberazione muovendosi sul ring senza più il senso dell’orientamento. In verità qualche segnale di un certo obnubilamento lo si era già registrato quando il ricorso alla giustificazione del grave stato in cui aveva trovato il Comune si era fatto più frequente fino a diventare un mantra che ormai veniva recitato in una cantilena monocorde ma sembrava una specie di rito per esorcizzare il ricordo del fatto che diventare Sindaco non gli era stato imposto per cura e che l’aveva fortissimamente voluto lui buttandosi nella mischia magari senza essersi prima misurato la palla
Non c’è ancora il bandolo della matassa
Prendere atto di una sostanziale inadeguatezza, rendersi conto che la città non è mai stata sporca come in questi mesi, che le strade non sono mai state altrettanto impercorribili, che ormai le chiacchiere e l’aspetto del bravo ragazzo non bastano più a convincere chi ha problemi, constatare che nella stima generale è ormai scaduto a livelli che sempre più da vicino richiamano quelli dei Perrotta e dei Cavallo, vedersi bocciare il bilancio dai revisori è tutta roba che può agitare malamente i sonni di uno che credeva di potercela fare ma quello che certamente può fare scendere il cuore nei calzini è l’aver brutalmente materializzato il fatto che ancora non si è trovato il bandolo della matassa e che non si ha la più pallida idea di dove si dovrebbe incominciare; sei mesi senza aver prodotto cose significative potrebbe essere anche un fatto sopportabile se nel contempo però si fosse messa a punto una strategia d’assalto ma il fatto che dopo la cura da cavallo imposta alla città dal commissario Tramonti, dopo che è stato contratto un mutuo di 8 milioni di euro per far fronte ai debiti, dopo aver emanato la delibera 78 del 10 dicembre con la quale si decide di andare a prendere a debito in banca la bellezza di 15 milioni di euro utilizzando anche lo sforamento provvisorio di 3 milioni consentito da recenti decisioni dal governo centrale si è ancora nelle condizioni di non trovare i soldi per comprare il conglomerato bituminoso per la riparazione delle buche, tutto questo vuol dire che manca ancora lo straccio di un progetto e in queste condizioni ci rimane facile capire perché il nostro Sindaco si fa prendere da autentiche crisi di nervi in Consiglio e si lascia andare a esternazioni che ti fanno presagire tempi grami
Mala tempora currunt