DEC 28 - SUL FILO DEL RASOIO - All’ultima ora dell’ultimo giorno per scongiurare dissesto e scioglimento

DEC  28  -    SUL FILO DEL RASOIO - All’ultima ora dell’ultimo giorno per scongiurare dissesto e scioglimento

Il momento della verità

Il culo di sacco nel quale l’amministrazione Liccardo è andata a infilarsi si è ormai fatto strettissimo e le possibilità che possa uscirsene senza danni sembrano ridotte al lumicino; questa volta l’incapacità, il pressappochismo, la superficialità pare l’abbiano combinata davvero grossa e  il Consiglio Comunale che si terrà lunedì 29 dicembre alle 17 sarà il momento in cui potrebbe essere deciso il destino di questa sciagurata avventura amministrativa e, per tanti e svariativi motivi, anche quello della città

 

Una breve cronistoria

L’avvitamento dell’improvvido Liccardo in questa storia, nella quale recita il ruolo del protagonista senza capirne il perché, comincia quando si incaponisce di voler sanare la situazione economica del Comune uscita massacrata da una serie di precedenti invereconde scelte amministrative, e in questa missione assolutamente inabbordabile per le sue possibilità e le sue capacità, si abbandona anima e corpo nelle mani del super ministro dell’economia e guru delle pubbliche contabilità l’Assessore Longoni.

Passano 18 mesi a studiare numeri e carte, scoprono che ci sono degli autentici baratri da colmare ed invece di cercare una possibile soluzione da gestire in proprio si avviano sulla insidiosa strada della dichiarazione del disavanzo e del conseguente ripiano decennale di riequilibrio.

Il disavanzo - Con la delibera 57 del 19 giugno 2014 il Consiglio Comunale approva il rendiconto di esercizio dell’anno 2013 dichiarando un disavanzo di € 16.225.000 dovuto alla scelta scellerata di cassare con un solo colpo di spugna ben 32 milioni di euro di crediti di dubbia esigibilità (quindi esigibili ma con difficoltà) e per ripianare il disavanzo pensa di ricorrere al piano decennale di riequilibrio ai sensi dell’art. 243 della legge 267/2000.

Le sviste grossolane - Fra tante altre cose la legge 267 ne prevede tre particolarmente importanti:

-        Occorre una specifica delibera di Consiglio Comunale che decida l’adesione al piano decennale di riequilibrio. La cosa sfugge a tutti e l’amministrazione si salva per il rotto della cuffia perché Bertini ricorda l’adempimento al Segretario Generale, il Consiglio viene convocato per il 29 settembre e con la delibera 143 decide per il piano pluriennale

-        Dalla data del Consiglio che decide l’adesione partono i 90 giorni ultimativi e tassativi entro i quali il Consiglio deve approvare il piano di riequilibrio, decorso tale termine scatta automaticamente la procedura per la dichiarazione del dissesto: lunedì prossimo è l’ultimo giorno utile senza nessuna possibilità di slittamento

-        Ugualmente scatta la procedura del dissesto se il piano non viene approvato dal Ministero per l’Economia e la Finanza (MEF)

 

Il possibile scioglimento del Consiglio Comunale

Della possibilità che si arrivi al dissesto per una approvazione fuori termine da parte del Consiglio o per la non accettazione da parte del MEF abbiamo già parlato ma c’è un’altra conseguenza ancora più drammatica che potrebbe derivare dall’ipotesi infausta: siccome alcune partite di spesa, e in particolare molti debiti fuori bilancio, sono state inserite nel bilancio di previsione come finanziate nel piano decennale, l’eventuale caducazione del piano di riequilibrio fa automaticamente squilibrare il bilancio e con il bilancio previsionale che salta viene dichiarato lo scioglimento del Consiglio

 

L’incoscienza degli insipienti

L’incombenza di eventi così drammatici però non smuove la flemma dei nostri amministratori abituati da sempre a rimandare le cose “a babbo morto” e la decisione che potrebbe determinare la fine dell’era liccardiana e trascinare nel baratro la città viene rimandata all’ultima ora dell’ultimo giorno quando, se per una serie di circostanze assolutamente fortuite dovesse mancare il numero legale, non si potrebbe nemmeno utilizzare l’escamotage della seconda convocazione per evitare il disastro

 

La misura della stupidità

Per avere un’idea di quale e quanta sia l’incoscienza dei nostri amministratori vi raccontiamo brevemente quello che avrebbero fatto un Sindaco più intelligente e una Giunta meno ottusa: innanzitutto avrebbero evitato di finire nelle pastoie della dichiarazione del disavanzo, ma nell’ipotesi malaugurata in cui si fossero venuti a trovare in una situazione come questa avrebbero cominciato a lavorare alla costruzione del piano già prima della dichiarazione del disavanzo per avere tutto il tempo di apportare correzioni e eventualmente avere anche un parere preventivo informale dal MEF, avrebbero approvato l’eventuale piano senza coinvolgervi il bilancio e si sarebbero messi al riparo da ogni possibilità di vedere il Comune contemporaneamente dissestato e con il Consiglio mandato a casa. Ci voleva Pico della Mirandola per una cosa così banale?

 

Non tutto il male viene per nuocere

 

Alla luce di quanti disastri hanno combinato e quanti altri ne potrebbero combinare Liccardo & C., considerando che di fatto con l’adozione del piano di riequilibrio decennale il Comune vive e vivrà per dieci anni nelle condizioni identiche a quelle imposte dalla dichiarazione del dissesto, siamo proprio sicuri che dissesto e scioglimento siano una disgrazia maggiore della prosecuzione di questa sciagurata esperienza amministrativa?