Dec 23 - PEZZI DI STORIA: storie di vita e malavita,di politica e malapolitica “Marano a ferro e fuoco”: parte seconda
Inevitabile per i commercianti cadere nella rete distributiva del boss, che, tra l'altro, insieme all'altro pezzo da novanta, Angiolotto, imponeva agli esercenti di comprare panettoni Bauli a prezzo raddoppiato per finanziare le famiglie dei detenuti. Sempre nel terziario, i boss finanziano palestre, discoteche e ovviamente edilizia. La famiglia Nuvoletta investiva direttamente in appartamenti attraverso personaggi considerati dalla Procura suoi uomini di fiducia, come Pietro Nocera (attualmente latitante), Domenico Di Maro (già sotto processo per 416 bis) e Mattia Simeoli; ma lo stesso facevano anche i Polverino e gli Orlando (che hanno addirittura fatto costruire 80 appartamenti alle Canarie) Fatti i soldi con la droga e le estorsioni, ripuliti con il commercio e l'edilizia, alla grande famiglia di camorra, con tutte le sue ramificazioni, non mancano i drammi quotidiani, anche quelli sentimentali. La figlia di Angelo - scopre ad esempio il pm Borrelli - Sabina Nuvoletta, si fidanza con Alessio Scoppa, nipote del generale dei carabinieri Maurizio, comandante della Regione Lombardia, e figlio del radiologo Gianfranco, titolare del centro Aktis di Marano (destinatario di ricche convenzioni ospedaliere). La famiglia è in subbuglio: "mai con quegli sbirri in casa", sbotta Giancarlo Banco, genero di Angelo Nuvoletta, intercettato durante una conversazione in famiglia con la moglie Tiziana. Poi i ragazzi si sposeranno in chiesa, in pompa magna. Una grande saga, dove non mancano i rancori, le vendette, i pettegolezzi ma che al momento giusto sa trovare la compattezza. Come quando si parla di politica. Alle elezioni comunali del 2001, i Nuvoletta non hanno dubbi: puntano sul candidato a sindaco del Partito popolare Giuseppe Spinosa, 45 anni, imprenditore vinicolo. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali compiute dalla Dia durante la campagna elettorale è emerso un quadro inquietante di partecipazione camorristica alla competizione. Lo stesso Spinosa, il giorno del voto del ballottaggio, ingannava la tensione girando in macchina per Napoli con un Orlando e tenendosi strettamente in contatto telefonico con Luigi Esposito, afferente al sottoclan dei Carrisi.
Salvatore Nuvoletta in una intercettazione telefonica dice: "io spero che salga Peppe Spinosa, io lo voto; basta che non salga Bertini (Mauro Bertini di Rifondazione Comunista, ndr)". Lo stesso dice Alfredo Sepe, uomo di fiducia di Angelo Nuvoletta. Telefonando a un amico, Sepe dice "votiamo Spinosa, e togliamo il bordello di mezzo; sicuramente mai il voto a Bertini, bisogna smantellarlo a tutti i costi".
"I Nuvoletta erano interessati alla ripresa delle lottizzazioni e Spinosa era il garante di questa operazione. Diversa la posizione dei Polverino, che ritenevano Spinosa troppo debole e manovrabile dai Nuvoletta". A parlare è un altro pentito, un certo Salvatore Izzo, vicino ai Polverino, il quale chiarisce che Spinosa non solo vantava di essere sostenuto dai Nuvoletta, ma rivendicava anche la capacità di sbloccare quelle lottizzazioni edilizie tanto appetite dalla camorra e che il sindaco Bertini, pur non avendole cancellate dal Piano regolatore generale, non aveva mai di fatto sbloccato. Significativo l'episodio raccontato proprio da Izzo. "Vidi Spinosa la sera della sconfitta elettorale. Io ero in macchina con Fabio Allegro (ritenuto un killer dei Polverino), Spinosa era solo in macchina e piangeva. Io mi affiancai e gli chiesi cosa gli fosse successo. Ma Allegro mi interruppe e disse bruscamente a Spinosa che perdendo aveva preso un terno al lotto perché se avesse vinto, se la sarebbe vista brutta. Come minimo sarebbe stato arrestato".
"Appare estremamente significativo - commenta Borrelli - il livello di partecipazione di un esponente al vertice della organizzazione mafiosa, quale Esposito, alle fortune di Spinosa. Egli infatti si sentiva così direttamente coinvolto nelle stesse da ritenere il successo del candidato a sindaco come comune, in un afflato camorristico che evidenzia da solo la militanza dei due in un unico sodalizio criminale". Il nome di Spinosa è finito nell'elenco delle ordinanze di custodia cautelare chieste da Borrelli; il gip Ceppaluni ha però respinto l'arresto perché, non essendo poi stato eletto sindaco, è venuta a mancare l'esigenza cautelare. Il suo nome però rimane nella lista degli indagati. Ma non è solo Spinosa il nome che circola in quella campagna elettorale. Oltre alla sua candidatura a sindaco, si parla di sostegno a candidati al consiglio comunale di Alleanza nazionale, del Ppi, dell'Udeur. Il voto locale, ma anche quello nazionale. Luigi Esposito, nel dare indicazione di voto, dice di barrare il simbolo di Forza Italia e, per la Camera uninominale, di votare per Vittorio Trupiano, candidato della Fiamma tricolore, avvocato difensore di camorristi.
Il legale napoletano (finito in manette nel blitz) è accusato di aver stabilito col clan un vero e proprio scambio: la sua battaglia per l'abolizione del carcere duro per i mafiosi e l'appoggio dei Nuvoletta, in particolare dei familiari di Gaetano Iacolare (Franco e Luigi Santoro, padre e figlio, finiti in carcere), per la raccolta delle firme per la candidatura e il sostegno nella campagna elettorale per le politiche. Trupiano, infatti, si candidò al parlamento proprio nel collegio Napoli 12, quello di Marano, e qui fu sostenuto - secondo la Procura - da alcune frange del clan, quella dei Carrisi e i Nuvoletta. (Da La Voce della Campania)